Crisi Siriana
Daech, un gruppo aiutato dagli Stati Uniti e addestrato a sgozzare
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Crisi siriana, ottobre 2014 - Solo adesso i leader occidentali si indignano per le atrocità commesse dallo Stato Islamico. Eppure sono anni che i "ribelli siriani" sostenuti dall'Occidente uccidono e sgozzano i civili inermi a centinaia. Perché solo ora ce ne si accorge? Forse perché le vittime adesso sono dei giornalisti occidentali e non dei siriani sconosciuti? O forse perché si cerca un nuovo pretesto per una invasione militare della Siria? (nella foto, atrocità dei "ribelli" siriani)
Irib.fr, 28 settembre 2014 (trad. ossin)
Daech (ISIS), un gruppo aiutato dagli Stati Uniti e addestrato a sgozzare
Julie Lévesque
I recenti sgozzamenti di tre occidentali, James Foley, Steven Sotlof e David Haines, prigionieri dello Stato Islamico (IS), hanno sollevato un’ondata di indignazione e la ferma condanna dei leader occidentali.
Chiunque sia al corrente di quel che, veramente, accade in Siria da quando è scoppiata la guerra, nel marzo 2011, non può che trovare in qualche modo bizzarre queste dichiarazioni forti, che offrono il pretesto per dei “bombardamenti umanitari”, in virtù di un mandato antiterrorista che ha per obiettivo lo Stato Islamico.
Non bisogna dimenticare che, fin all’inizio della guerra in Siria, nel marzo 2011, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sostenuto i sedicenti « combattenti per la libertà », la maggioranza dei quali erano inquadrati nelle brigate del Fronte Al Nosra e dell’IS. Addestrati in Arabia Saudita e in Qatar, questi terroristi filo-democratici hanno regolarmente commesso atrocità, ivi compreso lo sgozzamento di civili siriani.
Due pesi e due misure? Nel corso degli ultimi tre anni, nessun leader occidentale ha sentito il bisogno di rilasciare dichiarazioni sulle atrocità commesse dagli « estremisti mussulmani ». Esse sono passate praticamente inavvertite. La comunità internazionale non ha espresso alcuna preoccupazione in proposito. Con qualche occasionale eccezione, questi sgozzamenti sono stati al massimo solo menzionati dai media.
E’ perché i « combattenti per la libertà » di Al Nosra e di IS hanno sgozzato dei civili siriani, piuttosto che degli Occidentali ? E’ perché le vittime di queste atrocità erano coloro che si opponevano alla sanguinosa « rivoluzione democratica », sostenuta dagli Stati Uniti e dalla NATO, contro il governo di Bachar al Assad ?
Perché i leader occidentali oggi sono costernati e prima non lo erano? Forse perché ora ad essere sgozzati sono degli Occidentali e non più solo dei Siriani?
I recenti sgozzamenti di cittadini statunitensi e inglesi, autentici o meno, vengono sfruttati per rendere possibile un intervento militare in Siria. Si tratta di una tecnica elementare di propaganda utilizzata spesso in passato per ottenere il consenso dell’opinione pubblica sui dei piani di guerra, e i media mainstream sono pronti a farsi megafono di questa propaganda.
Il ruolo dei mass media non è di informare la gente, ma di solleticarne le emozioni e di manipolarle, in modo che alla fine approvino quello che altrimenti avrebbero respinto.
Gli Occidentali non vogliono tornare a fare la guerra in Medio Oriente? Mostrate loro un compatriota farsi tagliare la testa da un “mussulmano” e subito cambieranno idea. E non c’è nemmeno bisogno di mostrarlo. Basta dire che qualche persona importante ha visto questo atto orribile e farlo ripetere dai suoi portavoce nei media. Funziona sempre.
E’ una tattica che si può considerare come un appello alla paura e/o alle emozioni:
- l’appello alla paura (in latino argumentum ad metum o argumentum in terrorem) ricorre all’inganno o alla propaganda per creare consenso su una idea o suscitare paura o pregiudizi nei confronti di un concorrente. L’appello alla paura è frequente in marketing e in politica.
- l’appello alle emozioni (argumentum ad passiones) ricorre alla manipolazione delle emozioni del destinatario, piuttosto che ad argomenti logici, per vincere un confronto.
Se si ricorre a tali tecniche invece di utilizzare dei validi argomenti, è in parte perché funziona sempre e poi i media mainstream sono fatti per questo, ma anche perché gli “argomenti validi” a sostegno di un intervento militare potrebbero essere solo menzogne facilmente confutabili, come tenteremo di dimostrare in questo articolo.
Diversi media indipendenti hanno posto in dubbio l’autenticità dei video degli sgozzamenti e qualche esperto li ha definiti, senza mezzi termini, falsi, almeno nel caso dei giornalisti Foley e Sotlof. E’ stata anche messa in dubbio l’identità delle vittime, in particolare quella di Sotlof, i cui rapporti con i Servizi Segreti israeliani (Mossad) sono noti e che sarebbe stato fotografato dietro una mitragliatrice dei ribelli siriani.
Come ha dimostrato l’operazione “Mocking Bird”, quella del giornalista è la copertura migliore per un agente della Intelligence. Diversi ex ufficiali della CIA hanno confermato che viene utilizzata per mettere in circolazione delle false notizie, che vengono poi riprese come fatti acclarati dalle agenzie di stampa, anche se si tratta solo di propaganda (vedi: CIA Manipulation http://www.globalresearch.ca/cia-manipulation-the-painful-truths-told-by-phil-agee/5340911 e John Stockwell a proposito dei falsi reportage prodotti dalla CIA - http://www.thirdworldtraveler.com/Blum/Angola_KH.html ). Il “produttore” di video terroristi, SITE, con sede a Washington DC e strettamente legato col Pentagono e lo FBI è anch’esso sospetto (http://www.globalresearch.ca/who-is-behind-the-islamic-state-is-beheadings-probing-the-site-intelligence-group/5402082) e fa pensare a una campagna di propaganda proveniente dagli Stati Uniti.
Al termine di questo articolo, esamineremo tuttavia la situazione e la reazione dei leader occidentali, dal punto di vista che questi sgozzamenti abbiano davvero avuto luogo e che i video siano autentici.
Sgozzamenti commessi da ribelli sostenuti dall’Occidente: nulla di inedito
Le atrocità commesse in Siria sono state segnalate fin dall’inizio dei torbidi, nel 2011, dai media indipendenti. C’è voluto un po’ di tempo perché ne parlassero anche i media tradizionali ma, a partire dal 2012, molti reportage sono stati pubblicati dai mass media, per quanto la posizione dominante sulla Siria sia rimasta sempre la stessa: Il “regime tirannico di Assad” reprime brutalmente una “rivolta per la democrazia”, e l’Occidente abbia continuato ad accordare il suo indefettibile appoggio ai “combattenti democratici”.
A un certo punto le autorità statunitensi hanno dovuto ammettere la presenza di gruppi terroristi tra i “ribelli moderati”, anche se nessuno è in grado di dire chi siano poi questi “ribelli moderati”. Anche l’ex agente della CIA Bob Baer ha dichiarato, nel corso di una intervista alla CNN dopo il presunto sgozzamento di Sotlof, che “non ci sono ribelli moderati in Siria”.
Ecco qualche estratto di diversi articoli e video di media tradizionali e indipendenti pubblicati nel 2012, che fanno menzione degli sgozzamenti praticati dai ribelli in Siria, ivi compresi dei rapporti dell’ONU e di Human Rights Watch, di solito usati per sostenere gli “interventi umanitari” all’estero.
Il video che potete osservare alla pagina: http://www.military.com/video/operations-and-strategy/battles/syrian-rebels-behead-christians/2525038454001/ è stato diffuso il 3 luglio 2013 e mostra un prete cristiano e un altro cristiano che vengono sgozzati. Si può leggere:
AVVERTIMENTO- CONTENUTO SCIOCCANTE: Dinanzi a una folla in delirio, alcuni insorti siriani hanno decapitato un prete e un altro cristiano, sostenendo che avevano aiutato e incoraggiato il nemico, cioè l’esercito del presidente Bachar Al Assad, secondo quanto riportato da media stranieri. Un video senza data, che ha fatto il giro di internet mercoledì, mostra due uomini sconosciuti con le mani legate e circondati da una folla entusiasta di diverse decine di uomini, qualche istante prima che la loro testa venisse tagliata con un piccolo coltello, afferma Syria Report. Gli assalitori mostrano una testa alla folla che pongono successivamente sul corpo. Il reportage riferisce che il fatto è avvenuto nella zona rurale di Idib.
Questo articolo del Daily Mail del dicembre 2012 descrive come un altro cristiano sia stato sgozzato, e il suo corpo dato ai cani, in una città vicina alla frontiera turca, lì dove la maggior parte dei combattenti siriani passano per raggiungere il territorio siriano.
Christian Andrei Arbashe, 38 anni, è stato rapito e decapitato dai combattenti ribelli in una città del nord di Ras Al-Ayn, sulla frontiera turca.
La notizia si è appresa nel momento in cui le forze filo-governative celebravano la vittoria contro i ribelli vicino all’aeroporto di Aleppo.
I ribelli siriani hanno decapitato un cristiano e gettato il corpo ai cani, secondo una religiosa che afferma che l’Occidente ignora le atrocità commesse dagli estremisti islamisti.
La religiosa afferma che il tassista Andrei Arbashe, di 38 anni, è stato rapito dopo che si era inteso suo fratello lamentarsi del fatto che quelli che combattono contro il regime si comportano da banditi. Aggiunge che il corpo decapitato è stato ritrovato ai bordi della strada, circondato da cani affamati. La vittima si era da poco sposata e sarebbe diventato presto padre (…)
Sorella Agnes-Mariam de la Croix dice: “La sua sola colpa è stata la critica di suo fratello nei confronti dei ribelli, che ha accusato di agire come banditi, ed è proprio quello che sono”.
Si parla sempre più di atrocità commesse da elementi incontrollabili dell’Esercito Siriano Libero, che si oppone al dittatore Bachar Al Assad e che la Gran Bretagna e l’Occidente riconosce come legittimo rappresentante del paese.
“Il mondo libero e democratico appoggia degli estremisti, ha dichiarato sorella Agnes-Miriam dal suo santuario in Libano. Vogliono imporre la charia e creare uno Stato islamico in Siria (Nick Fagge http://www.dailymail.co.uk/news/article-2255103/Syria-rebels-beheaded-Christian-fed-dogs-fears-grow-Islamist-atrocities.html )
L’espressione “elementi incontrollati” viene utilizzato per escludere dirette responsabilità dell’Esercito Libero Siriano, sebbene la frequenza degli sgozzamenti e delle altre atrocità commesse dai combattenti ribelli provi che, al contrario, esso vi è coinvolto.
Il magazine tedesco Der Spiegel ha pubblicato nel marzo 2012 la storia di un torturatore, membro di una “brigata di sepoltura”, una sorta di squadrone della morte, “responsabile dell’esecuzione arbitraria di 350-400 persone” che si erano “opposte al regno del terrore dell’Esercito Siriano Libero”.
Secondo la testimonianza del torturatore, questa “brigata di sepoltura” era, da sola, responsabile dell’esecuzione arbitraria di 350-400 persone, tra “prigionieri” e “traditori”. I “traditori” sono civili sunniti delle zone urbane e rurali occupate che si oppongono al regno del terrore dell’Esercito Siriano Libero.
Dall’estate scorsa, abbiamo giustiziato un po’ meno di 150 uomini, circa il 20% dei nostri prigionieri”, afferma Abou Rami (…) Ma i boia di Homs sono stati più occupati coi traditori presenti tra i loro stessi ranghi che coi prigionieri di guerra. “Se sorprendiamo un sunnita che faceva la spia o un cittadino che tradiva la rivoluzione, facciamo in fretta”, spiega il combattente. Secondo Abu Rami, la brigata di sepoltura di Hussein ha messo a morte 200-250 traditori dall’inizio dell’insurrezione http://www.globalresearch.ca/syria-atrocities-committed-by-us-nato-sponsored-opposition-executioner-for-syria-s-rebels-tells-his-story/30072
In questo reportage indipendente di Human Rights Investigations, viene mostrato un bambino che taglia la testa di un uomo servendosi di un machete e si menziona il coinvolgimento dell’Esercito Siriano Libero.
Le lunghe e orribili sequenze di un bambino che partecipa alla decapitazione di due uomini provengono adesso da due diverse fonti.
Alcune, postate su YouTube da Zaid Benjamin, presentatore e giornalista di Voice of America in arabo (Radio Sawa), mostrano un bambino che taglia il collo di un prigioniero con un machete.
(…)
Sama TV (emittente siriana) aveva già diffuso altre immagini della stessa vicenda il 26 novembre in una trasmissione che trattava della differenza tra la realtà e la propaganda turca sul conflitto siriano. Le scene presentate da SAMA sono state ritoccate per eliminare i contenuti più scioccanti, ma si dà più spazio per contro al contesto. La brigata dell’Esercito Siriano Libero coinvolta nei fatti sarebbe Khalid ibn al-Walid (http://humanrightsinvestigations.org/2012/12/10/syrian-rebels-use-a-child-to-behead-a-prisoner/).
Un rapporto delle Nazioni Unite di giugno 2013 descrive ciò che sembra essere la stessa scena:
Forze dell’opposizione siriana hanno reclutato come combattente un ragazzino di 14 anni originario di Homs e lo hanno fatto partecipare alla decapitazione di due soldati governativi.
(…)
Il rapporto sottolinea alcune sequenze video presentate dalla missione russa all’ONU di Ginevra, che mostrano la decapitazione di due soldati governativi, uno dei quali per mano di un ragazzino. “All’esito di verifiche, riteniamo che il video sia autentico, che le vittime fossero soldati di Assad e che siano stati uccisi nel modo mostrato dalle immagini”, ha dichiarato il panel dell’ONU. (http://www.bloomberg.com/news/2013-06-04/beheadings-by-syrian-rebels-add-to-atrocities-un-says.html)
Perfino il magazine ultra conservatore The Economist ha riferito nell’ottobre 2013 di una “aggressione dei ribelli guidati dalle filiali di Al Qaeda” contro gli alauiti, che gli jihadisti considerano “eretici”. Era il primo giorno di un assalto dei ribelli, guidati dalle filiali di Al Qaeda nella regione costiera del nord-ovest della Siria. Combattenti dell’opposizione hanno invaso un posto di controllo governativo di mattina presto e sono penetrati in dieci villaggi commettendo degli omicidi che il gruppo di pressione Human Rights Watch, con sede a New York, ha definito come possibili crimini contro l’umanità. Alcuni residenti hanno parlato di spari e uccisioni sistematiche.
In questa regione abitata da Siriani di tutte le confessioni, si trova una forte concentrazione di alauiti, il ramo sciita esoterico al quale appartiene la famiglia Assad, e i cui fedeli sono considerati eretici dagli jihadisti. Secondo Human Rights Watch, i combattenti, nel corso delle operazioni, hanno ucciso 190 civili. I residenti e il personale dell’ospedale di Laodicea, la città più vicina, hanno parlato di corpi bruciati e cadaveri decapitati e di tombe scavate nelle retrovie. Duecento persone sono tuttora tenute in ostaggio (http://www.economist.com/node/21587959).
Anche la BBC ha parlato del rapporto di Human Rights Watch (HRW):
Il rapporto enumera 190 civili uccisi dai ribelli, tra cui almeno 57 donne, 18 bambini e 14 vecchi. Il numero complessivo dei morti è probabilmente più elevato, in quanto molti abitanti risultano a tutt’oggi dispersi e i corpi sono stati sepolti in fosse comuni, riferisce il rapporto (…)
Un medico dell’ospedale di Laodicea afferma che diversi corpi mostravano diverse ferite da proiettili, da colpi di coltello o erano stati decapitati. Alcuni erano stati bruciati o avevano i piedi legati, aggiunge (…) HRW afferma che i gruppi ribelli islamisti, nei cui ranghi militano anche combattenti stranieri, ricevono finanziamenti da privati del Kuwait e del Golfo. L’organizzazione fa appello all’ONU perché venga imposto un embargo sulle armi destinate a gruppi raggiunti da credibili accuse di crimini di guerra (http://www.bbc.com/news/world-middle-east-24486627).
Come tutti gli altri media occidentali, la BBC non è stata obiettiva sulla questione siriana fin dall’inizio e ha difeso l’Esercito Sirano Libero, sostenuto dall’Occidente. Di fronte ad una simile prova di atrocità commessi proprio da coloro che aveva promosso come combattenti per la libertà e la democrazia, il Servizio pubblico inglese ha tentato di assolvere l’Esercito Siriano Libero con una dichiarazione assurda e contraddittoria:
“Secondo HRW, circa 20 gruppi dell’opposizione hanno partecipato all’offensiva e cinque di loro sono stati coinvolti negli attacchi contro i civili: il Fronte al-Nosra, Lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (IS), Jaysh al-Muhajirin wa al-Ansar, Ahram al-Sham e Suqour al-Izz.
Nessuno di questi gruppi è affiliato al Consiglio militare supremo dell’Esercito Siriano Libero, sostenuto dall’Occidente, per quanto il capo del CMS, il generale Salim Idris abbia dichiarato al momento che alcuni combattenti posti sotto il suo comando hanno partecipato all’assalto (…)”.
La frase è assai insidiosa perché induce il lettore a credere che, se i gruppi che hanno commesso l’aggressione non sono legati all’Esercito Siriano Libero, sostenuto dall’Occidente, evidentemente questo non ha partecipato all’assalto. Ma l’Esercito Siriano Libero vi ha partecipato perché “alcuni combattenti posti sotto il comando (del generale dell’Esercito Siriano Libero) hanno partecipato all’aggressione”.
Gli Stati Uniti hanno aiutato l’IS, attraverso l’Esercito Siriano Libero
Salim Idriss, che è stato sostituito nel febbraio 2014 dal colonnello Abd al-llah al-Bachir, ha anche dichiarato nel novembre 2013, un mese dopo la pubblicazione del rapporto di HRW, che le sue relazioni con l’ISIS erano “buone”:
“Le mie relazioni coi fratelli dell’ISIS sono buone (…) io ho contatti quasi quotidiani con i fratelli dell’ISIS per risolvere problemi o dispute. Questi problemi vengono esagerati dai media (http://www.youtube.com/watch?v=PYnV4L-6FNY).
Aveva peraltro dichiarato, nel corso di una precedente intervista del gennaio 2013, che il gruppo terrorista Jabhat Al-Nosra costituiva “circa il 10% dell’Esercito Siriano Libero”, una dichiarazione che contraddice l’analisi della BBC. Ha detto di non capire per quale motivo questo gruppo venga considerato come una organizzazione terrorista, dal momento che egli vede tra i suoi aderenti “solo buoni costumi e una lotta coraggiosa ed eroica contro il regime”, aggiungendo: “Non presentano comportamenti anormali, diversi da quelli dell’Esercito Siriano Libero”.
Bisogna dunque concluderne che, per l’Esercito Siriano Libero e per l’IS, sostenuti dall’Occidente, sgozzare le persone costituisca un “comportamento normale”?
Il rapporto di Human Rights Watch dell’ottobre 2013 dimostra chiaramente che le uccisioni commesse durante “l’Operazione di salvataggio della costa” nella regione siriana di Laodicea sono state perpetrate da 20 gruppi, tra cui l’IS, Jabhat al-Nusra e l’Esercito Siriano Libero. Precisa peraltro che degli individui provenienti dall’Arabia Saudita e dal Qatar, notori alleati dell’Occidente, hanno finanziato e pianificato “l’Operazione di salvataggio della costa” e che i combattenti stranieri presenti a Laodicea erano tutti entrati in Siria, passando dalla Turchia, uno Stato membro della NATO.
Un “diplomatico occidentale ha sollevato il problema a HRW dichiarando che, in linea generale, i residenti in Europa che sono andati a combattere in Siria erano “più numerosi di quelli che erano andati a battersi in Afghanistan o in Iraq”.
La testimonianza di un medico dell’ospedale nazionale di Laodicea dice che “hanno ricevuto 205 cadaveri di civili uccisi durante le operazioni dal 4 al 18 agosto” e che “la maggior parte dei corpi era stata decapitata”.
Dunque, riassumendo: più di 200 civili sono stati uccisi nel corso di questa sola operazione e la maggior parte è stata decapitata, probabilmente da combattenti stranieri sostenuti dall’Occidente e transitati per uno Stato membro della NATO.
Dov’era il disgusto, l’orrore e l’indignazione dei leader occidentali all’epoca?
E’ del tutto evidente che lo sgozzamento di centinaia di civili siriani da parte delle forze sostenute dall’Occidente è una realtà capace di far piazza pulita della propaganda e di dimostrare che Assad diceva la verità quando sosteneva di combattere una invasione terrorista straniera. E’ per questa ragione che il rapporto di HRW non ha suscitato troppo scalpore e che la linea dei media occidentali non si è modificata.
Tuttavia, una volta falliti tutti gli altri tentativi di giustificare una invasione militare della Siria, ci troviamo oggi di fronte ad uno scenario tra i più assurdi: l’Occidente pretende di dovere intervenire contro la sua propria creatura assassina: lo Stato Islamico (IS).
Gli ultimi sgozzamenti dell’IS sono solo il pretesto per intervenire militarmente in Siria. Le centinaia di sgozzamenti di Siriani commessi dai soldati occidentali per procura nel corso degli anni provano che si tratta di un’altra operazione psicologica diretta a galvanizzare l’opinione pubblica a favore di un’altra guerra in Medio Oriente.