Un ex della CIA rivela la guerra segreta di Obama in Siria e in Iran
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Solidarité et Progrès, 13 dicembre 2011 (trad. Ossin)
Un ex della CIA rivela la guerra segreta di Obama in Siria e Iran
Mentre un intervento militare in Iran continua a costituire un’opzione reale e cresce la pressione sulla Siria, si è intensificata la guerra segreta, soprattutto sotto la guida del presidente Obama. Secondo l’ex ufficiale della CIA Philip Giraldi, esperto di lotta antiterrorismo, la Casa Bianca ha recentemente inoltrato diverse direttive alle agenzie di intelligence, autorizzando delle azioni clandestine più penetranti contro Damasco e Teheran. “Tenuto anche conto delle più importanti operazioni di informazione attualmente condotte in Libano, tutto questo assomiglia ad una guerra segreta contro l’Iran e i suoi alleati in Medio Oriente”.
Dal 2008, scrive Giraldi sul sito antimperialista USA antiwar.com, “gli Stati Uniti considerano i Guardiani della Rivoluzione iraniani come una organizzazione terrorista”, cosa che autorizza l’assassinio dei suoi membri, spiega. Già nel 2003 l’amministrazione Bush “diede l’autorizzazione a contrastare l’attività della Guardia rivoluzionaria nelle zone frontaliere (…); nel 2007 una direttiva di George W. Bush autorizzava attacchi contro le infrastrutture e i ricercatori iraniani impegnati nel nucleare, oltre allo sviluppo, in coordinamento con gli Israeliani, di virus informatici”.
Secondo Giraldi gli assassini perpetrati in applicazione di queste direttive non sono stati per mano né di Israele né degli Stati Uniti, i cui agenti “non possono operare sul suolo iraniano”, ma per mano della Organizzazione dei mujaheddin del popolo iraniano (OMPI) – il movimento di resistenza armata che l’Unione Europea e il MI-5 hanno cancellato dalle liste antiterroriste nel 2008 e 2009, e che è soprattutto finanziata dalle reti anglo-saudite, oltre che dai separatisti baluci dei Jundallah e del Partito per una vita libera in Kurdistan (PJAK). “Le nuove direttive contro l’Iran tendono a estendere queste operazioni con l’obiettivo di strangolare l’Iran, creando insurrezioni lungo tutta la frontiera”.
Anche in Siria, malgrado gli avvertimenti della Russia e della Cina, l’intervento straniero è ben reale, riferisce, “attraverso la realizzazione di una rete clandestina di sostegno all’insurrezione contro il governo di Bachar Al-Assad”: i ribelli operano a partire dalla città turca di Iskenderun; sono approvvigionati con armi provenienti dal surplus libico e trasportate direttamente in aereo dalla NATO; 600 combattenti del CNT libico li addestrano alla guerriglia; sono anche presenti forze speciali francesi e inglesi; gli Stati Uniti forniscono le attrezzature di comunicazione e informazione ai ribelli, mentre elementi della National Endowment for Democracy (NED – molto attiva in Russia) organizzano corsi su “come costruire la democrazia”.