Crisi Siriana
Siria: un ex ministro canadese accusa Sarkozy
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La Nouvelle République(estratto) – 9 gennaio 2012 (trad. Ossin)
Siria : un ex ministro canadese accusa Nicolas Sarkozy
Cherif Abdedaim
D: Quale analisi fa della crisi siriana?
Richard Le Hir (*) : Quello che colpisce profondamente è il fossato che esiste tra ciò che raccontano i media ufficiali stranieri e i rendiconti delle fonti di informazione sul campo non allineate. Il fatto che Bachar Al-Assad tiene ancora saldamente le redini del potere costituisce per me una indicazione chiarissima che la maggiore minaccia provenga più dall’esterno che dall’interno e che essa sia teleguidata, come lo fu il tentativo di rovesciamento del regime iraniano nel 2009, durante la pseudo rivoluzione verde.
Non bisogna dunque sorprendersi se nel campo della “rivoluzione” siriana si ritrovi l’intellettuale francese, sempre meno filosofo, Bernard Henri Levy, che aveva gettato tutto il suo peso mediatico nella fallita rivoluzione in Iran e che abbiamo visto agitarsi con tutta la forza del suo impressionante carnet di contatti recentemente in Libia. Si sa adesso, grazie allo stesso Bernard Henri Levy, che è stato “nella sua qualità di ebreo” che ha “partecipato all’avventura politica libica”. Durante la prima Convenzione nazionale organizzata dal Consiglio rappresentativo delle organizzazioni ebraiche in Francia (CRIF), ha infatti precisato: “Non l’avrei fatto se non fossi stato ebreo. Ho portato come bandiera la fedeltà al mio nome e la fedeltà al sionismo e ad Israele”. La domanda che si pone adesso è di sapere se la fedeltà di Levy al sionismo ed a Israele prevalga sulla fedeltà che deve alla Francia, come cittadino francese. E’ una domanda che i Francesi devono porsi, e sono sorpreso nel constatare che non sono in molti a farlo. La facilità con la quale è riuscito a trascinare la Francia nel rovesciamento violento di Gheddafi testimonia in modo chiaro dello sfaldamento della diplomazia francese sotto Sarkozy e della sua sottomissione agli interessi degli Stati Uniti, di Israele e, occasionalmente, di alcuni oligarchi del petrolio amici di Sarkozy, soprattutto il canadese Paul Desmarais.
Il crollo diplomatico della Francia è una cattiva notizia per Bachar Al-Assad, che può contare oramai solo sul sostegno dell’Iraq, della Russia e della Cina. Per quanto riguarda i Siriani, non c’è dubbio che vi sia una parte che vuole rovesciare il governo, ma essa non ha né l’importanza numerica che le attribuiscono i media occidentali, né una larga base di sostegno popolare, né la radicalizzazione necessaria per fare una rivoluzione, ed essa non vuole affidarsi ad una forza in declino che, al momento opportuno, non sarebbe capace di mantenere le sue promesse a causa della precarietà della sua situazione economica e dei suoi propri problemi.
Insomma, c'è oggi in Siria un mucchio di gente che viene manipolata e muore per niente altro che il perseguimento di interessi stranieri.
(*) Richard Le Hir, ex-deputato del partito del Québec di Iberville nel 1994 e ministro per la Ristrutturazione nel gabinetto Parizeau dal 26 settembre 1994 al 9 novembre 1995