L’Irlanda vara una legge che vieta il commercio dei prodotti delle colonie israeliane
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Middle East Monitor, 25 gennaio 2019 (trad.ossin)
L’Irlanda vara una legge che vieta il commercio dei prodotti delle colonie israeliane
Middle East Monitor
L’Irlanda ha approvato in seconda lettura una legge che impedisce la vendita di prodotti provenienti dalle colonie di Israele nella Cisgiordania occupata
La Camera bassa del Parlamento irlandese - il Dail – ha votato ieri in favore di un progetto di legge che vieta l’acquisto dei beni e servizi prodotti nelle colonie israeliane in Cisgiordania, considerate illegali dal diritto internazionale. Il progetto di legge era stato già approvato dalla Camera alta del Parlamento – il Seanad – prima di essere presentato alla Camera bassa, dove è stato votato da una maggioranza di 78 voti contro 45, ha reso noto Al Jazeera.
Il progetto di legge – il cui nome ufficiale è “progetto di legge sul Controllo dell’Attività Economica (Territori occupati)” – deve ancora superare alcune tappe prima di diventare legge a tutti gli effetti, ma la cosa dovrebbe riuscire grazie al largo appoggio di cui dispone da parte dei partiti dell’opposizione irlandese.
Quando la legge sarà approvata, sono previste pene che potranno andare fino a 250 000 euro (284 000 dollari) o a cinque anni di reclusione per le persone riconosciute colpevoli di importazione o vendita di beni o di servizi originari delle colonie del Golan, di Gerusalemme est o della Cisgiordania, informa il Jerusalem Post.
Benché si stimi che il valore delle esportazioni di prodotti delle colonie verso l’Irlanda sia tra 580 000 e 1,1 milioni di dollari all’anno, il valore simbolico del progetto di legge e il fatto che esso potrebbe costituire un esempio anche per gli altri paesi europei, lo ha fatto salutare come una vittoria della campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS). Mustafa Barghouti, segretario generale del partito dell’Iniziativa nazionale palestinese, ha dichiarato che questo progetto di legge costituisce una «grande vittoria per il movimento BDS» e ha promesso che cercherà di «fare adottare leggi di questo tipo in un certo numero di paesi europei in un prossimo futuro».
Anche personalità irlandesi hanno apprezzato l’iniziativa, e la senatrice irlandese Frances Black ha twittato: «L’Irlanda difenderà sempre il diritto internazionale e i diritti dell’uomo, e noi siamo in procinto di fare la storia. Avanti!» Ha poi aggiunto: «Abbiamo adesso trovato l’unità di tutti i partiti dell’opposizione su questo progetto di legge, perché non si tratta di una posizione radicale: vogliamo solo dare attuazione alle disposizioni fondamentali del diritto internazionale e dei diritti dell’uomo».
Amazing! First the Seanad, now the Dáil: an overwhelming majority have voted for the Occupied Territories Bill 2018 and a ban on illegal #SettlementGoods! Ireland will always stand for international law + human rights, & we're one step closer to making history. Onwards ???????????????????? pic.twitter.com/28LKTZzAw0
— Frances Black (@frances_black) 24 gennaio 2019
Tuttavia Israele ha reagito con rabbia all’approvazione di questo progetto di legge, convocando l’ambasciatrice irlandese, Alison Kelly, e rimproverandola.
In un comunicato, l’ufficio del Primo ministro israeliano ha affermato che «Israele è scandalizzata dal progetto di legge presentato al Dail, che è una manifestazione di ipocrisia e di antisemitismo». E ha aggiunto: «Invece di condannare la Siria per il massacro di centinaia di migliaia di civili, la Turchia per l’occupazione di Cipro nord e le organizzazioni terroriste per l’assassinio di migliaia di Israeliani (??), l’Irlanda attacca Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente. Che disonore».
Anche il ministero israeliano degli Affari esteri ha definito il voto come «espressione di pura ostilità da parte dei suoi promotori», aggiungendo: «E’ una chiara espressione di discriminazione ossessiva che dovrebbe essere respinta con disgusto».
L’Irlanda appoggia da tempo il movimento BDS. A ottobre, RTÉ, le radio nazionale irlandese, ha annunciato che non avrebbe sanzionato nessun dipendente che avesse rifiutato di recarsi in Israele in occasione del concorso Eurovisione della canzone, che si farà a Tel Aviv a maggio. La decisione di RTÉ è intervenuta dopo che la Campagna di solidarietà Irlanda-Palestina (IPSC) aveva invitato a boicottare il concorso «a causa dell’oppressione esercitata da Israele sul popolo palestinese».
Anche altre organizzazioni irlandesi hanno espresso il loro appoggio al BDS, per esempio il Consiglio comunale di Dublino ha votato ad aprile una risoluzione in appoggio al movimento. A marzo, gli studenti di una delle università più prestigiose del paese, il Trinity College di Dublino, hanno votato a favore del BDS, e ciò significa che la Students Union sosterrà il movimento e «si conformerà ai principi del BDS in tutti i punti di vendita, commerci, imprese e ogni altra attività dell’Unione».