Crisi Siriana
Dalla disinformazione alla prostituzione islamica (passando per le stragi)
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Siria, giugno 2013 - L'ultima novità, sul fronte siriano, è la jihad sessuale. Si reclutano donne maggiori di 14 anni per consentire ai "ribelli" rapporti sessuali. Una fatwa consente di contrarre un matrimonio della durata di un'ora, cui segue il ripudio, un altro matrimonio regolare e così di seguito... (nella foto, jihadisti)
Quello che i media non hanno mai detto sui “ribelli” siriani
Dalla disinformazione alla prostituzione islamica (passando per
le stragi)
Nicola Quatrano
La rubrica “crisi siriana” del sito www.ossin.org raccoglie oramai un bel numero di articoli che punteggiano, mede dopo mese, gli sviluppi della guerra civile in Siria da quasi due anni. Scorrendoli, si resta impressionati dallo sforzo di manipolazione posto in essere dai principali media, la cui unica fonte di informazione in tutto questo tempo è stata, non a caso, il fantomatico Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (OSDH), vera e propria officina di disinformazione legata ai servizi inglesi e impersonantesi nel solo Rami Abdel Rahmane, un esiliato siriano in Inghilterra che trasmette le informazioni (manipolate) che tutti i media mainstream dell’occidente divulgheranno, dal piccolo esercizio commerciale che gestisce con la moglie
500.000 manifestanti in una città di 370.000 abitanti
Così è potuto accadere che, agli inizi della crisi, Pierre Piccinin, l’unico osservatore straniero quel giorno presente ad Hama, abbia dovuto seccamente smentire l’Agenzia France Press. In quella storica (secondo l’AFP) giornata del 15 luglio 2011, un milione di persone (sempre secondo l’AFP) manifestarono in tutta la Siria contro il regime di Bachar el Assad, 500.000 solo nella città di Hama. Peccato che Piccinin, che era presente (a differenza dei corrispondenti dell’AFP) abbia testimoniato che non erano più di 10.000 e che, comunque, sarebbe stato impossibile che fossero 500.000 in una città che conta non più di 370.000 abitanti in tutto.
Nessuna notizia, per contro, è stata mai data sulle imponenti manifestazioni che si svolgevano, in tutta la Siria, a sostegno del presidente Bachar el Assad e sugli attacchi dei “ribelli” contro questi pacifici manifestanti. Ivi compreso quello che causò, a inizio 2012, la morte del reporter di France 2, Gilles Jacquier, ammazzato insieme ad altri otto civili da un missile dei “ribelli” sparato contro una di queste manifestazioni a Homs. Con impareggiabile cinismo, i governi che sostenevano i “ribelli” con soldi e armi, anche in quell’occasione se la presero col governo siriano, accusandolo di non saper “proteggere” i giornalisti stranieri (Alain Juppé, Hillary Clinton, la improbabile Catherine Ashton e il solito Nicolas Sarkozy). Il vice presidente USA Joe Biden giunse a “condannare le violenze perpetrate dal regime di Bachar el Assad”.
Cristiani siriani con Bachar el Assad
Sotto silenzio, nei media mainstream dell’occidente, anche le denunce delle atrocità commesse dai “ribelli”, lanciate dai cristiani siriani, in particolare padre Elias Zahlaoui, della Chiesa Notre Dame di Damasco, e Madre Agnes-Mariam de la Croix, della Diocesi di Hama, Homs e Yabroud.
Con l’aggravarsi della crisi, infatti, si andava precisando la vera natura dei “ribelli”: estremisti fondamentalisti sunniti, finanziati dal Qatar, che agognavano di far sorgere in Siria un califfato islamico. Logico che tutte le minoranze del paese, prima tra tutte quella cristiana, guardassero con terrore a un possibile successo di questi jihadisti, e alla fine della tolleranza religiosa e confessionale che il regime degli Assad ha sempre garantito.
Madre Agnes-Mariam de la Croix denunciava, il 25 gennaio 2012, l’uccisione da parte dei “ribelli” di padre Basilios Nassar, curato greco ortodosso del villaggio di Kafarbohom, e l’esecuzione a sangue freddo del maggiore cristiano dell’esercito regolare, Zafer Karam Issa, crivellato di colpi all’uscita dall’abitazione. E poi ancora quella del giovane cristiano Khairo Kassouha, di 24 anni, anche lui ucciso uscendo da casa a Kusayr. A Homs – denunciava la religiosa – oltre 230 cristiani sono stati “abbattuti”, altri sequestrati a scopo di estorsione.
E queste sono solo alcune delle atrocità e delle esecuzioni sommarie perpetrate quotidianamente da “ribelli”, che la stampa mainstream dell’occidente (vedi in Italia Lorenzo Cremonesi, del Corriere della Sera) continuava a mostrarci come dei generosi ed eroici combattenti per la “libertà e la democrazia”.
Il massacro di Hulé
Fine maggio 2012: “Una decina di bambini allineati per terra, scoperti, esposti, come bambolotti rotti, il più piccolo di forse un anno. Qualcuno con gli occhi sbarrati, un paio con la maglietta sollevata sul petto nudo, un altro paio con indosso il pigiamino: quello di una bambina di 6-7 anni è rosa, con l’immagine del canarino Titty, che la fa sempre in barba al Gatto Silvestro. Sono le immagini più drammatiche di un video shock messo in rete da attivisti dell’opposizione siriana a testimonianza del ‘massacro’ che affermano essere avvenuto ieri nella cittadina di Hula ad opera delle forze governative. Il video mostra immagini ravvicinate dei corpi e dei volti dei piccoli con le devastazioni causate dalle pallottole. Un uomo parla, in arabo, denunciando le atrocità commesse dalle forze governative, mentre un dito indica le ferite”.
Il mondo è scosso da questa nuova atrocità di Bachar el Assad: oltre 110 vittime, tra cui 13 ( o 25) bambini. Immagini amatoriali postate su Youtube mostrano i cadaverini allineati in una stanza, uno di essi è decapitato.
Dopo una canea di dichiarazioni indignate, inorridite, determinate contro il regime siriano, che occupano per qualche giorno tutte le prime pagine dei giornali, il silenzio cade sulla vicenda quando emerge la vera verità dei fatti, raccontata dagli autorevoli testimoni (cristiani) del monastero Vox Clamantis. Ancora una volta, i veri autori del massacro sono i “ribelli” e non l’esercito regolare siriano:
“Ecco cosa abbiamo saputo da un testimone oculare di Kfar Laha, vicino a Hulé:
“Le bande armate sono uscite da Rastan e da Saan, tra Homs e Hama verso le 20.00. Hanno attaccato le barricate delle forze dell’ordine intorno all’ospedale Al Watani (nazionale) ed hanno ucciso e ferito circa 35 elementi delle forze dell’ordine, poi sono entrati nell’ospedale governativo. All’interno dell’ospedale si trovavano i pazienti, le equipe sanitarie e qualche parente che accompagnava i malati, circa 25 persone. Le bande armate hanno massacrato tutte le persone presenti poi hanno bruciato l’ospedale dopo avere trasportato i cadaveri. Nei videotape dei ribelli si vede che quelli che trasportano i cadaveri lo fanno su coperte sulle quali è scritto in arabo “ministero della sanità”. Ciò prova che essi sono gli autori del crimine. Le bande armate si sono poi dirette verso le case vicine, hanno massacrato gli abitanti e bruciato cinque case dopo avere trasportato i cadaveri. Sono arrivati dei rinforzi alle forze dell’ordine. Vi sono stati degli scontri armati e neve terroristi sono rimasti uccisi.
Lungo la strada, si sono introdotti in una farmacia ed hanno fucilato il farmacista per punirlo d’avere venduto medicine ad un membro delle forze dell’ordine, ed hanno bruciato la farmacia.
Verso le 22 le bande armate si sono dirette verso il villaggio di Tal Daw. Hanno raggiunto il quartiere sud ed hanno massacrato alcune famiglie alauite, uomini, donne e bambini, poi hanno appiccato il fuco dopo avere trasportato i cadaveri.
I cadaveri ammassati sono stati collocati in una moschea a Hulé per mostrali agli Osservatori dell’ONU, come fossero un massacro perpetrato dall’esercito.
Israele Akbar !
A partire dalla fine del 2012, tutto l’inedito fronte USA-Francia-Inghilterra-Qatar-AlQaida-Israele-Turchia è impegnato sul fronte siriano contro il governo legittimo, fornendo armi e basi logistiche ai “ribelli” e con le operazioni di manipolazione mediatica.
A novembre 2012 Tunisie-Secret dimostra che un video diffuso da Al Jazeera sull’abbattimento di un caccia siriano da parte dei “ribelli” era un montaggio. Si trattava di un modellino caduto nel corso di una competizione in Qatar. Nel video è possibile vedere il volto e la maglietta di uno dei concorrenti.
A maggio 2013, Israele decide di intervenire direttamente, bombardando un deposito di armi dell’esercito siriano. Un video postato su Youtube mostra alcuni “ribelli” che guardano da lontano l’operazione militare “dell’entità sionista” e acclamano “Allah Akbar… Allah Akbar…” (Dio è grande).
Gli “Amici della Siria”, vale a dire i governi che intendono distruggere la Siria per ragioni geopolitiche, hanno inventato il Consiglio Nazionale Siriano e alcuni paesi, tra cui la Francia, lo hanno riconosciuto come il “legittimo rappresentate del popolo siriano”. Questo organismo, però, non rappresenta nessuno e non è in grado in alcun modo di controllare le bande armate. Oggi, nonostante gli siano state regalate ambasciate e un ruolo di interlocutore dei più importanti governi del mondo, non riesce nemmeno a decidere se partecipare o meno alla conferenza di Ginevra II. Sul terreno, l’opposizione è oramai egemonizzate dalla bande jihadiste, alcune delle quali direttamente legate ad Al Qaida.
La loro attività è oramai limitata agli sgozzamenti, le decapitazioni, le stragi ed esprime una raccapricciante subcultura.
La jihad sessuale e la prostituzione per il paradiso
Le ultime novità dal fronte siriano farebbero ridere se non fossero tragiche. “Guidate da Om Jaafar, una ex ballerina di Ghenwa TV, 13 Tunisine hanno aderito alla jihad al-mounakaha (jihad sessuale), ha dichiarato Abou Qossai, un esponente della jihad siriana.
Il fatto è che i mujaheddin presenti in Siria hanno bisogno di donne, ma il loro integralismo complica le cose dal punto di vista religioso, ed ecco allora intervenire un dignitario religioso saudita, lo Sceicco Mohammed al-Arifi che (in sintonia con l’orrido oscurantismo della corrente islamica saudita, il wahabismo) ha lanciato un appello per l’arruolamento di donne per la jihad in Siria, emettendo una fatwa dal titolo: “la jihad attraverso il matrimonio in Siria”.
Si rendono così legali, dal punto di vista religioso, i rapporti sessuali dei mercenari islamisti presenti sul suolo siriano che siano celibi o lontani dalle mogli. Essi potranno, grazie a questa fatwa, contrarre un matrimonio della durata di un’ora, con donne non sposate o ripudiate. Soddisfatto il bisogno, il “ mujaheddin Fi Sabil Illah” dovrà pronunciare tre volte il ripudio e il gioco è fatto. Un altro mercenario potrà sposare la stessa donna, e così di seguito. Gli autori di questa fatwa affermano che questa lecita autorizzazione ha per obiettivo “di consentire ai combattenti di esercitare il loro diritto ai rapporti sessuali, cosa che rafforza il loro coraggio e accresce le loro capacità e la morale durante il combattimento”.
Nelle regioni siriane sotto controllo islamista, la propaganda incita alla « Jihad attraverso il matrimonio » le ragazze che abbiano più di 14 anni e quelle ripudiate. Non bastando le ragazze siriane, questa fatwa circola in internet facendo appello alle mussulmane nel mondo perché si rechino in Siria a fare la jihad, a condizione di essere praticanti, di portare il velo, meglio se integrale, di avere almeno 14 anni o essere ripudiate.
Sembra che questo appello sia già stato accolto da molte donne.
Naturalmente questa prostituzione volontaria assicurerà loro – stando agli autori della fatwa – il paradiso.
Ma, anche prima della fatwa provvidenziale, i ribelli hanno già fatto da sé. A Raqa, in Siria, un gruppo di salafo-wahabiti ha sequestrato una ragazza di 5 anni per far “cantare” suo padre. E’ stata stuprata fino a provocarne la morte. Sul cartello che hanno lasciato è scritto: “Dio ha voluto che fosse la sua martire procurando piacere ai suoi mujaheddin”
La sodomia islamica
L’oscurantismo e la barbarie della religione praticata in Arabia Saudita e nel Qatar – importanti alleati dell’occidente e oppositori, in nome della democrazia e della libertà, di Bachar el Assad – non ha limiti.
Una recente fatwa vieta alle donne di toccare alcuni frutti e legumi che assomigliano al sesso maschile… Vi è stato poi un eminente (?!) sceicco che ha “ordinato” di uccidere tutti i sostenitori del “regime di Bachar”, che siano militari, civili, intellettuali, uomini, donne, uomini di religione, senza troppo starci a pensare, tanto, in caso di errore, “Dio saprà riconoscere i suoi”. Questo stesso Karadhaoui ha poi aggiunto, nel recente sermone del venerdì pronunciato a Doha, prendendosela con gli Alawiti, Hezbollah, l’Iran e la Russia che “gli alawiti sono più empi dei cristiani e degli ebrei”, “Hezbollah, la Russia e l’Iran sono nemici di dio”, “Tutti i mussulmani devono andare a El Quseir per combattere contro Hezbollah (alkhabar press).
Ma la religione è soprattutto uno strumento di potere, così Abdelmalek Ramdani, sceicco dell’Arabia Saudita, ha vietato le manifestazioni e le rivolte dichiarando: “Finché il capo della nazione è un mussulmano, dovete obbedire e ascoltare e, se non è persona desiderata, in quanto mussulmani potete solo pregare e dare prova di pazienza”. Ma questo principio si applica solo alle monarchie, come quella saudita, non alle repubbliche come la Siria.
Un altro eminente imam marocchino, tal Zamzami, ha dichiarato che è consentita la necrofilia a patto che il cadavere sia quello della moglie e la cosa avvenga ”solo” qualche ora dopo il decesso. Dopo che si sono levate le proteste, ha aggiunto che è il Corano a prescriverlo “quando dice che il marito e sua moglie resteranno uniti, (ma che) un uomo normale non penserebbe mai a una cosa del genere dopo la morte della moglie” (lavieeco).
Il colmo è tuttavia la jihad sodomitica. Nel video più sotto si può ascoltare un serioso pseudo sceicco affermare che l’islam “autorizza, se fatto in buona fede”, di farsi sodomizzare per facilitare l’introduzione degli esplosivi con l’obiettivo di un attentato suicida
E’ a questa gente che, di recente, l’Unione Europea ha deciso di togliere l’embargo per la vendita delle armi, sono questi i militanti “per la democrazia e la libertà” che dovrebbero prendere il posto di un regime siriano che, nonostante l’autoritarismo e gli errori, ha sempre garantito tolleranza religiosa e confessionale nel paese.
Per fortuna, coi recenti successi di El Quseir e Quneitra, l’esercito siriano sembra stia per riprendere il controllo del paese, eliminando questi folli estremisti e – si spera – la loro cultura medioevale.
In barba agli interessi dell’Occidente democratico.