Egitto: l’esercito difende i suoi interessi economici
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RIA Novosti, 9 luglio 2013 (trad. ossin)
Egitto: l’esercito difende i suoi interessi economici
I generali egiziani hanno un interesse personale a ristabilire l’ordine al più presto possibile: le entrate annuali delle imprese dell’esercito raggiungono i 100 miliardi di dollari, vale a dire 1/5 del PIL nazionale
Gli scontri di ieri in Egitto hanno provocato almeno 40 morti e centinaia di feriti. Dopo avere destituito il presidente Mohamed Morsi, i militari rendono note le proprie decisioni, scrive il quotidiano RBC Daily del 9 luglio 2013.
I generali hanno un interesse personale a ristabilire l’ordine al più presto possibile: le entrate annuali delle imprese dell’esercito raggiungono i 100 miliardi di dollari, vale a dire 1/5 del PIL nazionale.
L’esercito egiziano mette in commercio un ampio ventaglio di servizi e prodotti di consumo: dagli alimenti alla benzina, passando per gli hotel di lusso, scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung. La marca Armed Forces (le Forze Armate egiziane) è molto presente nei supermercati del Cairo sulle confezioni della pasta, dell’olio di oliva, delle uova, dei polli, dello zucchero o del pesce, ma anche delle pentole, delle stufe e perfino delle televisioni LCD. Detto questo, i reali profitti dei militari in Egitto costituiscono un segreto di Stato e la legge punisce ogni divulgazione di informazioni in proposito. Gli economisti indipendenti possono solo valutare in termini assai generali le entrate e i profitti delle imprese industriali ed agricole dei militari.
I privilegi dei generali egiziani sono molti: le loro fabbriche di pasta e la rete delle stazioni di servizio Wataniyyah non hanno obblighi di dichiarazioni fiscali. Le informazioni sulle quali è imposto il segreto riguardano anche il numero di camion che trasportano la carne dai macelli dell’esercito. Secondo altre stime, i militari controllano direttamente da 30 a 40 gruppi industriali e godono talvolta di condizioni di monopolio . Inoltre i generali mandano spesso le loro reclute a lavorare nei campi o alle linee di montaggio.
Anche nel mercato immobiliare la posizione dei militari egiziani sono molto forti: una legge permette loro di appropriarsi praticamente di qualsiasi terra del demanio, solo classificandola come “necessaria per la difesa” del paese. I generali si occupano dunque attivamente della costruzione e della commercializzazione di insediamenti residenziali di lusso, di luoghi di intrattenimento e di hotel. Questi affari portano loro delle somme considerevoli: possono vendere o affittare queste costruzioni alle grandi società turistiche.
I generali non si sono dimostrati tuttavia dei manager efficaci, nonostante la loro presenza in tutti i campi dell’economia egiziana. Miliardi di dollari del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, come i 40 miliardi di dollari dell’aiuto militare degli Stati Uniti versati nel corso degli ultimi 30 anni (1,3 miliardi di dollari all’anno) non sono stati sufficienti perché l’economia egiziana recuperasse il suo ritardo nei confronti di altre economie emergenti, afferma Zeinab Abul-Magd, specialista statunitense del Medio Oriente. Se nel mondo la povertà è diminuita di due volte negli ultimi 20 anni, un numero importante di Egiziani vive ancora al di sotto della soglia di povertà, sottolinea.