E’ stata creata abilmente una tale confusione, da rendere quasi intellegibile la posizione marocchina

 



Aujourd’hui Le Maroc, 3/12/2009

 

 

Editoriale di Khalil Hachimi Idrissi

 

L’affaire della separatista Aminatou Haidar si complica. Lo sciopero della fame della saharawi nell’aeroporto di Lanzarote trova sempre più sostenitori. Vuole tornare a Layoune – e probabilmente ci riuscirà per effetto della pressione internazionale – senza accettare alcuna condizione posta dalle autorità marocchine. Ammettere formalmente la sua nazionalità marocchina per ottenere un passaporto che le permetta di tornare dai suoi figli a Laayoune. Questa donna aveva, qualche giorno fa, rifiutato di indicare sulla carta di imbarco la sua qualità di marocchina, di qui la decisione delle autorità di trasferirla immediatamente verso le isole Canarie senza passaporto. L’Algeria ha fatto di questa vicenda un affare di Stato. Ha attivato tutti i suoi potenti canali di propaganda, fino al punto da smuovere perfino il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-monn. Si è fatta una tale confusione che la posizione marocchina ne è risultata quasi incomprensibile.  Una cosa è certa: se il Sahara è marocchino, anche Haidar è marocchina e nessuno può privarla della sua nazionalità. Se non è marocchina, perché è una separatista al soldo degli Algerini, non si vede per quale ragione staremmo ancora negoziando col Polisario per convincerlo della nostra offerta di autonomia. Si discute con loro proprio perché essi sono separatisti e li si vuole convincere a tornare a casa loro evidentemente, in Marocco. Delle due l’una, o i separatisti sono dei Marocchini sperduti coi quali si discute, o sono solo dei mercenari pagati dall’Algeria e bisogna far loro la guerra. Non esiste una terza via tra queste due posizioni. Ed è invece in questa terra di mezzo che ci siamo pericolosamente cacciati.  Tanto è chiara la posizione dei 7, quanto quella di Haidar ha bisogno di essere semplificata. La complessità avvantaggia solo i nostri avversari, che hanno colto al volo l’occasione di una situazione della quale noi non abbiamo bene analizzato le calamitose conseguenze



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