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Fonte: AFP 6.11.2009
Il re Mohammed VI ha invitato venerdì le autorità ad agire con la massima fermezza contro “gli avversari della integrità territoriale del Marocco”, una allusione ai Saharaoui pro-Polisario, in un discorso pronunciato in occasione del 34° anniversario della “Marcia verde” e dell’annessione dell’ex colonia spagnola del Sahara Occidentale.
“E’ venuto il tempo che tutte le autorità pubbliche moltiplichino la vigilanza e la mobilitazione per contrastare, con la forza della legge, ogni attentato alla sovranità della nazione e per preservare, con tutta la fermezza necessaria, la sicurezza, la stabilità e l’ordine pubblico, che costituisce l’unica garanzia per l’esercizio delle libertà”, ha affermato il sovrano.
In questo discorso estremamente severo, trasmesso dalla radio e dalla televisione, il re ha invitato i marocchini “ad opporsi ai complotti orditi contro la marrochinità del nostro Sahara”.
“L’intelligenza col nemico costituisce alto tradimento”, ha proseguito, facendo così allusione ad un gruppo di sette Saharaoui – definiti dalla stampa marocchina “separatisti dell’interno” – che hanno recentemente effettuato una visita a Tindouf (sud-ovest dell’Algeria) per incontrarvi dei responsabili del Polisario.
“Non v’è più spazio per l’ambiguità e la doppiezza: o il cittadino è marocchino o non lo è, ha sottolineato. E’ finito il tempo del doppio gioco e della debolezza. E’ l’ora della chiarezza e dell’assunzione di responsabilità. O si è patrioti o si è traditori. Non c’è una via di mezzo tra patriottismo e tradimento”.
“Non si può beneficiare dei diritti di cittadinanza, ed allo stesso tempo rinnegarli complottando coi nemici della patria”, ha dichiarato ancora Mohammed VI.
“Quanto agli avversari della nostra integrità territoriale e quelli che si muovono nel loro ambiente, essi sanno benissimo che il Sahara è una causa cruciale per il popolo marocchino”, ha proseguito, ricordando che egli stesso è “il depositario e il garante della sovranità, dell’unità nazionale e dell’integrità territoriale” del Marocco.
I sette saharaoui sono stati arrestati al loro rientro da Tindouf e presentati al tribunale militare di Rabat. Non è stata ancora fissata la data del loro processo.
Il sovrano ha poi reso un sentito omaggio a suo padre, Hassan II, ed ai “virtuosi martiri del territorio” marocchino.
“La nostra migliore garanzia di fedeltà alla loro eterna memoria, ha detto, è di riaffermare il giuramento solenne di non negoziare mai e di non rinunciare ad un solo granello di sabbia del nostro Sahara, perché si tratta di una questione di esistenza e non di frontiere”.
Nel 1975, alla chiamata del re Hassan II, circa 350.000 Marocchini avevano partecipato ad una “Marcia verde” verso il Sahara Occidentale, ancora sotto occupazione spagnola, per ribadire l’appartenenza di questo territorio al Marocco.
Rabat amministra il Sahara occidentale da allora e lo considera come una parte integrante del regno. Il Marocco ha proposto un piano di autonomia per risolvere il conflitto, ma il Polisario, sostenuto dall’Algeria, reclama l’indipendenza. Mohammed VI invita alla più grande fermezza contro i Saharaoui pro-Polisario.