Le parole, i nostri problemi
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TelQuel n. 451 (dall’11 al 17 dicembre 2010)
Le parole, i nostri problemi
Editoriale di Ahmed R. Benchemsi
Il portavoce del governo, Khalid Naciri, ha detto: “Il Marocco deve ripensare all’insieme delle sue relazioni con la Spagna”. Accidenti! Non si capisce bene che cosa voglia dire ma ha tutta l’aria di essere una cosa grave… Questa dichiarazione inquietante segue un voto del Parlamento spagnolo, di condanna implicita del Marocco dopo i disordini in Sahara. Questa volta non è stato più solamente il Partito Popolare che ha parlato, ma quasi tutti i partiti politici spagnoli. Quanto meno, sono in molti ad accusarci. Ma il sig. Naciri non è mai a corto di dichiarazioni forti. E ha quindi dichiarato: “Le posizioni (di questi partiti) sono il frutto di antichi complessi verso il Marocco”. Alcuni suoi colleghi sono stati ancora più ispirati. Dopo la famosa marcia “contro il Partito Popolare”, appena si parla loro di Madrid, buttano là a ogni occasione le parole “odio” e “complotto”. Delle due l’una: o il Marocco è sul punto di dichiarare guerra alla Spagna, o il nostro governo dice qualsiasi cosa senza essere preso sul serio. Scegliete voi.
Come reazione ai fulmini lanciati dal sig. Naciri e dai suoi colleghi, il vice-presidente del governo spagnolo ha dichiarato: “Le relazioni tra la Spagna e il Marocco sono strategiche e importantissime, e così sarà per sempre”. E il suo omologo agli affari esteri ha aggiunto: “La mia responsabilità è di mantenere un clima appropriato in grado di consentire un’azione congiunta sui temi di interesse comune”. Vedendovi della contrizione, addirittura un elogio al Marocco, la MAP si è ingenuamente rallegrata per queste dichiarazioni. Che, a leggerle bene, si capisce che non contengono alcuna opinione. Le relazioni ispano-marocchine possono essere “strategiche e importantissime”, ma ciò non impedisce che possano essere tese, perfino pessime. Quanto al clima “appropriato”, può andare dalla luna di miele fino alla guerra di trincea. Se qualcuno vi insulta, per esempio, la risposta “appropriata” potrebbe consistere nel mollargli un pugno in faccia…
Ah, le parole! Un altro settore nel quale i nostri avversari dimostrano una migliore padronanza di noi… Da parte marocchina, dei bellicosi accessi di collera fatti di aggettivi e superlativi, da parte spagnola, costruzioni di frasi pesate fino al millesimo, per non impegnarsi in alcun modo, dando tuttavia l’impressione di dire delle cose gentili. E’ la diplomazia! Quanto a ciò che si dice dietro le quinte… darei chissà cosa per poter leggere gli ultimi “cablogrammi” delle Cancellerie che hanno sede a Rabat (Wikileaks non li ha, che peccato!). Nel segreto della corrispondenza, i diplomatici occidentali debbono considerare il nostro governo come un adolescente agitato che occorre gestire con tatto, perché soggetto a periodiche crisi di nervi.
Tutto ciò non vuol dire che gli Spagnoli abbiano ragione e noi torto. Nel caso di specie, sembrerebbe il contrario. E’ evidente che l’opinione pubblica spagnola è nella sua maggioranza favorevole al Polisario, e ciò si riflette sulla maggioranza dei giornalisti e dei politici, pronti a difendere un “popolo oppresso” contro un “orco coloniale”. Ma in Spagna la stampa è libera (anche di delirare) e i politici sono liberi (anche di fare del populismo). Quanto al governo, ebbene governa. Ed è consapevole delle proprie responsabilità e della ragion di Stato. E la ragion di Stato spagnola impone di trattare bene il Marocco, vicino effettivamente strategico. Ma la ragion di Stato non può giungere a sbeffeggiare la libertà d’espressione – tanto peggio se, utilizzandola, i Media e i Politici irritano quei bambinoni dei Marocchini. Il governo è là per pagarne il prezzo, è il suo mesriere.
Ciò che i nostri governati non arrivano (o rifiutano) di comprendere è che la Spagna è un insieme di Istituzioni, ognuna delle quali rispetta l’altra e non interferisce. Il governo è responsabile, il Parlamento è sovrano, la giustizia indipendente e la stampa libera. Ognuno di questi quattro poteri svolge il suo ruolo e l’insieme di questi ruoli forma un sistema che si chiama democrazia. La democrazia spagnola non è certo perfetta. Come altrove, essa è influenzata da interessi inconfessati e da lobby – nel caso di specie, quella dei separatisti. Spetta a noi di contrastare questa influenza con una strategia di comunicazione ad hoc – e bisognerà essere pazienti, perché noi scontiamo 3 anni di ritardo rispetto ai nostri nemici. Fino a quel momento, per favore, Signori Ministri smettetela di farci vergognare con le vostre formule sferzanti. Là dove voi vedete del patriottismo virile, il resto del mondo vede solo dell’immaturità. E’ una cosa, nel senso proprio del termine, deplorevole.