Il Governo Martinelli viola la Costituzione e i più elementari diritti
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(Ricardo Martinelli, presidente panamense, e Sivlio Berlusconi)
Le Grand Soir, luglio 2010
Panama: il governo Martinelli viola la Costituzione e i più elementari diritti
Nel più assoluto silenzio della comunità internazionale, il governo panamense è riuscito a fare approvare una legge che criminalizza lo sciopero, riduce i finanziamenti dei sindacati e permette di aggirare gli studi di impatto ambientale.
Tutti i numerosi emendamenti proposti contro questa legge, che ne contestavano la costituzionalità, il rispetto dei trattati internazionali e degli stessi regolamenti parlamentari, sono stati accantonati senza essere presi in alcuna considerazione. Lo stesso Martinelli ha confessato: “Debbo riconoscere che non vi è stato il dibattito che sarebbe stato necessario, ma se vi fosse stato è probabile che la maggior parte degli articoli della Legge 30 non sarebbero stati approvati…”, assicurando che “Il paese è pronto ad accogliere gli investimenti stranieri”.
Appello alla solidarietà internazionale e agli organismi internazionali dei diritti dell’uomo
Fin dal primo giorno del governo di Ricardo Martinelli, l’Esecutivo ha avviato un processo finalizzato al controllo assoluto dei diversi organi dello Stato e di violazione dei diritti del lavoro e delle garanzie fondamentali dei cittadini panamensi.
Uno degli ultimi risultati di questa politica autoritaria e arbitraria è la Legge 30 del 16 giugno 2010, più conosciuta col nome di Legge “Chorizo” (salsiccia), “Camaron” (gamberetto), “Langosta” (aragosta), o “9 in 1”, per definire questa aberrazione giuridica che è stata approvata dai deputati in soli tre giorni, nel corso di sedute straordinarie, senza dibattito né consultazione mentre l’Assemblea Nazionale era protetta dalla polizia che impediva lo svolgersi di manifestazioni popolari contro questa decisione unilaterale.
Queste riforme che riguardano 3 codici e 6 leggi sono state introdotte surrettiziamente in un progetto di legge sull’Aviazione commerciale. Fino all’ultimo momento il governo ha tentato di dissimulare le sue vere intenzioni, che non sono state mai rese pubbliche né nel progetto di legge, né nel discorso di presentazione tenuto da José Raul Mulino, ministro del Governo e della Giustizia, durante la riunione plenaria del Parlamento. Si sono comportati come dei veri imbroglioni.
Sono stati proposti degli emendamenti contro questa legge per palesi violazioni delle norme costituzionali, di diversi accordi internazionali sottoscritti dallo Stato, che hanno forza costituzionale, e dello stesso regolamento dell’Assemblea nazionale.
Tra le più gravi misure introdotte dalla Legge 30, ricordiamo:
Per ciò che riguarda il diritto del lavoro, si sopprime praticamente il diritto di sciopero consacrato nella Costituzione Nazionale:
“articolo 493. Lo sciopero legale produce i seguenti effetti:
1) La sospensione dei lavoratori che appoggiano le sciopero all’interno dello stabilimento o del commercio dove esso si svolge. Una volta che lo sciopero sia iniziato, il Provveditorato o la Direzione Regionale o generale del lavoro darà immediatamente ordine alle autorità di polizia di garantire e proteggere le persone e le proprietà.
2) La sospensione dei contratti dei lavoratori che dichiarano lo sciopero o vi aderiscono”.
Si cerca inoltre di distruggere le organizzazioni sindacali, di impedire il loro finanziamento e di svuotare gli accordi sottoscritti da padroni e lavoratori nei contratti collettivi:
“Articolo 12. L’art. 373 del Codice del lavoro viene così modificato:
articolo 373. Il datore di lavoro non sarà obbligato a trattenere le quote sindacali ordinarie e straordinarie in favore di un sindacato dalla paga dei lavoratori”. “I lavoratori che desiderano pagare le quote sindacali ordinarie e straordinarie fissate dal loro sindacato dovranno pagarle in modo volontario”.
Ripetiamo che in questo modo si svuotano gli accordi e le convenzioni collettive che sono state firmate da datori di lavoro e lavoratori.
Bisogna sottolineare che le autorità hanno mentito al popolo nel modo più vile sostenendo che si tratta di misure adottate su richiesta dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT).
Sotto l’aspetto ambientale: le opere di Stato che l’Esecutivo consideri di interesse sociale sono esentate da importanti Studi di impatto ambientale. Vi si può includere lo sfruttamento minerario a cielo aperto della regione del Tapon del Darièn, zona qualificata “riserva ecologica dell’umanità”, dove l’attuale governo, in collaborazione coi colombiani, è interessato a costruire una strada.
“Articolo 33. Si aggiunge l’articolo 23-A alla Legge 41 del 1998:
Articolo 23-A. Le attività, le opere o i progetti soggetti a valutazione di impatto ambientale potranno ricorrere alla Guida delle buone pratiche ambientali (che nessuno conosce) che sono loro applicabili, ogni qualvolta le stesse siano approvate dall’Esecutivo”.
In materia di violazione dei diritti dell’uomo: viene promossa l’impunità e si offre ai membri della Polizia Nazionale il permesso di uccidere. Con questa Legge i poliziotti accusati di avere assassinato gli operai della SUNTRACS, Luiyi Arguelles e Iromi Smith, e in tutti gli altri casi da considerare come semplici abusi, sono immediatamente rimessi in libertà.
“Articolo 27. L’articolo 127 della Legge 18 del 1997 viene così modificato: Articolo 127. Quando un appartenente alla Forza Pubblica viene denunciato o è oggetto di querela, o sia indagato o accusato di avere commesso un delitto presunto durante il servizio o nell’adempimento del suo lavoro, a causa dell’uso eccessivo o ingiustificato della forza, non sarà ordinata alcuna arresto preventivo , né sarò disposta la sospensione provvisoria dal servizio, fino alla sentenza definitiva e fino a che essa non sia comunicata all’autorità nominata dal tribunale”.
Si vuole imporre un regime di schiavitù in pieno XXI secolo
Durante il XXXV summit dei Presidenti del Sistema di Integrazione dell’America Centrale (SICA) e nel corso della visita di Silvio Berlusconi, Primo Ministro italiano, e di Lee Myung-bak, presidente della Corea del Sud (interessato allo sfruttamento minerario di cerro Colorado, contro il quale si oppongono i popoli indigeni, i contadini e gli ambientalisti), il Presidente Ricardo Martinelli ha rivelato i veri obiettivi della Legge 30:
“…permetterà alle multinazionali di stabilirsi nel paese e di sentirsi come a casa loro. Con le opportunità di Puerto Armuelles, della Zona Libera e di tutte le zone defiscalizzate che abbiamo nel paese, le imprese di tutto il mondo potranno venire e trovare le condizioni di stabilità sociale ed economica che cercano per fare affari”.
“La legge che è stata approvata avrà un impatto e una grande ripercussione sulla vita nazionale”, ha aggiunto. Ha anche confessato: “Devo riconoscere che non è stata oggetto di un dibattito adeguato, ma se lo avesse avuto probabilmente la maggior parte degli articoli della Legge 30 non sarebbero stati approvati…”
“Il paese è pronto a ricevere gli investimenti stranieri”, ha assicurato Martinelli.
In altri termini, per Martinelli, nella sua ansia di promuovere gli affari e di beneficiare direttamente di essi, il paese è “pronto a ricevere gli investimenti stranieri” perché non ci sarà più diritto di sciopero per i lavoratori, perché si è avviato un processo di annientamento dei sindacati e il lavoro sarà ridotto ad uno stato di schiavitù. Perché non dovranno essere realizzati degli studi “noiosi” di impatto ambientale e perché c’è una polizia disposta ad addomesticare col fuoco e il sangue le proteste sociali, protetta in questo con l’impunità e il diritto di uccidere chi violi la Legge 30, alla quale bisogna aggiungere la Legge “Carcere” che sanziona con pene da 6 mesi a 2 anni tutti coloro che oseranno manifestare nelle strade.
Sciopero contro la Legge 30
Già i lavoratori avevano segnalato che la Legge 30 apriva le porte a conflitti permanenti.
Da venerdì scorso, 2 luglio, a seguito di grandi manifestazioni ed azioni di protesta in tutto il paese, più di 5000 lavoratori di Bocas Fruit Company, ai quali si sono uniti i lavoratori bananieri indipendenti e altre organizzazioni sindacali e corporative, hanno iniziato uno sciopero per l’abrogazione delta Legge 30, contro il rifiuto delle imprese di trattenere le quote sindacali e per la difesa del loro salario.
Lo sciopero, inizialmente proclamato per 48 ore, è diventato ora a tempo indeterminato e gode di una ampio appoggio da parte della popolazione di Bocas del Toro. In questa provincia le attività economiche sono paralizzate, i genitori hanno deciso di non mandare il loro figli a scuola.
Sono scesi in sciopero più di 1500 dipendenti del progetto di ingrandimento del Canale, realizzato dal consorzio “Uniti per il Canale”, composto da differenti imprese, Sacyr Vallehermoso (Spagna), Impregilo (Italia), Jan de Nul (Belgio), Constructora Urbana – CUSA (Panama).
In questo progetto, il più costoso mai realizzato in Panama, si pretende di pagare salari inferiori agli standard, mentre i lavoratori esigono condizioni di lavoro decorose, come spogliatoi, sale da pranzo, equipaggiamento e acqua potabile. Esigono il rispetto degli accordi sulle quote sindacali convenuti nel Contratto Collettivo e reclamano una deroga alla legge 30.
Le lotte dei lavoratori e della popolazione sono anche contro l’aumento al 7%, recentemente approvato, dell’imposta di trasferimento dei beni mobili e dei servizi (ITBMS) e l’aumento del costo della vita che colpisce i ceti più umili del paese.
Le autorità, il cui disprezzo per i lavoratori è tale da aver definito gli operai come “malfattori di merda”, minacciano di usare contro di loro la forza e di trascinarli in giudizio.
Oggi alcuni dirigenti della SUNTRACS delle due coste del progetto di ingrandimento del canale (Atlantico e Pacifico) sono stati arrestati dopo aver tentato di sostenere gli operai come impone la loro funzione sindacale. A Colon quasi 40 operai sono stati arrestati per essersi dichiarati solidali coi loro compagni di lotta.
Il Governo tenta di farla finita con la forza con le lotte operaie e sociali del popolo, panamense.
Intensifica le minacce, gli arresti e i processi contro i rappresentanti sindacali, gli esponenti della società civile, i giornalisti, gli attivisti per i diritti dell’uomo e gli ambientalisti.
Noi organizzazioni popolari resisteremo a queste misure perverse che ci vengono imposte e abbiamo cominciato una grande giornata di lotta per fare abrogare le leggi che nuocciono al popolo.
Il governo Martinelli è delegittimato dal suo autoritarismo,dalla sua incapacità di governare e dagli scandali che lo hanno infangato, compresi i casi di rapporti di suoi esponenti con la mafia internazionale e casi di corruzione aggravata.
Il solo modo che ha per imporre i suoi piani di ritorsione è di utilizzare la forza e il terrore, con l’abituale seguito di morti e feriti.
Noi organizzazioni popolari abbiamo reiterato la nostra ferma determinazione di continuare la lotta, malgrado i rischi e i sacrifici che essa comporta. Noi non cederemo!
Agli amici fraterni e ai compagni di lotta, la vostra solidarietà col popolo panamense è vitale in questi terribili momenti.
Avvisiamo gli organismi internazionali delle pericolose violazioni dei più elementari diritti dell’uomo, ambientali, del lavoro e delle garanzie fondamentali del popolo panamense, da parte del governo autoritario di Ricardo Martinelli.
Panama, 5 luglio 2010 SUNTRACS
(Sindacato nazionale Unico dei lavoratori dell’industria delle Costruzione e simili)