Giornalisti alla sbarra in Camerun
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Giornalisti alla sbarra in Camerun
Da qualche anno è in corso in Camerun una specie di operazione “Mani Pulite” che sta portando in galera decine di politici ed alti funzionari. Lì viene chiamata “Operazione Sparviero” o “Operazione Albatros”, dal nome dell’aereo presidenziale che si è rivelato essere una vera e propria carretta dei cieli, preso in affitto per una cifra colossale e grande distribuzione di “mazzette”. Ma non c’è da stare allegri, in Camerun non esiste una Giustizia indipendente e le indagini in corso altro non sono che una specie di guerra per bande in vista delle prossime elezioni presidenziali del 2011. Una delle vittime infatti di questa operazione è la libertà di stampa. Il 13 gennaio 2010 si è svolta davanti al Tribunale di prima istanza di Douala la prima udienza del processo intentato contro Thierry Ngogang (caporedattore di Stv), Ananie Rabler Bindji (Canal2 International), Alex Gustave Azébazé (Aga Media) e Aboya Manassé Endong (professore di diritto all’Università di Douala), accusati di violazione del segreto istruttorio nel corso di un dibattito televisivo svoltosi nell’ambito del popolare programma televisivo “Carte in tavola!”.
Tra gli indagati, anche Jean Marc Soboth, presidente del Sindacato nazionale dei Giornalisti del Camerun (SNJC) e collaboratore di Ossin. Il processo è stato rinviato al prossimo 9 febbraio 2010.
Pubblichiamo una cronaca della prima udienza e il comunicato del Sindacato Nazionale dei Giornalisti camerunensi. Nella successiva pagina web un articolo datato di Jeune Afrique che spiega la genesi dell’Operazione Sparviero ed uno più recente sulle condizioni di detenzione dei detenuti VIP del carcere di Yaoundé
La Nouvelle Expression 13 gennaio 2009
Affaire Albatros: Thierry Ngogang sbatte le sue carte sul tavolo del Tribunale
di Julien Chongwang
Il processo contro il giornalista di STV ed i suoi invitati si è aperto ieri per essere subito rinviato al prossimo 9 febbraio
Avevamo l’abitudine di vederlo su un palcoscenico televisivo impegnato in dibattiti intellettuali. Ma è al banco degli imputati che lo abbiamo ritrovato ieri al Tribunale di 1° istanza di Douala Bonanjo (Tpi). Un banco appena sufficientemente lungo per accogliere tre persone. Ma Thierry Ngogang (caporedattore di Stv), Ananie Rabler Bindji (Canal2 International), Alex Gustave Azébazé (Aga Media) e Aboya Manassé Endong (professore di diritto all’Università di Douala) erano obbligati a stringersi, sgualcendo un po’ i loro bei vestiti. E quel banco non era uno qualsiasi, ma quello degli imputati.
Questi quattro uomini ben conosciuti dai telespettatori camerunensi, sono alla sbarra da ieri per rispondere del capo di imputazione di “violazione di segreto”, così come è scritto nel ruolo del giorno.
Affaire Albatros
Bisogna tornare indietro di un anno e mezzo per trovare le origini della questione. Il 1 giugno 2008 Thierry Ngogang aveva invitato alla trasmissione “Carte in tavola” i suoi tre coimputati e Jean Marc Soboth, anch’egli giornalista e massimo responsabile del Sindacato nazionale dei Giornalisti del Camerun (Snjc). La discussione tra i cinque toccava la vicenda dell’interrogatorio – avvenuto qualche giorno prima – di Yves Michel Fotso (ex amministratore e direttore generale della Camair) da parte della polizia giudiziaria nell’affaire Albatros. Dal nome dell’aereo presidenziale il cui acquisto, nel 2004, fu segnato da numerose irregolarità che la giustizia ancora oggi non ha finito di chiarire. Le dichiarazioni degli oratori e la documentazione posseduta da alcuni di loro avevano turbato le autorità giudiziarie. Che hanno subito denunciato la violazione del segreto istruttorio. Qualche giorno più tardi, questi oratori venivano a loro volta sentiti dalla polizia giudiziaria di Douala. Sembrava che la vicenda si fosse conclusa, quando l’11 gennaio scorso gli interessati hanno ricevuto una citazione a comparire.
Previsto per le 7,30, solo intorno alle 9,30 il processo viene aperto con le formalità di rito: vale a dire l’appello degli imputati e la loro identificazione da parte del giudice e del cancelliere di udienza. Nel frattempo, sono comparsi il pubblico ministero, rappresentato da Juille Teugan, e – dall’altra parte – una decina di avvocati costituitisi per i quattro imputati. Tra di loro, si riconoscevano Maitre Emmanuel Pensy, Maitre Issofa Para, Maitre Guy D. Zébazé, Maitre Bisseck, Maitre Voukeng ecc.
Eccezioni
Esauriti i preliminari, è stato l’avvocato Emmanuel Pensy che, per primo ha preso la parola segnalando un difetto di citazione per Thierry Ngogang e la mancata citazione di Jean Marc Soboth. “Il pubblico ministero non ha citato Jean Marc Soboth come imputato. Potrà essere citato in altra forma”, ha risposto il Procuratore della Repubblica.
La seconda eccezione sollevata dall’avvocato Emmanuel Pensy riguarda la mancata citazione dell’azienda televisiva presso la quale il presunto reato è stato commesso. Eccezione che sembra essere stata ritenuta fondata dal giudice che gli ha chiesto subito l’indirizzo dell’azienda televisiva e lo ha annotato.
Subito dopo tutti gli avvocati hanno concordemente chiesto un rinvio per “studiare il fascicolo e preparare la difesa”. Richiesta cui né il pubblico ministero né gli imputati si sono opposti. L’udienza è stata dunque rinviata al 9 febbraio 2010.
Comunicato stampa
Il SNJC (Sindacato Nazionale Giornalisti Camerunensi) denuncia una improvvisa offensiva punitiva del potere contro la stampa in Camerun
Dopo l’arresto, alla prigione centrale di Yaoundé, nel dicembre 2009, di Jean-Bosco Talla, direttore del settimanale Germinal, per oltraggio al capo dello Stato, Paul Biya, la giustizia camerunense prosegue la sua grande offensiva contro i giornalisti con il deferimento alla giustizia penale a Douala dei colleghi che, nel corso della trasmissione televisiva Cartes sur Tables sul canale privato STV2, del 1 giugno 2008, avevano lungamente discusso, prove alla mano, della giustizia a due velocità dell’Operazione Mani Pulite avviata dal governo camerunense.
I giornalisti Anani Rabier Bindji del canale Canal 2 International, Thierry Ngogang, redattore capo del canale STV2, presentatore della trasmissione, Alex Gustave Azebaze, vice-segretario del Syndicat National des Journalistes du Cameroun (SNJC), sono stati citati a comparire davanti al Tribunale penale di Douala il 12 gennaio 2010.
Il capo di imputazione del Procuratore accusa i giornalisti di avere “insieme e di concerto, divulgato una procedura giudiziaria non ancora definitivamente giudicata”. Gli imputati che, durante la trasmissione hanno solo discusso dei fatti, avrebbero “nelle medesime circostanze di tempo e di luogo rivelato senza autorizzazione della fonte un fatto confidenziale conosciuto o che era stato loro confidato solo in ragione della loro professione o funzione”.
Convocato dalla Polizia Giudiziaria in relazione alla stessa vicenda, Jean Marc Soboth, primo segretario del SNJC – che aveva partecipato alla trasmissione – è stato dichiarato irreperibile durante l’inchiesta e non é stato sottoposto a interrogatorio; secondo fonti concordanti, tuttavia, egli resta soggetto a minacce di rappresaglie giudiziarie.
Secondo il codice penale camerunense, i giornalisti imputati rischiano fino a tre anni di prigione ferma ed una ammenda fino a 5 milioni di Fcfa, giacché il governo del presidente Paul Byia si è sempre opposto alla depenalizzazione dei reati di stampa.
Facendo appello alla solidarietà nazionale e internazionale verso i colleghi minacciati di pene privative della libertà, il SNJC denuncia con lo stesso vigore questa strategia di annientamento della stampa di inchiesta sulla corruzione in un paese considerato dall’ONG Trasparency International come uno dei più corrotti del pianeta.
Douala, 8 gennaio 2010
Per il SNJC
L’Esecutivo Nazionale