Crisi Siriana
Medio Oriente a ferro e fuoco: A cosa mira Bandar Sultan?
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IRIB, 18 agosto 2013 (trad. ossin)
Medio Oriente a ferro e fuoco: A cosa mira Bandar Sultan?
I servizi di intelligence libanesi hanno raccolto informazioni che rivelano il ruolo della Giordania nel transito di vetture imbottite di esplosivo verso il Libano e la Siria.
Importanti rapporti pervenuti alla intelligence libanese pongono in rilievo il ruolo di una Giordania “trasformata da due mesi in un crocevia di transito delle ‘auto killer’ verso la Siria e il Libano”. I rapporti confermano un aumento degli attentati con auto imbottite di esplosivo nei prossimi giorni e settimane, uno scenario identico a quanto accade da anni in Iraq. “Questi rapporti non sono stati resi pubblici per evitare di seminare il panico nella popolazione, ma ciò non toglie che, dopo l’esplosione della prima auto-bomba a Bar al Abed, la cosa sia diventata di pubblica notorietà. Quattro giorni fa una seconda auto-bomba è esplosa a Zahiya provocando, secondo l’ultimo bilancio, 30 morti e più di 300 feriti. Zahiya diventerà un nuovo Iraq dove civili innocenti saranno massacrati per le strade? In Iraq gli attentati con auto-bombe si moltiplicano ad un ritmo spaventoso, così come in Siria, dove i takfiriti fanno attentati città dopo città, forti del sostegno logistico dei paesi stranieri. A questa lista tragica occorre anche aggiungere le violenze in Sinai che oppongono i terroristi ai soldati egiziani, quelle contro i copti egiziani o ancora i fatti che insanguinano ogni giorno le regioni frontaliere in Libia, Algeria e in Tunisia. Non molto tempo fa gli Stati Uniti hanno messo il mondo in guardia contro un remake dell’11 settembre, un remake il cui timore ha spinto gli Stati Uniti a chiudere le proprie ambasciate in più di 20 paesi del Medio Oriente e dell’Africa del Nord. La Siria è diventata “un’oasi di pace” per i terroristi takfiriti che tendono sempre più a moltiplicare gli attentati suicidi.
Anche per effetto delle ingerenze occidentali, il mondo mussulmano è diviso in due: 1- i fautori delle correnti estremiste salafite, tra cui figurano i Fratelli Mussulmani di Siria, Egitto e Libia; 2- Gli eserciti dei paesi mussulmani, i gruppi moderati, i fautori di una via “non estrema”, a prescindere da ogni ideologia o tendenza religiosa. Queste due correnti si radicalizzano giorno dopo giorno in Medio Oriente, con la conseguenza di dividere le comunità: vi è una forte polarizzazione e le nazioni intere sono minacciate!!
Che cosa è in gioco? Secondo Akram Ali Al Ahmad, esperto siriano, “è l’Arabia Saudita che ha deciso di mettere i piedi nella regione, mobilitando tutte le sue forze di guerra contro l’asse della resistenza (Iran, Siria, Hezbollah, ndt). Dopo che l’Arabia Saudita ha preso nelle sue mani il dossier siriano, il Medio Oriente è piombato in una spirale di violenza inaudita. Il capo della Intelligence saudita vuole a tutti i costi “riequilibrare i rapporti di forza sul campo di battaglia in Siria e sulla scena politica in Libano e ciò a cui stiamo assistendo è il risultato del tentativo di riequilibrio effettuato da Bandar Sultan”. E lo specialista siriano continua: “Ma Bandar Sultan sottostima gli atout di cui dispongono i paesi della resistenza. La Russia non tarderà a rafforzare il suo appoggio militare a Damasco. Gli S300 rioccuperanno la scena e poi la Russia potrebbe riprendere in mano il dossier Bahrein, paese scosso dalla violenza e dalla repressione da parte del regime di Al Khalifa… Gli Hezbollah hanno d’altronde fatto sapere che non resteranno con le mani in mano di fronte alle manovre saudite, la loro pazienza ha un limite e l’Arabia Saudita e i suoi alleati non avranno scampo se questi limiti saranno superati.