Crisi Siriana
Quinta settimana dell’intervento militare russo in Siria: i Russi si trincerano
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Crisi siriana, 8 novembre 2015 - Sia o non sia collegata direttamente alla guerra in Siria, non c’è dubbio che la catastrofe del Volo Kogalymavia 9268 è stata l’evento principale della settimana scorsa. Ribadirò solo la mia personale conclusione, che questa tragedia non influenzerà le operazioni russe in Siria e non muterà la situazione politica all’interno della Russia...
La prospettiva del Falco, 8 novembre 2015
Quinta settimana dell’intervento militare russo in Siria: i Russi si trincerano
Sia o non sia collegata direttamente alla guerra in Siria, non c’è dubbio che la catastrofe del Volo Kogalymavia 9268 è stata l’evento principale della settimana scorsa. Dal momento che ne ho già parlato in altra sede, non ne riparlerò in dettaglio qui. Ribadirò solo la mia personale conclusione, che questa tragedia non influenzerà le operazioni russe in Siria e non muterà la situazione politica all’interno della Russia. Per quanto riguarda poi le cause del disastro, è sempre più evidente che tutti i servizi di sicurezza, occidentali e russi sono arrivati alla conclusione provvisoria che si sia trattato davvero di una bomba. Venerdì, il capo dei Servizi di Sicurezza Federali ha raccomandato la cancellazione di tutti i voli per l’Egitto e l’evacuazione di tutti i cittadini russi in Egitto (circa 70.000 persone). Diverse nazioni europee hanno preso iniziative simili.
I resti dell'aereo russo abbattuto nel Sinai
C’è stato comunque questa settimana un altro sviluppo nell’operazione russa in Siria, interessante ma molto meno appariscente: silenziosamente ma molto efficacemente i Russi stanno “trincerandosi”.
Per la prima volta la Russia ha dichiarato ufficialmente che con le forze russe sono state dispiegate anche unità per la difesa antiaerea. Fino ad ora, l’onere principale della difesa antiaerea ricadeva sulle spalle della Marina Russa e, specificamente, sulle unità equipaggiate con la variante navale del sistema missilistico S-300. Questa non era la soluzione ottimale, non solo perché la difesa delle postazioni terrestri doveva essere fatta dal mare, tenendo così bloccato il corpo di spedizione della Marina Russa, ma anche perché questa soluzione permetteva di “coprire” solo metà della Siria.
TSaker-4W-1L’utilizzo dell’incrociatore lanciamissili Moskva è stato solo una misura tappabuchi per proteggere le forze russe a Latakia, ma ora sembra che che siano state dispiegate unità di difesa antiaerea appositamente per questo scopo. Sono probabilmente la versione terrestre del sistema missilistico S-300, possibilmente in combinazione con sistemi di difesa a punto come il Pantsir-S1 ed altri, a più corto raggio, MANPAD, come il 9K338 Igla-S e il più moderno 9K33 Verba.
Ci sono anche rapporti che indicano come i Russi abbiano messo in linea unità molto sofisticate per le contromisure elettroniche, compresi i sistemi di ultima generazione Krasukha-4 EW che sono i più perfezionati sistemi mobili per contromisure elettroniche, capaci, sembra di accecare AWACS e satelliti in orbita. A questo aggiungete la presenza nello spazio aereo dei SU-30M e avrete una forza capace di controllare il cielo siriano.
Al perché di tutto questo, le autorità russe hanno dato una risposta sagace: hanno detto che i sistemi di difesa antiaerea erano stati dispiegati per l’eventualità che un aereo dirottato potesse essere usato per attaccare la base russa di Latakia. Come no!
Lo scopo reale di tutte queste manovre è ovvio: la Russia sta cercando di sottrarre agli Stati Uniti il controllo dello spazio aereo al di sopra della Siria e, fino ad ora, c’è ben poco che gli USA possano fare in proposito (a meno di non scatenare una Terza Guerra Mondiale). Inoltre i Russi stanno anche mandando un messaggio a Turchia, Francia e Israele, tutte nazioni che hanno, in tempi e modi diversi, fatto capire di voler usare lo spazio aereo siriano per i loro propositi.
Ci sono adesso anche segnalazioni sul fatto che in Siria sono state inviate le Forze Speciali Russe. Il Wall Street Journal ha suggerito che a queste truppe potrebbe essere stato affidato il compito di coordinarsi con l’intelligence siriana e agire da controllori di volo avanzati (FAC). Personalmente vedo anche un altro incarico importante per queste unità: allestire depositi nascosti di carburante per gli elicotteri russi, nel caso ci fosse bisogno di inviarli a recuperare piloti russi eventualmente abbattuti nella Siria orientale (gli Spetsnaz preparavano questi depositi di carburante nel sud dell’Afghanistan durante la guerra).
TSaker-4W-2Guardate il raggio operativo degli elicotteri russi in Siria. Idealmente, una missione di ricerca e recupero impiegherebbe un elicottero da attacco puro, come il Mi-34 e uno multiruolo, come il Mi-17, il primo fornirebbe protezione e copertura al secondo. Sarebbe anche possibile proteggere il Mi-17 con i SU-25, ma la situazione ideale sarebbe quella di avere una base segreta di rifornimento ben all’interno del territorio controllato, almeno nominalmente, dal Daesh per aumentare l’autonomia delle squadre di soccorso.
Alcune fonti occidentali credono che alle Forze Speciali Russe potrebbero essere state assegnate missioni di combattimento. Questo è assolutamente possibile e tali azioni rientrano certamente nell’ambito delle capacità degli Spatsnaz GRU. In ogni caso, il loro utilizzo principale è la ricognizione speciale e, anche se potrebbero essere usati per distruggere obiettivi del Daesh di particolare valore (materiali o umani), probabilmente non lo verremo mai a sapere.
Quello che è certo è che i Russi stanno lentamente aumentando le loro capacità operative in Siria e la loro presenza sta crescendo: da una forza piccola e vulnerabile ad una molto più bilanciata ed efficiente.
Frattanto i Siriani potrebbero essere sul punto di raggiungere il primo vero successo della loro controffensiva. Mentre le forze governative siriane hanno lentamente respinto il Daesh su molti fronti, questi progressi non sono però riusciti, almeno fino ad ora, ad ottenere uno sfondamento operativo. Questo potrebbe succedere proprio adesso, con la tanto attesa riapertura dell’autostrada per Aleppo.
Il principale problema per i Russi rimane il fatto che l’Esercito Siriano non è stato in grado di capitalizzare l’intervento russo. Questo è dovuto ad una combinazione di fattori, compreso il fatto che l’Esercito Siriano deve operare su un fronte troppo esteso e non riesce a concentrare abbastanza truppe in un punto per operare uno sfondamento significativo, inoltre i combattenti del Daesh sono ben trincerati e, comunque, stanno resistendo con tenacia e abilità. La campagna aerea russa sta però degradando le capacità operative del Daesh ed è possibile che questo possa portare ad un collasso improvviso delle loro linee in qualche settore critico del fronte. Per esempio, sembra che all’Esercito Siriano manchino solo poche miglia alla liberazione del aereoporto militare di Kuweyres e, anche se i progressi sono molto lenti, è probabile che i Siriani riescano infine a rompere l’assedio del Daesh a questo cruciale obiettivo. Allo stesso modo si sta lentamente riconquistando Djobar, alla periferia di Damasco, un’operazione lenta ma che sta avendo esito positivo.
Complessivamente, sono cautamente ottimista e continuo a sperare in una vittoria operativa per i Siriani. Se non dovesse succedere, Iraniani ed Hezbollah dovrebbero intervenire con molte più forze.