Crisi Siriana
I Caschi Bianchi finanziati da GB/USA sono complici del blocco dell’acqua che asseta 5 milioni di Siriani
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Crisi siriana, gennaio 2017 - Il blocco dell’acqua di Wadi Barada, che asseta 5 milioni di persone a Damasco, vede la resposnabilità della organizzazione "umanitaria" dei Caschi Bianchi, finanziati da USA e Gran Bretagna
Moon of Alabama, 3 gennaio 2017 (trad. ossin)
I Caschi Bianchi finanziati da GB/USA sono complici del blocco dell’acqua che asseta 5 milioni di Siriani
Moon of Alabama
Il blocco dell’acqua di Wadi Barada, che asseta 5 milioni di persone a Damasco, assume un risvolto interessante. L’organizzazione dei Caschi Bianchi, finanziata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, sembra esservi direttamente coinvolta. Ciò accresce i sospetti che il blocco illegale dell’acqua che i civili di Damasco subiscono sia parte di una campagna organizzata dagli Stati Uniti. La campagna ha l’obiettivo di sabotare il funzionamento dei servizi pubblici nelle zone sotto il controllo del governo, come rappresaglia per la liberazione di Aleppo -Est.
Come avevamo scritto ieri :
«Dopo la liberazione della parte orientale della città di Aleppo da parte delle forze governative siriane, i ribelli locali e gli abitanti della vallata del fiume Barada erano pronti a trattare col governo siriano. Ma i takfiri di Al Qaeda non volevano e hanno preso il sopravvento. Così la zona è finita sotto il totale controllo di Al Qaeda e dunque non rientra nel recente accordo di cessate il fuoco.
Il 22 dicembre, l’approvvigionamento idrico di Damasco è stato improvvisamente contaminato da immissione di diesel e non è più potabile. L’indomani le forze governative siriane hanno lanciato un’offensiva per riprendere la zona e ricostituire le riserve di acqua.
Alcune foto e un video diffusi nei media sociali (che in seguito sono stati soppressi, ma che io ho visto quando sono stati postati) mostravano l’istallazione di trattamento dell’acqua imbottita di esplosivo. Il 27 dicembre è esplosa ed è stata in parte distrutta».
Il governo siriano è pronto a inviare dei tecnici per riparare le istallazioni, perché i milioni di civili di Damasco possano avere l’acqua. Ma l’accesso al sito non è stato loro autorizzato e l’esercito siriano tenta attualmente di cacciare Al Qaeda e i suoi alleati dalla zona.
Curiosamente, alcuni gruppi «civili» hanno offerto al governo siriano l’autorizzazione ad accedere al sito oggi, imponendo molte condizioni (non gradevoli):
Hassan Ridha @sayed_ridha – 2:10 AM – 3 gen 2017
Dichiarazione di Wadi Barada : «consentiremo ai tecnici di riparare la fonte d’acqua se l’esercito siriano e gli Hazbollah cesseranno gli attacchi, se l’assedio verrà levato e se il cessate il fuoco sarà posto sotto il controllo di osservatori internazionali»
[allegato]
EHSANI2 @ EHSANI22 – 6:43 AM – 3 gen 2017
L’opposizione è disposta a trattare l’accesso alla fonte d’acqua per #Damasco in cambio della cessazione delle operazioni militari dell’esercito.
[allegato]
Ecco l’allegato ai due tweet. Notate chi l’ha firmato:
Guardate i loghi delle organizzazioni che hanno firmato. Riconoscerete probabilmente quello nel mezzo della seconda fila. Eccolo ingrandito:
Ed ecco l’originale di questo logo, copiato direttamente dal sito web dell’organizzazione di difesa civile siriana, alias i Caschi Bianchi:
Le organizzazioni che trattano per levare il blocco dell’acqua a Damasco ritengono evidentemente di averne il potere. Si può dunque pensare che siano anche responsabili dell’imposizione del blocco. Devono anche intrattenere relazioni intime coi combattenti di Al Qaeda, che occupano attualmente le istallazioni di acqua danneggiate.
I Caschi Bianchi, creati e pagati dai governi statunitense e britannico, stanno bloccando in modo «neutrale, imparziale e uguale per tutti i Siriani» l’approvvigionamento d’acqua per 5 milioni di Siriani a Damasco. Militari statunitensi e ufficiali della CIA guidano i «QG delle operazioni» in Giordania e in Turchia che realizzano l’insurrezione.
Ciò accresce i sospetti che il blocco sia parte di una risposta organizzata dai nemici della Siria alla recente liberazione di Aleppo -Est. Come ho già scritto ieri:
«Questa interruzione dell’erogazione dell’acqua fa parte di una strategia più ampia, evidentemente coordinata, diretta a privare dei servizi pubblici tutte le zone sotto il controllo del governo. Due giorni fa, lo Stato Islamico ha chiuso un importante accesso all’acqua di Aleppo sull’Eufrate. I pali dell’alta tensione delle linee che alimentano Damasco sono stati distrutti e non è stato autorizzato l’accesso ai tecnici per ripararli, contrariamente a quanto accadeva prima. Anche il rifornimento di gas è interrotto in certe zone di Damasco»
Anche dopo 14 giorni di crisi dell’acqua a Damasco, nessun media «occidentale» ha detto una parola sul blocco imposto da Al Qaeda a 5 milioni di Siriani. Possiamo essere certi che non scriveranno una sola parola sui milioni di civili presi illegalmente in ostaggio a Damasco dalla loro organizzazione di propaganda preferita, i Caschi Bianchi.