E’ Israele la vera minaccia nucleare in Medio Oriente
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Irib.fr, 5 aprile 2015 (trad.ossin)
E’ Israele la vera minaccia nucleare in Medio Oriente
Lamis Andoni
“Israele nasconde un arsenale nucleare, rifiuta di sottoporsi a qualsiasi ispezione e strilla contro chiunque osi denunciarlo. E’ davvero giunto il momento che tutto questo cambi”, ci dice Lamis Andoni
Mentre esperti e leader di tutto il mondo si interrogano sulla idoneità dell’accordo storico tra Stati Uniti e Iran a porre fine alla “minaccia nucleare iraniana”, continua a mantenersi un silenzio assoluto sul fatto che Israele già detiene armi nucleari.
Gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per tenere nascosto il programma nucleare israeliano, volendo assicurare la superiorità militare del loro alleato preferito.
Ora che gli Stati Uniti hanno concluso un accordo con l’Iran che, quanto meno, “rallenterà” il programma nucleare di quest’ultimo, Israele non può più presentare l’Iran come una “minaccia per la sua esistenza”. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu è furioso contro l’accordo perché sa che esso mette a nudo le sue menzogne, quelle che per anni hanno permesso al suo paese di dispiegare politiche sanguinarie e di sottrarsi, allo stesso tempo, alle pressioni perché aderisse al Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP).
Nel corso degli ultimi tre decenni, l’attenzione e le iniziative internazionali si sono concentrate sull’Iran, l’Iraq e la Siria, mentre Israele rifiutava di sottoporsi a qualsiasi ispezione internazionale sulle proprie capacità nucleari. Washington ha fatto di tutto perché Israele potesse sottrarsi a qualsiasi esame, mentre nello stesso tempo invadeva l’Iraq “per distruggere le sue armi di distruzione di massa”, che non sono mai esistite, e imponeva sanzioni all’Iran, per impedire a quest’ultimo di sviluppare un arsenale.
Israele si considera in diritto di rifiutare qualsiasi ispezione internazionale delle propri istallazioni militari, perché il fatto che essa non ha mai voluto firmare il TPN, la esenterebbe da qualsiasi pretesa della comunità internazionale di sottoporla a ispezioni.
Nel 2010, Israele ha risposto con violenza ad un appello redatto dai 189 paesi firmatari del TNP, tra cui gli Stati Uniti, per l’organizzazione di una conferenza, nel 2012, finalizzata a stabilire l’interdizione delle armi nucleari in Medio oriente. Israele ha attaccato, definendolo “folle e perverso”, il risultato di questa conferenza – una dichiarazione che chiedeva una ispezione, da parte delle Nazioni Unite, delle istallazioni nucleari israeliane.
Il governo israeliano ha dichiarato che, “non essendo tra i firmatari del TNP, Israele non è vincolata dalle decisioni di questa conferenza, che non ha alcuna autorità su Israele”.
Ciò che è davvero folle e perverso è questa logica, tipicamente israeliana: da quando in qua il rifiuto da parte di un paese di firmare un trattato internazionale, gli attribuirebbe il potere di violarlo?
Con la protezione degli Stati Uniti, la paralisi e il silenzio della sedicente comunità internazionale, Israele continua a rifiutare di aderire al TNP, e si serve di questo rifiuto come una scusa per la sua auto dichiarata impunità.
E questa protezione degli Stati Uniti è stata, più e più volte, confermata: nel 2010, il presidente Barack Obama ha fatto marcia indietro rispetto all’appello rivolto a tutti i paesi perché aderissero al TNP e ha criticato il tentativo dei firmatari di “denunciare Israele”.
Nascosto nel deserto
Alcune fughe di notizie, negli anni 1960, hanno fornito una qualche idea sul programma nucleare sviluppato da Israele, ma è stato solo nel 1986 che sono apparse delle informazioni dettagliate.
Mordechai Vanunu, un giovane tecnico nucleare israeliano, ha stupefatto il mondo, quando fornì dei dettagli, senza precedenti e completi, comprese delle foto, al Sunday Times di Londra. Poco tempo dopo, Vanunu venne rapito da agenti del Mossad in Italia, riportato in Israele e condannato a 18 anni di prigione, con lunghi periodi di completo isolamento.
Quando ho potuto, finalmente, incontrare Vanunu in un caffè di Gerusalemme est, nel 1998, ho trovato un uomo estremamente stanco, messo al bando dalla società israeliana, ma non spezzato. Mi ha detto, come dice a tutti quelli che incontra, che si sente fiero e non prova rimorso per quel che ha fatto, perché lo ha fatto per fermare il programma nucleare israeliano.
Dopo le fughe di notizie di Vanunu, altri dettagli sono venuti fuori sull’arsenale israeliano, i suoi missili e i suoi sistemi di spiegamento. Ma il mondo continua a fissare la propria attenzione solo sui paesi considerati da Washington come “una minaccia”.
I responsabili dell’occidente affrontano raramente la questione (del nucleare israeliano) e, se lo fanno, ne parlano in privato – come se vi fosse un consenso tacito a non parlarne, se non per difendere Israele. I pochissimi tra di loro che osano riconoscere l’esistenza del programma nucleare israeliano o criticare Israele pubblicamente, lo fanno di solito dopo avere dismesso le proprie cariche ufficiali.
Jack Straw, ex ministro degli affari esteri britannici, ha sorpreso molti, nel 2013, dicendo, durante il programma BBC “Radio 4’s Today” che, a differenza dell’Iran, Israele dispone di “ampie capacità nucleari”.
Ma dichiarazioni come quelle di Straw non rompono il muro del silenzio, non interrompono la complicità occidentale con il programma nucleare israeliano. Dopo tutto vi è un consenso occidentale assolutamente dichiarato per mantenere la superiorità israeliana nella regione (medio orientale).
E’ legittimo pensare che la determinazione degli Stati Uniti nel concludere un accordo con l’Iran provenga, in parte, dalla volontà di ridurre la capacità dell’Iran di opporsi a Israele. Assicurare la superiorità “nucleare” di Israele ha consentito a quest’ultima di dettare le proprie condizioni, sul terreno e nei tavoli di negoziato, pur continuando a rubare la terra dei Palestinesi.
Invece di obbligare Israele a rendere conto del suo operato e dei suoi crimini di guerra, l’Occidente ha giocato un ruolo ipocrita, e il suo impegno per una “zona libera da armi nucleari” in Medio Oriente significa, in realtà, il disarmo nucleare per tutti, tranne che per Israele.