ProfileCrisi siriana, 1° maggio 2018 - Solo pochi mesi dopo i moti del 2011, la politica britannica ha cominciato a ingerirsi negli affari interni siriani e, da allora, contribuisce a prolungare e radicalizzare la guerra devastatrice che imperversa nel paese (nella foto, combattenti del FSA)    

 

Middle East Eye, 27 aprile 2018 (trad. ossin)
 
L’operazione segreta della Gran Bretagna per rovesciare Assad
Mark Curtis
 
Solo pochi mesi dopo i moti del 2011, la politica britannica ha cominciato a ingerirsi negli affari interni siriani e, da allora, contribuisce a prolungare e radicalizzare la guerra devastatrice che imperversa nel paese
 
Combattenti dell'Esercito Siriano Libero (FSA) tengono una posizione nella regione di Tal Malid, a nord di Aleppo, il 20 gennaio 2018 (AFP)
 
Alcuni commentatori dei media mainstream britannici pensano che il Regno Unito non abbia « fatto niente » nella guerra in Siria e deplorano che non abbia contribuito a porre termine al conflitto. 
 
In realtà la Gran Bretagna è impegnata da più di sei anni in una operazione segreta, in cooperazione coi suoi alleati, diretta a rovesciare il presidente Bachar al-Assad, e questa politica contribuisce a prolungare e radicalizzare questa terribile guerra. E’ l’azione britannica – non l’inazione –  a rappresentare il problema più grosso in Siria. Ci vorranno forse molti anni perché tutta la storia di questa operazione segreta venga fuori, ma alcuni aspetti possono già essere ricostruiti. 
 
Rafforzare il suo controllo sul Medio Oriente
 
Le operazioni segrete britanniche sembra siano iniziate alla fine del 2011, pochi mesi dopo che manifestazioni popolari avevano cominciato a sfidare il governo nel marzo di quell’anno. Di carattere autoritario, il governo di Assad è ricorso alla violenza per tentare di reprimere le proteste, sparando sulla folla, arrestando migliaia di cittadini e torturandone molti. 
 
Mano a mano che aumentavano le vittime del regime, l’opposizione cresceva in proporzione. Il Regno Unito e i suoi alleati si sono visti presentare l’opportunità che da tempo cercavano, quella di liberarsi di un governo nazionalista indipendente nella regione e così rafforzare il loro controllo globale sul Medio Oriente.
 
Il Qatar ha cominciato a inviare armi ad alcuni gruppi di opposizione in Siria, con l’approvazione degli Stati uniti, nella primavera del 2011; nello spazio di poche settimane l’amministrazione Obama ha cominciato a ricevere rapporti sul rifornimento di armi ad alcuni gruppi armati. A novembre, l’ex responsabile della CIA Philip Giraldi ha scritto che « aerei da combattimento NATO non identificati » stavano giungendo in Turchia, trasportando armi e 600 combattenti provenienti dalla Libia per sostenere l’Esercito Libero Siriano (FSA), un gruppo di disertori dell’esercito siriano. 
 
Il MI6 britannico e le forze speciali francesi avrebbero prestato assistenza ai combattenti siriani e valutato le loro necessità in materia di formazione, armamento e comunicazioni, mentre la CIA forniva materiale di comunicazione e di intelligence.  
 
Quindi il governo di David Cameron ha avviato un’azione segreta in Siria quando aveva appena rovesciato Muammar Gheddafi in Libia, dove pure aveva lavorato al fianco di islamisti. Alcuni militanti libici che si sono uniti alla insurrezione siriana sarebbero stati formati da forze britanniche, francesi o statunitensi in Libia per combattere Gheddafi. Qualcuno di essi si unirà più tardi allo Stato Islamico o alla filiale di Al Qaeda in Siria, il Front al-Nusra, diventato il gruppo ribelle siriano più potente. 
 
La « rat line » delle armi
 
La Gran Bretagna si è implicata nella « rat line » di armi trasportate in Siria dalla Libia attraverso il sud della Turchia, che venne autorizzata all’inizio del 2012 in virtù di un accordo segreto concluso tra Stati Uniti e Turchia. Rivelato dal giornalista Seymour Hersh, il progetto è stato finanziato dalla Turchia, dall’Arabia saudita e dal Qatar, mentre la « CIA, con l’appoggio del MI6, era responsabile del trasporto verso la Siria delle armi recuperate negli arsenali di Gheddafi ».
 
L’operazione non è stata comunicata alle commissioni di intelligence del Congresso USA, come pure pretende la legge statunitense, e il « coinvolgimento dello MI6 ha permesso alla Cia di aggirare la legge classificando la missione come un’operazione di collegamento ».
 
Hersh ha notato che « un gran numero di individui destinatari finali delle armi erano dei jihadisti », alcuni dei quali affiliati ad Al Qaeda. Si pensa infatti che il Qatar – che era il principale alleato del Regno Unito nel rovesciamento di Gheddafi e ora stava ripetendo lo stesso ruolo in Siria – stesse fornendo armi e denaro al Fronte al-Nusra. Il Telegraph ha riportato le dichiarazioni di un diplomatico del Medio Oriente secondo cui il Qatar era responsabile del fatto che il Fronte al-Nusra « aveva denaro, armi e tutto quello di cui [aveva] bisogno ».
 
Manifestanti protestano contro il coinvolgimento militare del Regno Unito in Siria, davanti al Parlamento, nel centro di Londra, il 16 aprile 2018 (AFP)
 
Nel 2012, l’esercito britannico ha elaborato dei piani per formare un esercito di 100.000 ribelli siriani « moderati » con l’obiettivo di rovesciare Assad, che avrebbe dovuto marciare su Damasco con una copertura aerea occidentale e del Golfo. Cameron è stato informato che questa iniziativa « di preparazione, equipaggiamento e formazione » richiedeva un anno di lavoro, ma il Consiglio per la sicurezza nazionale Britannica ha respinto il progetto, giudicandolo troppo rischioso.
 
E tuttavia il piano statunitense per la formazione di una importante forza di ribelli siriani, varato nel 2013, è stato descritto come un « eco » di questo piano britannico.
 
L’addestramento di ribelli da parte del Regno Unito nelle basi in Giordania con l’obiettivo di combattere Assad venne autorizzato più o meno in questo periodo; si è anche detto che alcune forze speciali presenti in queste basi sarebbero « probabilmente » state inviate in Siria per compiere delle missioni. Ad agosto 2012, la base militare e di intelligence Britannica a Cipro trasmetteva anche informazioni al FSA attraverso la Turchia, e la Gran Bretagna forniva ai gruppi ribelli anche dei telefoni satellitari per il coordinamento delle operazioni militari.
 
Il Foreign Office ha anche « insegnato competenze in materia di negoziato e ‘stabilizzazione’ ai capi dell’opposizione, e fornito consulenza su come rivolgersi al popolo siriano e al pubblico internazionale ». 
 
Armi inviate a gruppi estremisti
 
E’ stato detto che gli Stati Uniti erano pienamente consapevoli che la maggior parte delle armi fornite dai loro alleati sauditi e qatariani giungevano a « jihadisti islamisti estremisti e non ai gruppi dell’opposizione più laici ». Tuttavia la partecipazione statunitense e britannica alla guerra si è intensificata ancora nel novembre 2012 quando, durante una conferenza in Qatar degli « Amici della Siria », un gruppo di paesi contrari ad Assad, la Gran Bretagna ha annunciato che avrebbe cercato di organizzare i ribelli armati siriani per farne una « forza di combattimento efficace ».
 
Il ministro degli esteri William Hague si proponeva di istituire un governo ad interim nel nord della Siria e « riunire » le forze di opposizione siriane sul terreno con l’obiettivo di rovesciare Assad.
 
Due giorni dopo, il generale David Richards, capo di stato maggiore della difesa Britannica, ha convocato una riunione a Londra con la finalità di armare ulteriormente l’opposizione. Poco tempo dopo, gli Stati Uniti hanno coordinato un ponte aereo di 3000 tonnellate di armi destinate al FSA dalla Croazia, con l’aiuto della Gran Bretagna e altri Stati europei, una iniziativa pagata dall’Arabia Saudita. 
 
Lord Ashdown, l’ex leader dei Liberaldemocratici, ha poi dichiarato che questa massiccia quantità di armi finiva « quasi esclusivamente nelle mani dei gruppi jihadisti più radicali ». Il Fronte al-Nusra e un altro gruppo estremista islamista, Ahrar al-Sham, si sono impadroniti di armi destinate alla FSA, mentre altre sono accidentalmente state inviate a combattenti dello Stato Islamico nel vicino Iraq.
 
La Gran Bretagna era strettamente coinvolta nel programma « Timber Sycamore » di Obama avviato ad aprile 2013, che è diventata la maggiore operazione statunitense di fornitura di armi e addestramento destinata a gruppi di opposizione siriana sedicenti « verificati ». Le sale di commando in Turchia e Giordania, gestite da responsabili dei Servizi segreti statunitensi, britannici, turchi, francesi, sauditi e degli Emirati, fornivano missili anticarro e missili a diversi gruppi dell’opposizione.
 
Ancora una volta, molte armi sono cadute nelle mani dello Stato Islamico e di Al Qaeda, talvolta dopo essere passati per il mercato nero. Gli Stati Uniti hanno investito più di un miliardo di dollari nel Timber Sycamore, un’operazione poi chiusa solo nel 2017 dal presidente Donald Trump.
 
Un « ufficio stampa » per il FSA
 
Nell’autunno 2013, la Gran Bretagna ha avviato una importante ristrutturazione della sua campagna a favore dell’opposizione siriana, che si era capito essere dominata da estremisti e jihadisti. Il Guardian ha rivelato che la Gran Bretagna versava 2,4 milioni di sterline (circa 2,75 milioni di euro) ad appaltatori privati per fornire « un aiuto in materia di comunicazioni strategiche ed operazioni mediatiche all’opposizione armata moderata in Siria », una iniziativa definita come un « ufficio stampa dell’Esercito Siriano Libero » gestito dalla Gran Bretagna.
 
Jaych al-Islam (« Esercito dell’Islam »), una coalizione più recente, composta da una cinquantina di fazioni islamiste e finanziata dall’Arabia saudita, era uno dei gruppi ritenuti dalla Gran Bretagna far parte della « opposizione armata moderata ». 
 
 
 
 
Più tardi, quello stesso anno, inviati speciali britannici e statunitensi si sono incontrati segretamente ad Ankara con i leader di taluni gruppi di opposizione islamisti siriani, nel tentativo di facilitare una nuova alleanza tra essi, secondo quanto si è appreso. Il Telegraph scrisse che le discussioni hanno coinvolto anche « gruppi militanti che intendono istituire uno Stato ispirato ad una sharia intransigente, perché le forze laiche in precedenza sostenute perdono terreno ».
 
Se pure ignoriamo quali siano stati i gruppi militanti incontrati dai responsabili britannici, sappiamo però che in quel periodo si era formata una nuova coalizione, il Fronte islamico, che comprendeva Jaych al-Islam e Ahrar al-Sham e che ha regolarmente cooperato con il Fronte al-Nusra e lo Stato Islamico fino al gennaio 2014. Il cofondatore di Ahrar al-Sham, Abou Khaled al-Souri, è stato il rappresentante di Al Qaeda in Siria, prima di essere ucciso nel febbraio 2014 ; una serie di trasferimenti di denaro e di contatti personali lo collegano anche agli attentati di Madrid del 2004.
 
Le operazioni segrete britanniche e statunitensi erano interamente centrate sul rovesciamento di Assad nei primi anni di guerra. Gli Stati Uniti hanno cominciato gli attacchi aerei contro lo Stato Islamico in Siria nel settembre 2014. Io non ho trovato alcuna prova della formazione al combattimento contro lo Stato Islamico di ribelli siriani da parte della Gran Bretagna prima del maggio 2015, data in cui Londra ha mandato 85 soldati in Turchia e in Giordania per la formazione di ribelli che combattessero anche contro Assad.
 
A luglio 2015, la Gran Bretagna formava dei Siriani in Arabia Saudita, in Turchia, in Giordania e in Qatar per combattere lo Stato Islamico, ma la Guerra contro Assad proseguiva ugualmente.
 
Il mito dell’opposizione moderata
 
Le operazioni in Siria dei Britannici e i loro alleati sono state per diversi anni compiute in collaborazione con i gruppi estremisti e jihadisti, aiutandoli e rafforzandoli. Nel 2016, l’ex ambasciatore in Siria, Peter Ford, ha dichiarato ad una commissione d’inchiesta parlamentare che l’esistenza di gruppi « moderati » tra l’opposizione armata era « in gran parte immaginaria ».
 
Sebbene il FSA comprendesse qualche unità laica, esso è stato di fatto alleato dello Stato Islamico fino al 2013 e collaborava con questo nei campi di battaglia fino al 2014, pur in presenza di tensioni tra i due gruppi. « Intratteniamo buone relazioni con i nostri fratelli del FSA », ha affermato nel 2013 Abou al-Atheer, dirigente dello Stato Islamico, dopo avere acquistato delle armi dal FSA.
 
I ribelli appoggiati dal Regno Unito intrattenevano una relazione ancora più stretta col Fronte al-Nusra. Paul Wood, della BBC, ha detto nel 2013 che « il FSA (era) tanto legato al Fronte al-Nusra che (si erano) quasi fusi ». Il FSA ha regolarmente collaborato col Fronte al-Nusra per tutta la durata del conflitto. 
 
Combattenti di Jaych al-Islam consegnano le armi alle forze governative siriane a Doumeir, a est di Damasco, il 22 aprile 2018 (AFP)
 
Nel 2015, un processo all’Old Bailey contro Bherlin Gildo, un cittadino svedese accusato di avere frequentato un campo di addestramento terrorista per combattere in Siria, si è sgonfiato quando è emerso che i servizi di informazione britannici sostenevano quegli stessi gruppi di opposizione. I media britannici hanno riferito che Gildo aveva combattuto sia nei ranghi del Fronte al-Nusra, che in quelli di un gruppo jihadista affiliato, Kataib al-Muhajireen.
 
Non era certo però che la Gran Bretagna appoggiasse davvero questo gruppo in particolare; la vicenda si è sgonfiata più probabilmente perché la Gran Bretagna sosteneva l’opposizione armata rappresentata dal FSA e perché questa forza era praticamente impossibile da distinguere dai gruppi armati  che reclutavano gente come Gildo.
 
Se è poco probabile che la Gran Bretagna abbia armato e formato direttamente dei gruppi jihadisti in Siria, la sua guerra segreta è andata però avanti nella piena  consapevolezza che questi gruppi approfittavano della sua politica. Alastair Crooke, ex dirigente del MI6, ha osservato: « L’Occidente non fornisce armi ad Al Qaeda, e ancor meno allo Stato Islamico, ma il sistema che ha creato produce proprio questo risultato ». Le armi fornite al FSA venivano « considerate come una specie di Walmart [supermercato] che consentiva ai gruppi più radicali di rifornirsi in armi e continuare il jihad ».
 
Tutti i tentativi di « controllare » i gruppi prima che essi ricevessero l’aiuto occidentale sono suonati come un riconoscimento del ruolo dominante giocato dai gruppi estremisti in seno all’opposizione – ma questa politica si è dimostrata in gran parte priva di senso. L’operazione segreta Britannica rientra in un programma enorme nell’ambito del quale l’Arabia saudita ha speso « diversi miliardi » di dollari e il Qatar 3 miliardi di dollari per finanziare gruppi in maggioranza estremisti. 
 
Parlamentari ingannati
 
Nel 2017, il governo britannico ha rivelato di avere speso 199 milioni di sterline (circa 229 milioni di euro) dal 2015 per sostenete l’« opposizione moderata » ad Assad e allo Stato Islamico.
 
Questo sostegno comprendeva « comunicazione  e attrezzature mediche e logistiche » e la formazione di giornalisti per lo sviluppo di « media siriani indipendenti ». Ma i dettagli delle più recenti operazioni segrete britanniche restano oscuri e pochi recenti resoconti giornalistici hanno consentito di svelare il ruolo giocato dal Regno Unito. 
 
 
 
 
 
 
Il governo sta fornendo risposte fuorvianti alle domande rivolte dai parlamentari. La scorsa settimana non ha risposto ad una questione del deputato laburista Lloyd Russell-Moyle, che chiedeva quali gruppi siano stati formati dal Regno Unito dopo il 2012; ha detto di avere addestrato solo dal 2016 gruppi che combattono contro lo Stato Islamico.
 
Rispondendo ad un’altra interpellanza parlamentare avanzata il mese scorso a proposito del numero di soldati britannici attualmente presenti in Siria, il governo ha alimentato altri sospetti non rispondendo con precisione, attestando solo la presenza di 600 soldati in tutto il Medio oriente, ancora un volta al solo scopo di combattere contro lo Stato Islamico.
 
Nel frattempo, il governo britannico continua a sostenere che i « più importanti gruppi di opposizione armata sul terreno » in Siria « non sono terroristi » e anzi sono fautori di una soluzione politica negoziata della crisi. 
 
La politica della Gran Bretagna, e quella dei suoi alleati, hanno contribuito ad accrescere le sofferenze dei Siriani e non sono state in alcun modo ispirate dalla loro condizione difficile. Esse hanno anche contribuito alla crescita della minaccia terrorista su scala mondiale.
 
Si ritiene che centinaia di Britannici, compresi i jihadisti affiliati ai gruppi più violenti, siano stati addestrati in Siria e incoraggiati a rientrare nel Regno Unito per organizzare attentati. La politica attiva e bellicosa della Gran Bretagna contro la Siria è un disastro per le popolazioni dei due paesi.
 
 
 - Mark Curtis è uno storico e analista della politica estera e dello sviluppo internazionale del Regno Unito e autore di sei libri, l'ultimo dei quali è un'edizione aggiornata di Secret Affairs: Britain's Collusion with Radical Islam.
 
 
 
 
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