Bolivia: grande vittoria contro l’imperialismo USA. Onore a Evo Morales
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Blog Hugo Chavez, 23 ottobre 2020 (trad. ossin)
Bolivia: grande vittoria contro l’imperialismo USA. Onore a Evo Morales
Bernard Tornare
Luis Arce e il Movimento verso il socialismo (MAS) hanno ottenuto una vittoria schiacciante al primo turno delle elezioni presidenziali boliviane, domenica 18 ottobre 2020. Questo spettacolare trionfo è il risultato di quasi un anno di lotte intense, della classe operaia e della maggioranza indigena della Bolivia, contro il colpo di Stato militare del novembre 2019 appoggiato dagli Stati Uniti, che aveva rovesciato il presidente legittimo e democraticamente eletto del paese, Evo Morales
Di fronte alla violenza razzista, ai massacri, alle persecuzioni politiche e agli arresti, il popolo boliviano si è levato contro un regime illegittimo e ha sconfitto le forze combinate dell’imperialismo USA e dei suoi lacchè in Bolivia – comprese le élite neo-liberali, le forze di sicurezza dello Stato e le milizie fasciste. Contro ogni previsione, è oramai chiaro che il MAS ha riportato una clamorosa vittoria al primo turno. Col 90% dei voti scrutinati, il MAS ha ottenuto il 54,5 % dei voti, mentre il candidato neo-liberale appoggiato dagli Stati Uniti, Carlos Mesa, ha ottenuto solo il 29,2 %.
La lotta per difendere questa grande e cruciale vittoria sarà feroce. E’ già cominciata.
Mentre gli scrutini ufficiali erano ancora in corso, gruppi di estrema destra hanno manifestato a Santa Cruz, Cochabamba e Sucre contro la schiacciante vittoria del MAS nelle urne.
Gli Stati Uniti hanno coltivato stretti rapporti con questi estremisti di estrema destra, oltre che con una pletora di altri gruppi, alcuni partiti politici di destra e personaggi chiave dello Stato boliviano, degli apparati di sicurezza e dell’esercito. Nonostante la grave sconfitta subita, gli Stati Uniti stanno già complottando per annullare l’esito elettorale. L’obiettivo di Washington sarà quello di rovesciare, con tutti i mezzi possibili, il governo legittimo e democratico di Luis Arce.
Insieme alla prospettiva di una continua aggressione da parte della Super Potenza mondiale – gli USA – e della ostilità di una destra ben radicata sul piano interno, il nuovo governo di sinistra della Bolivia dovrà affrontare anche molte altre sfide immense. La più immediata delle quali è quella di salvare vite e di proteggere la sanità pubblica di fronte alla pandemia di coronavirus che dilaga e che è già costata la vita a più di 8 000 persone in Bolivia. Il nuovo governo boliviano deve anche salvaguardare il livello di vita e ricostruire l’economia in un contesto di crisi economica mondiale gigantesca, che minaccia di gettare 150 milioni di persone in uno stato di estrema povertà in tutto il mondo, nel corso dell’anno prossimo.
Per rispondere a queste sfide, saranno essenziali al governo boliviano il sostegno dei governi di sinistra in America Latina e la cooperazione e l’amicizia del gigante economico cinese in piena ascesa. Tutto questo pone numerosi problemi che il movimento di solidarietà in Occidente deve chiaramente comprendere.
Il progetto statunitense è quello di fare nuovamente della Bolivia, il suo “cortile di casa”
La vittoria elettorale del MAS rappresenta un duro colpo per il progetto statunitense di dominio della Bolivia. Gli Stati Uniti hanno un interesse particolare a riprendere il controllo delle risorse naturali della Bolivia, tra cui le più grandi riserve mondiali di litio – elemento essenziale nella produzione di batterie per telefoni, computer portatili e auto elettriche. Il governo del MAS ha nazionalizzato la produzione del litio e fatto investimenti per creare industrie di Stato per la trasformazione di questa risorsa in prodotti con maggiore valore aggiunto, quali batterie e auto elettriche. La Bolivia ha stretto una partnership reciprocamente vantaggiosa con la Cina, per sviluppare le proprie industrie di litio, beneficiando degli investimenti e della tecnologia che il gigante asiatico è in grado di offrire. Questo era intollerabile per gli Stati Uniti, che volevano porre queste risorse sotto il controllo di società statunitensi come quelle del miliardario di destra Elon Musk.
Al pari di tutta l’America Latina, gli Stati uniti considerano la Bolivia come il proprio “cortile di casa” e qualsiasi governo abbia cercato di percorrere una strada indipendente, collaborando con paesi posti fuori dall’orbita di influenza statunitense, e governare nell’interesse del proprio popolo piuttosto che in quello delle multinazionali, è stato considerato un nemico da schiacciare.
Prima dell’elezione di Evo Morales nel 2006, gli Stati Uniti controllavano l’economia della Bolivia. L’ampiezza del controllo della Bolivia da parte degli USA è stata chiaramente espressa nel 2005 dal presidente dell’epoca, Carlos Mesa (lo stesso Mesa che è stato battuto in queste ultime elezioni da Luis Arce), che venne costretto alle dimissioni da una sollevazione popolare contro il neo-liberismo. Nel suo discorso di dimissioni, Mesa respinse l’idea che il gas naturale boliviano potesse essere nazionalizzato, definendola “irrealizzabile”, perché “così ci hanno detto” gli Stati Uniti e la Banca Mondiale.
Evo Morales e il MAS hanno dimostrato che la nazionalizzazione delle risorse naturali del paese non era solo “realizzabile”, ma che era la chiave dello sviluppo dell’economia boliviana e della liberazione per il popolo boliviano da una condizione di estrema povertà. Nazionalizzando le risorse naturali della Bolivia, e utilizzandone i profitti per investire in nuove industrie di Stato, in infrastrutture e in programmi sociali, il MAS è riuscito a ridurre la povertà della metà, passando dal 48,1 % al 24,7 % nel corso dei 14 anni di mandato presidenziale.
Il crac finanziario del 2008 e la caduta dei prezzi delle materie prime nel 2014 hanno colpito assai duramente la maggior parte dei paesi dell’America Latina, provocando crisi economica ed instabilità politica in tutta la regione. La solida politica economica della Bolivia, che si è giovata del ruolo dinamico degli interventi di Stato, ha consentito all’economia del paese di continuare a crescere, anche in questo periodo di turbolenze. Il motore centrale di questo successo sono stati i forti investimenti statali, con la percentuale di PIL destinato agli investimenti passato dal 14 % del 2006 al 21 % del 2015. Questo è stato uno stimolo per la crescita economica ed ha sostenuto i programmi di riduzione della povertà. In conseguenza di ciò, il PIL pro capite è aumentato del 46 % tra il 2006 e il 2017. Nel 2018, la Bolivia aveva una delle economie più dinamiche dell’America Latina, con un tasso di crescita pari al 4,7 %.
Gli Stati Uniti sono determinati a tornare indietro e ad annullare questi enormi progressi economici e sociali. Washington vuole in Bolivia un governo disposto a imporre un programma neo-liberista brutale per privatizzare le risorse naturali del paese, mettere fine ai programmi sociali e smantellare i progetti di sviluppo di Stato.
Il nemico non dorme mai: la sfida di prevenire il prossimo tentativo di colpo di Stato USA
Anche se la destra boliviana ha subito una disfatta e si trova adesso sulla difensiva, il movimento di solidarietà non deve farsi illusioni – con la vittoria riportata dal MAS, la guerra ibrida dell’imperialismo USA contro la Bolivia si intensificherà. Da sempre gli Stati Uniti intervengono in America Latina per rovesciare i governi progressisti, e la Bolivia non farà eccezione.
Il ruolo svolto dagli Stati Uniti nel tentativo fallito di colpo di Stato "media luna" in Bolivia del 2008/2009 è stato rivelato da WikiLeaks – gli Stati Uniti hanno finanziato i gruppi di opposizione che vi erano coinvolti.
E’ altrettanto evidente il ruolo svolto dagli Stati Uniti nel rovesciamento di Evo Morales nel 2019. Solo qualche giorno prima che Morales fosse costretto alle dimissioni, sono state pubblicate dall’esercito registrazioni che coinvolgevano l’ambasciata USA, senatori statunitensi e politici boliviani di destra in un complotto di golpe. L’Organizzazione degli Stati americani (OEA), con sede a Washington, ha giocato un ruolo chiave nell’inventare un pretesto per il colpo di Stato, confermando una volta di più di essere uno strumento della politica estera statunitense. L’OEA è intervenuta per delegittimare l’elezione di Evo Morales, sostenendo che vi erano state frodi elettorali mentre ancora era in corso lo spoglio delle schede – un’affermazione totalmente smentita dai ricercatori statunitensi del Massachusetts Institute of Technology e del Center For Economic Policy Research.
Washington sta adesso valutando le prossime mosse da mettere in campo per rovesciare il nuovo governo eletto. Potrebbe ricorrere ad una serie di iniziative come quelle già sperimentate contro altri paesi della regione. Dall’imposizione di sanzioni draconiane al finanziamento delle violenze dei gruppi di estrema destra.
Oltre alla minaccia di una destabilizzazione esterna, v’è anche il pericolo costante di un nuovo colpo di Stato militare, come ha sottolineato il giornalista e analista boliviano Ollie Vargas :
"I prossimi giorni saranno determinanti per il consolidamento della democrazia in Bolivia. Il MAS dovrà allearsi con gli elementi patriottici presenti nella polizia e nelle Forze armate, per scongiurare un nuovo colpo di Stato di Stati Uniti/ Murillo contro la maggioranza dei Boliviani".
La minaccia di un nuovo colpo di Stato porta all’ordine del giorno la questione di come il MAS dovrà porre in condizione di non nuocere quegli elementi della Polizia e dell’Esercito che sono in realtà agenti degli Stati Uniti ed hanno giocato un ruolo importante nel colpo di Stato dell’anno scorso.
La sfida di battere la pandemia di coronavirus
Il nuovo governo boliviano deve affrontare la sfida immediata di salvare vite e battere la pandemia di coronavirus.
Con più di 8 000 morti, il regime del colpo di Stato uscente ha gestito la pandemia in modo catastrofico. In termini di percentuale di decessi per abitante, la Bolivia si colloca al terzo posto nel modo – mentre scriviamo queste note, il tasso di mortalità per abitante in Bolivia è ancora più alto di quello del Brasile di Bolsonaro.
Il paese era impreparato a fronteggiare la crisi. Una delle prime iniziative del regime golpista è stata quella di espellere 700 medici cubani dalla Bolivia, cosa che ha messo in pericolo diverse comunità, tra le più vulnerabili del paese.
I dati ufficiali – e poco affidabili – della Bolivia confermano la permanenza del virus nel paese, che continua a mietere una media di 25 vittime al giorno. C’è dunque un reale pericolo che si possa registrare una importante recrudescenza di Covid19.
Il nuovo governo boliviano potrà rivolgersi ad altri governi di sinistra in America Latina – il Venezuela, il Nicaragua e Cuba – che sono riusciti a contenere il virus e a salvare vite, per ottenere aiuti e consigli sul modo di prevenire o combattere ogni importante epidemia.
Anche la Cina può giocare un ruolo importante aiutando la Bolivia a lottare contro il coronavirus. Prima di tutto condividendo la propria esperienza di lotta vincente contro il virus, con una strategia "zero covid", e fornendo anche le attrezzature necessarie per lottare contro la malattia. Per esempio, in piena pandemia, il Venezuela ha ricevuto 8 spedizioni di forniture mediche dalla Cina, comprendenti 1,9 milioni di test rapidi, più di 9,7 milioni di mascherine, 5 ambulanze e 70 ventilatori.
La sfida della lotta alla povertà in una crisi economica mondiale
Il nuovo governo del MAS eredita una situazione economica e sociale disastrosa. Il FMI ritiene che l’economia boliviana subirà una flessione del 7,9 % nel 2020. I commentatori boliviano ritengono che la povertà è talmente cresciuta da raggiungere l’elevato tasso di povertà degli inizi degli anni 2000, prima dell’arrivo al potere di Evo Morales. La produzione è crollata e tutti i programmi di costruzione di una industria pubblica in Bolivia, di estrazione e lavorazione delle enormi riserve di litio del paese e produrre batterie al litio, sono stati totalmente bloccati. Nonostante che il governo golpista di Jeanine Añez avesse anche ottenuto un prestito di 327 milioni di dollari dal FMI – il primo accordato alla Bolivia dal FMI in 17 anni.
Luis Arce ha annunciato che la prima misura del suo governo sarà di distribuire sussidi contro la fame ai poveri – precisando che la priorità è di aiutare la popolazione. Ha aggiunto però che, allo stesso tempo, il suo governo “avvierà la ricostruzione della produzione, che è stata danneggiata dalle politiche del governo golpista".
Come ministro dell’economia di Evo Morales per 14 anni, Luis Arce è stato uno degli inventori del modello di sviluppo riuscito della Bolivia, che ha nazionalizzato le risorse naturali del paese, accresciuto gli investimenti statali finalizzati alla costruzione di un tessuto industriale e ad un significativo miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.
Il nuovo presidente della Bolivia deve adesso impegnarsi a ricostruire l’economia in una situazione ancora più difficile di quella in cui il MAS ha operato nel 2006, dopo anni di stagnazione economica neoliberista.
Non c’è alcuna prospettiva di una impennata dei prezzi delle materie prime, come quella di cui i governi di sinistra dell’America Latina hanno saputo approfittare all’inizio degli anni 2000. Occorre inoltre fare fronte ad una gravissima crisi economica mondiale. Secondo il FMI, le economie dell’America Latina e dei Caraibi registreranno una flessione dell’8,1 % nel 2020 e cresceranno solo del 3,6 % nel 2021.
La Cina è l’unica grande economia mondiale che dovrebbe registrare una crescita dell’1,9 % nel 2020, e si farà carico della gran parte della crescita mondiale nel 2021, con un tasso previsto all’8,2 %. Nel frattempo l’economia USA dovrebbe subire una flessione del 4,3 % nel 2020, poi crescere solo del 3,1 % nel 2021.
La questione della ricostruzione di uno stretto partenariato, già prima corrente, tra la Bolivia e la Cina sulla base di progetti di sviluppo economico reciprocamente vantaggiosi sarà strategicamente decisiva nel successo della ricostruzione dell’economia boliviana.
Con Evo Morales presidente, la Bolivia ha stretto legami commerciali con la Cina nella prospettiva di un mondo multipolare e di reciproci vantaggi. Dal 2000 al 2014, il commercio bilaterale tra la Cina e la Bolivia è cresciuto da 75 milioni di dollari a 2,25 miliardi di dollari.
Un esempio lampante di cooperazione reciprocamente vantaggiosa si è avuto nel 2013, quando la Cina ha lanciato il primo satellite boliviano nello spazio. Il giornalista boliviano Ollie Vargas ne ha spiegato l’importanza:
"La Bolivia è un piccolo paese e non possiede le competenze necessarie per lanciare un razzo nello spazio, quindi ha lavorato con la Cina per lanciare il satellite che adesso fornisce internet e il segnale telefonico a ogni angolo del paese... per quanto la Cina abbia apportato la sua esperienza e una gran parte dell’investimento, non ha cercato di appropriarsi del prodotto finale. Il satellite appartiene alla Bolivia".
A giugno 2018, la Bolivia ha aderito all’iniziativa sulle “Nuove vie della seta”. Nell’occasione, Evo Morales ha dichiarato: "Il sostegno e l’aiuto della Cina allo sviluppo economico e sociale della Bolivia non sono mai stati subordinati a condizioni politiche."
Qualche mese prima del colpo di Stato appoggiato dagli Stati Uniti, nel febbraio 2019, era stato annunciato che la Bolivia aveva scelto la società cinese Xinjiang TBEA Group Co Ltd come partner al 49 % della società pubblica boliviana di litio, YLB. L’impresa cinese doveva fornire l’investimento iniziale per un progetto il cui costo è stimato ad almeno 2,3 miliardi di dollari. Per la Bolivia, un simile partenariato con la Cina sarà importantissimo per lo sviluppo della propria industria del litio e per stimolare la ripresa economica.
Costruire una solidarietà internazionale per difendere la vittoria della Bolivia contro l’imperialismo USA
La vittoria del Movimento verso il socialismo alle elezioni presidenziali del 18 ottobre è un trionfo per il popolo boliviano. Essa dimostra anche che il MAS, come movimento politico, è molto bene organizzato e profondamente radicato e che è stato capace di essere protagonista di una lotta eroica contro un avversario potentissimo, l’imperialismo USA, e di vincere.
Dopo questa immensa vittoria, il popolo boliviano si trova di fronte a sfide immense; un’amministrazione USA ostile che vuole rovesciare il nuovo governo, una opposizione interna di destra molto organizzata e che gode dell’aiuto degli Stati Uniti, una pandemia di coronavirus e una profonda crisi economica mondiale.
La sinistra internazionale deve, come priorità assoluta, dare prova di solidarietà verso il popolo boliviano che si batte per difendere la sua vittoria elettorale.
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