64 bambini palestinesi assassinati dall’inizio dell’attacco israeliano a Gaza
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Oumma, 22 maggio 2021 (trad. ossin)
64 bambini palestinesi assassinati dall’inizio dell’attacco israeliano a Gaza
Con la conferma di altri quattro decessi di bambini palestinesi dovuti agli attacchi aerei israeliani, il numero totale di bambini palestinesi assassinati nella Striscia di Gaza tocca i 64, dall’inizio delle ostilità la settimana scorsa
With four more Palestinian children's deaths due to Israeli airstrikes now confirmed, the total Palestinian child death toll across the Gaza Strip has mounted to 64 since hostilities began last week. #GazaUnderAttack
— Defense for Children (@DCIPalestine) May 20, 2021
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Ramallah, 19 maggio 2021 – Con la conferma di altri quattro decessi di bambini palestinesi dovuti agli attacchi aerei israeliani, il numero totale di bambini palestinesi assassinati nella Striscia di Gaza tocca i 64, dall’inizio delle ostilità la settimana scorsa.
Defence for Children International – Palestine ha confermato che gli attacchi aerei israeliani hanno assassinato nella Striscia di Gaza altri tre bambini tra il 15 e il 18 maggio, oltre alle vittime segnalate in precedenza. Il 18 maggio, un bambino piccolissimo ha cessato di vivere per le ferite riportate in un precedente attacco aereo che le forze israeliane avevano effettuato l’11 maggio nella città di Gaza. Un ragazzino di 13 anni di Deir Al-Balah e una bambina di 10 anni della città di Gaza sono stati ammazzati in due distinti attacchi. DCI Palestine ha anche confermato la morte di un quarto bambino che era stato precedentemente dato per disperso a seguito di un attacco aereo israeliano effettuato nel corso del week-end nel campo profughi di Al-Shati, nei pressi della città di Gaza.
Mina Iyad Fathi Sharir, 2 anni è morta nell’ospedale di Shifa hier, ieri 18 maggio. Era stata ricoverata in condizioni critiche con ustioni di terzo grado a seguito di un attacco aereo israeliano alla città di Gaza l’11 maggio. Un aereo da combattimento israeliano ha lanciato due missili su una palazzina di due piani nel quartiere Al-Manara della città di Gaza verso le 16,30, distruggendo completamente questo edificio residenziale. Nel corso dell’attacco sono stati ammazzati anche la sorella di Mina, Lina Iyad Fathi Sharir, 15 anni, ed entrambi i loro genitori.
Il giorno prima di quello in cui è morta Mina, il 17 maggio, un attacco aereo israeliano aveva ammazzato Rafeef Mershed Kamel Abu Dayer, 10 anni, nella città di Gaza. Intorno alle 18,45, alcuni aerei da combattimento israeliani avevano colpito i tre piani superiori del palazzo di sette piani Ghazi Shawa, in via Al-Wehda, a Gaza, secondo quanto riferito da DCI Palestine. Al momento dell’attacco, parte della famiglia Abu Dayer stava pranzando in un giardino. La bambina è stata colpita alle gambe dalle schegge degli obici e dalle macerie provocate dal raid aereo. I referti medici attestano che Rafeef ha subito un’emorragia interna, probabilmente per la forza dell’esplosione.
Insieme a Rafeef, l’attacco ha ammazzato suo zio Zeyad Abu Dayer. Dieci altri Palestinesi - per lo più minorenni – tra cui sette membri della famiglia di Rafeef, hanno riportato ferite e sono stati ricoverati nell’ospedale Shifa della città di Gaza. La via Al-Wehda è stata teatro anche di precedenti devastazioni, DCI Palestine ha rilevato che 18 bambini sono rimasti feriti nel corso di diversi attacchi aerei, nella mattinata del 16 maggio.
Sempre il 17 maggio, un missile israeliano lanciato da un drone ha ammazzato Yousef Rafeeq Ismail al-Baz, 13 anni, intorno a mezzogiorno, ed ha gravemente ferito suo fratello di 16 anni, Ramadan. L’abitazione della famiglia al-Baz è stata intenzionalmente colpita dal missile, secondo quanto riportato da DCI Palestine. I due fratelli sono stati ricoverati nell’ospedale dei martiri di Al-Aqsa, dove si è riscontrata la morte di Yousef.
Ramadan è attualmente sottoposto a cure per le ferite riportate da schegge di obice.
Un quarto bambino, Yahya Mohammad Sobhi al-Hadidi, 10 anni, è stato ritrovato morto dopo un attacco aereo contro il campo profughi di Al-Shati, densamente popolato, nelle prime ore del 15 maggio, attacco che ha ammazzato altri sette bambini. Il missile israeliano che ha colpito la casa di tre piani di Alaa Abu Hatab nel campo profughi di Al-Shati è stato lanciato intorno all’1,30 del mattino. Il 15 maggio sono stati ammazzati altri sette bambini, tra cui tre fratelli di Yahya, insieme alla loro madre, come già detto in precedenza. Yahya risultava disperso, e DCI Palestine non era stato in grado, sul momento, di confermarne la morte.
Il fratellino di Yahya, un neonato di cinque mesi, Omar Mohammad Sobhi al-Hadidi, è l’unico sopravvissuto dell’attacco, probabilmente perché protetto dal corpo della madre, secondo Haaretz.
DCI Palestina ha documentato i casi di 64 bambini palestinesi ammazzati nella striscia di Gaza a partire dall’escalation delle ostilità tra le forze armate israeliane e le milizie armate palestinesi il 10 maggio. Almeno un altro bambino palestinese risulta ancora disperso e, benché debba ritenersi morto, DCI Palestine non ne ha ancora confermato il decesso.
Dal 10 maggio, almeno 219 Palestinesi sono stati ammazzati a Gaza e almeno 1 570 Palestinesi hanno riportato ferite, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti umanitari (OCHA). Più di 72 000 persone sono state sfollate dalle loro abitazioni, 47 000 delle quali sono state sfollate all’interno del paese ed hanno cercato protezione in 58 scuole dell’UNRWA nella Striscia di Gaza. Circa 230 edifici sono stati distrutti, per un totale di 991 unità abitative, mentre altre 679 unità abitative sono state rese inabitabili, secondo i rapporti dell’OCHA.
Prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco, l’OCHA ha espresso molta preoccupazione sulla possibilità di accesso alle cure ospedaliere. Dall’inizio delle ostilità, sei ospedali e sei centri di pronto soccorso hanno subito danni parziali e un centro di pronto soccorso del Ministero della Salute ha subito danni gravi. Inoltre, l’ospedale di una ONG è impossibilitato ad operare per mancanza di carburante, ha riferito OCHA. Le forze israeliane hanno anche danneggiato infrastrutture essenziali, soprattutto strade che conducono ai due ospedali principali. Ciò ha ridotto le possibilità di accesso alle cure mediche e ad altri servizi di base, secondo l’OCHA.
La recente escalation delle ostilità tra le forze israeliane e le milizie armate palestinesi fa seguito a settimane di crescente tensione e di battaglie legali prolungate che vedono coloni israeliani, che godono dell’appoggio del governo israeliano, tentare di cacciare centinaia di Palestinesi dalle loro case a Sheikh Jarrah, un quartiere di Gerusalemme est occupata. Le manifestazioni dei Palestinesi contro tali espulsioni pianificate sono state represse dalla violenza statale. La polizia israeliana e la polizia paramilitare alle frontiere hanno usato una forza eccessiva contro i manifestanti palestinesi.
Il diritto internazionale umanitario vieta l’uso sproporzionato e non mirato della forza, e impone a tutte le parti di un conflitto armato a tenere distinti gli obiettivi militari, da quelli civili e dai beni di carattere civile. Per quanto Israele invochi la legittima difesa per giustificare le offensive militari contro Gaza, le forze israeliane devono conformarsi alle regole del diritto internazionale consuetudinario, di proporzionalità e necessità. In qualità di potenza occupante nei territori palestinesi occupati, compresa la Striscia di Gaza, Israele sarebbe tenuta a proteggere la popolazione civile palestinese dalla violenza.
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