Chiesa statunitense. L'invenzione del movimento cristiano evangelico
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Le schede di ossin, 10 febbraio 2024 - In ogni caso, si può tranquillamente concludere che il padre fondatore del cristianesimo evangelico fosse un sociopatico cinico e ad alta funzionalità, proprio come i leader cristiani sionisti che hanno seguito le sue orme (nella foto, Billy Graham)
Unz Review, 24 gennaio 2024 (trad.ossin)
Chiesa statunitense. L'invenzione del movimento cristiano evangelico
Eric Striker
Uno dei caratteri sociologicamente più singolari degli Stati Uniti è la costante importanza dei cristiani evangelici, o rinati. Il gruppo è noto per la sua interpretazione letterale della Bibbia, per la sua adesione all’individualismo liberale sia in campo spirituale che economico, e per la sua rabbiosa posizione sionista su questioni di politica estera, spesso teorizzata attraverso profezie sulla fine del mondo e un’acritica devozione agli interessi degli ebrei moderni e dello Stato ebraico
Il periodo di massimo splendore degli evangelici sembra essere oramai alle loro spalle, ciò nonostante essi restano la più grande setta cristiana di tutti gli States (24%), superata solo di poco, nel 2022, da coloro che si dichiarano senza religione. Essi sono particolarmente influenti nel Partito Repubblicano, di cui costituiscono un’importante base elettorale e nel quale militano con zelante attivismo.
Ma l’influenza cristiano-sionista e la destra religiosa contemporanea sono un fenomeno relativamente nuovo. Prima della Seconda Guerra Mondiale, gli evangelici erano una piccola setta male accetta che operava ai margini del panorama protestante statunitense. Pur privi di una teologia rispettata dagli altri protestanti e pure essendo per lo più considerati degli ipocriti e degli abili truffatori, gli Evangelici sono riusciti però a trionfare sui loro concorrenti e critici per diventare contendenti al titolo di Chiesa statunitense.
La nazione “giudaico-cristiana” di Dwight Eisenhower
Nel 1952, il generale alleato Dwight Eisenhower ottenne una vittoria schiacciante sul democratico Adlai Stevenson con una piattaforma elettorale che prometteva di fermare l’espansione dell’Unione Sovietica e la diffusione delle sue idee.
Gli ebrei erano per tradizione più presenti all’interno del partito democratico, ma Ike era diverso. Riuscì a distinguersi dai principali competitori repubblicani orientati al WASP formando alleanze, politicamente e finanziariamente redditizie, con importanti figure ebraiche, che in seguito avrebbero svolto ruoli importanti nelle sue due amministrazioni, come il grosso personaggio politico Jacob Javits, l'oligarca della Standard Oil Jacob Blaustein (notoriamente democratico), Maxwell Rabb (il massimo consigliere di Eisenhower) e Simon Sobeloff (il procuratore generale che ha svolto un ruolo centrale nell’apertura delle scuole segregate dopo il caso Brown v. Board , oltre a proteggere gli ebrei durante il “red scare”). Questi contatti, fondati sulla promessa di promuovere gli interessi degli ebrei statunitensi e sostenere lo Stato di Israele recentemente creato, diedero a Eisenhower un vantaggio formidabile in virtù dell’appoggio mediatico e delle grandi imprese, consentendogli di sconfiggere Stevenson nel '52.
Riuscire a mobilitare il popolo statunitense a sostegno di nuovi interventi militari all’estero (come la guerra di Corea), nuovamente e così presto dopo una guerra mondiale, era una priorità assoluta per l’amministrazione Eisenhower. Il problema per i decisori dell’epoca era che gli USA non avevano un’ideologia statale convincente, in grado di sostenere una crociata mondiale per la democrazia. Il governo Eisenhower era profondamente consapevole di questa vulnerabilità, poiché l’apparato statale, attraverso strutture come il Comitato Dickstein (in seguito House Un-American Activity), si era impegnato per gran parte della prima metà del XX secolo a cercare disperatamente di contenere ciò che percepiva come minacce interne: comunisti, socialisti, isolazionisti, nativisti e persino un incidente in cui un immigrato tedesco tenne una manifestazione di massa in stile Terzo Reich al Madison Square Garden .
Il vuoto creato dalla mancanza di una mobilitazione ufficiale e ben articolata contro il comunismo durante la Grande Depressione fu colmato dall’emergere di un populismo antiebraico e anti-establishment, che prosperò nelle città e al centro stesso degli USA, grazie a figure come Henry Ford, Gerald LK Smith, il movimento America First, Huey Long, padre Charles C. Coughlin e persino un movimento esplicitamente fascista guidato da William Dudley Pelley. Molte di queste figure si ispirarono a Mussolini e Hitler, cosa che fece inorridire l'amministrazione FDR e la spinse ad intraprendere una frenetica repressione politica. Un certo numero di questi dissidenti anticomunisti e agitatori populisti misero addirittura da parte le loro differenze religiose e promossero il movimento laico, socialista e nazionalista Share Our Wealth (guidato da Long, Smith e Coughlin), che poi si trasformò in una campagna contro il piano di FDR per entrare nella Seconda Guerra Mondiale. Questi potenti oratori e abili organizzatori trovarono molti sostenitori, usando argomenti facilmente comprensibili e intuitivi che sottolineavano la mancanza di interesse degli USA ad entrare in un nuovo conflitto europeo, sostenendo anche che il sostegno del governo degli Stati Uniti all’Unione Sovietica contro Germania e Italia era la prova che Washington era infiltrata da simpatizzanti e spie giudeo-comuniste. L’anticomunismo prebellico negli USA era pieno di idee autoritarie, collettiviste, anti-interventiste, anti-ebraiche e talvolta razziste, che figure come Eisenhower e Javits vedevano come minacce alla sicurezza nazionale.
Per Eisenhower, i valori e i discorsi di Long, Coughlin, Smith e così via erano inaccettabili e antiamericani, per non dire spaventosi per i suoi amici ebrei. Eisenhower, con un forte contributo da parte dei rappresentanti dell'ebraismo organizzato, avrebbe scritto una nuova risposta alla promessa dell'Unione Sovietica del paradiso in terra, una risposta che poggiava sulla visione di un sistema razzialmente egualitario, individualista, militarmente aggressivo e, soprattutto, amichevole verso gli ebrei, per quanto gli Stati Uniti restassero saldamente cristiani.
Franklin Delano Roosevelt fu il primo presidente a riferirsi agli USA come a una nazione “giudeo-cristiana”, a volte in tono difensivo quando rispondeva alle critiche “antisemite”, ma questa espressione composta, strana e antistorica, divenne linguaggio comune solo durante gli anni di Eisenhower.
Un mese prima del suo insediamento nel dicembre 1952, Eisenhower delineò la visione del mondo che gli USA avrebbero adottato durante la Guerra Fredda:
“E così spiegavano [i Padri Fondatori]: “noi riteniamo che tutti gli uomini abbiano ricevuto una dote dal loro Creatore…” non dal dato casuale della loro nascita, del colore della loro pelle o di qualsiasi altra cosa, ma “tutti gli uomini hanno ricevuto una dote dal loro Creatore”. In altre parole, la nostra forma di governo non ha senso se non è fondata su una fede religiosa profondamente sentita, e non mi interessa quale sia. Naturalmente, è il concetto giudaico-cristiano, ma deve essere una religione che riconosca l’uguaglianza di tutti gli uomini”.
L’ostacolo principale all’attuazione di questa dottrina era che gli statunitensi non erano particolarmente religiosi. Nel 1945, solo il 65% circa degli statunitensi dichiarava una appartenenza ecclesiastica, una cifra inferiore a quella della religiosità odierna.
Con il progredire degli anni ’50, il governo degli Stati Uniti e i suoi alleati del settore privato iniziarono a diffondere la nuova dottrina giudeo-cristiana, saturando le onde radio con programmi ideologici, inserendo “In nome di Dio” nel giuramento di fedeltà, istituendo la Colazione Nazionale di Preghiera e creando organizzazioni con il compito di riorientare la vita civica statunitense attorno alle chiese. Individui come l'uomo d'affari conservatore, e risorsa dell'FBI, J. Howard Pew finanziarono influenti pubblicazioni evangeliche giudeo-cristiane, come Christianity Today, dove avrebbe somministrato editoriali di J. Edgar Hoover ai novizi statunitensi.
Una cosa che è stata mantenuta dagli USA pre-guerra è stata la psicologia di marketing applicata al concetto di celebrità. L’élite aveva bisogno di una superstar giudaico-cristiana.
Billy Graham, il padre del cristianesimo evangelico
Mentre milioni di statunitensi scoprivano la televisione, la possibilità di influenzare l’opinione pubblica cresceva enormemente. All'improvviso, i proprietari ebrei delle tre principali società di radiodiffusione – ABC (Leonard Goldenson), CBS (William Samuel Paley) e NBC (David Sarnoff) – si ritrovarono ad avere il monopolio sulla mente del popolo statunitense.
Questi uomini si impegnarono a creare il Papa del giudeo-cristianesimo: Billy Graham. Alla fine della sua storica carriera, Graham era diventato infatti secondo solo al Papa in termini di influenza sulla cristianità mondiale del XX secolo.
Billy Graham era un oscuro predicatore che operava nelle Carolina prima di essere scoperto da William Randolph Hearst. Hearst, un cattolico non praticante, vide Graham attirare una folla a Los Angeles durante un revival del 1949 sotto il tendone di un circo, dove il giovane uomo del sud con l’aria da idolo da Matinée infiammava la platea con sermoni che dannavano i comunisti all'inferno evitando accuratamente inferenze razziali o antiebraiche.
Comprendendo che avrebbe potuto molto aiutare la missione del presidente Eisenhower, amico personale di Hearst, il magnate dei media iniziò a parlarne bene, invitando i suoi redattori a "pompare Graham!" In seguito Graham sostenne di non avere mai incontrato Hearst, ma si accorse del clima favorevole che l'editore gli stava creando dattorno e iniziò a calibrare politicamente il contenuto dei suoi sermoni per guadagnarsi sempre di più la simpatia della stampa.
Un anno dopo, lo studio cinematografico Paramount, controllato dagli ebrei (Adolph Zukor e Barney Balaban), invitò Graham per un incontro, offrendogli un ruolo nel remake sionista giudaico-centrico del film muto cristiano del 1923, I Dieci Comandamenti. Graham rifiutò il ruolo nel film, ma proprio nel corso di quel pranzo venne convinto dal capo ebreo della ABC, Leonard Goldenson, a inseguire un altro tipo di celebrità.
Così, ideato dall’ebreo ateo Goldenson, nacque il primo programma in assoluto “televangelico”: The Hour Of Decision, con protagonista la commediante ed energica Carolina Son. Nel 1951, lo spettacolo fu presentato in anteprima dalla ABC, e gli interventi di Graham, che combinavano teologia revivalista giudeo-cristiana e propaganda pro-Eisenhower all'interno della struttura di uno spettacolo di varietà, furono trasmessi nelle case di milioni di statunitensi.
Nel libro del 1991 Beating the Odds: The Untold Story Behind the Rise of ABC, una raccolta di aneddoti dedicati a Goldenson, Graham descrisse la genesi di The Hour of Decision,
“Poco dopo che Leonard ebbe acquistato ABC, mi chiese di andare in televisione ogni domenica sera alle 8. L'ho fatto per due anni, con una piccola scenetta religiosa o intervistando leader importanti come senatori e membri del Congresso. Credo che siamo stati il primo programma religioso sulla televisione nazionale”.
Nel 1954, ABC fu costretta a cancellare l'Ora della Decisione a causa dei suoi ascolti pessimi, ma né Graham né i suoi sponsor ebrei rinunciarono a diffondere il cristianesimo evangelico. La nuova strategia di Graham fu quella di trasformare le sue "crociate" trasmesse in diretta, in raduni di massa fortemente emotivi, come attrazione per gli ascoltatori dell'Ora della Decisione, organizzati nelle principali sale statunitensi con ospiti famosi, tra cui l'allora vicepresidente Richard Nixon e in seguito il fenomeno pop britannico Cliff Richard. Lo staff di Graham riuscì a riempire all’inverosimile gli stadi, lavorando con le chiese per organizzare autobus di parrocchiani di piccole città - molti dei quali non evangelici o interessati a convertirsi - per visitare gratuitamente monumenti famosi come l'Hollywood Bowl, lo Yankee Stadium e il Madison Square Garden.
Secondo quanto ci dice l'autobiografia di Graham, Just As I Am, la sua battuta d'arresto televisiva nel 1954 fu compensata dalla diffusione delle sue crociate e da una versione meno affascinante del suo programma trasmessa in tutto il paese tramite le onde radio. L'Ora della Decisione continuò ad essere trasmessa a livello nazionale grazie alla sua intesa con l'uomo d'affari ebreo Jack Lewis, che lo presentò a David Sarnoff della NBC nel 1953,
“La NBC aveva una politica contro la vendita di spazi per trasmissioni religiose, ma la rete ha fatto un'eccezione a causa dell'interesse personale del fondatore e presidente della NBC, il generale David Sarnoff.Quando eravamo sulla nave che ci riportava dal Giappone e dalla Corea all'inizio del 1953, incontrammo un uomo d'affari ebreo di nome Jack Lewis. Ci invitò ad una festa che stava dando, nel corso della quale una donna si esibì in una danza hula. […] C'erano il generale Sarnoff e sua moglie, che poi si offrirono di riportarmi in albergo. Lungo la strada, il generale chiese: "C'è qualcosa che posso fare per te?""Si signore." Posso dire che rimase sorpreso dalla mia rapida risposta. "Mi piacerebbe andare sulla NBC con il mio programma radiofonico."Vedrò cosa posso fare", rispose.A quanto pare mantenne la sua parola, e presto fummo sulla NBC ogni domenica sera.Spesso trasmettevamo in diretta dai vari luoghi in cui tenevamo le Crociate, dalla prima linea durante la Guerra di Corea all’Hollywood Bowl”.
Nel 1957, Graham riuscì finalmente a sfondare con il suo blockbuster Madison Square Garden Crusade, che il suo vecchio capo alla ABC, Goldenson, gli aveva affidato per trasmettere in diretta televisiva. C'era una condizione: gli ebrei che offrivano a Graham questa imponente piattaforma volevano che fosse Martin Luther King ad aprire l'evento pregando.
Già Graham aveva cominciato ad essere mal visto dai Battisti del Sud, in schiacciante maggioranza bianchi, ma questo era davvero troppo. Nel momento in cui Graham presentò King a New York come un’autorità morale degli Stati Uniti, King era impegnato nelle azioni di boicottaggio degli autobus di Montgomery, e ciò infiammava il caos razziale in Alabama. Lo scopo di questo spettacolo non era quello di conquistare i neri, cosa che Graham non riuscì mai a fare nonostante le sue affermazioni. Il vero motivo, almeno dal punto di vista degli sponsor della ABC di Graham, sembrava piuttosto quello di utilizzare un predicatore apparentemente conservatore, attribuendogli riconoscimento sociale (attraverso la presenza in TV) per indebolire moralmente i bianchi del sud che resistevano al progetto di integrazione forzata.
Negli USA degli anni ’50, i genitori bianchi temevano che mandare i propri figli a scuola con i neri li avrebbe messi a rischio di violenza interrazziale e di un generalizzato abbassamento della qualità dell’insegnamento. In seguito alla storica decisione del 1954, Brown v. Board, che mise fuori legge le scuole razzialmente separate fondandosi su dubbie scienze sociali finanziate dall'American Jewish Committee, il governo Eisenhower decise che le scuole del sud non si stavano integrando abbastanza velocemente.
Tre mesi dopo la crociata televisiva di Graham, Eisenhower schierò la 101ª Airborne a Little Rock, in Arkansas, dove le immagini scioccanti (foto sotto) di soldati statunitensi che spingevano con le baionette innestate gli adolescenti bianchi verso le scuole nere suscitarono rabbia e risentimento antigovernativo in tutto il sud.
Graham e King erano strani compari: un'alleanza di convenienza. Graham sostenne la politica razziale di King per tutta la sua carriera di attivista ed entrambi erano fieramente filo-israeliani, ma a parte queste somiglianze superficiali, i due uomini promossero programmi politici e religiosi diametralmente opposti su tutto il resto. Nella teologia di King, Social Gospel, la realizzazione cristiana doveva essere ottenuta attraverso l'attivismo socio-politico, mentre Graham promuoveva per i bianchi il primato della salvezza individuale. Graham era un fanatico sostenitore della guerra del Vietnam e un alleato delle grandi imprese, mentre King si oppose alla guerra e promosse politiche economiche di sinistra. Entrambe le figure dovettero fronteggiare formidabili polemiche nei loro rispettivi gruppi, a causa della loro collaborazione, in particolare Graham i cui sermoni anti-bianchi sempre più incendiari indussero governatori del sud come George Bell Timmerman a vietare le sue crociate servendosi strategicamente delle leggi che stabilivano la separazione tra Chiesa e Stato. L’unico comun denominatore che univa King e Graham, che guidarono insieme il movimento per i diritti civili per tutta la sua durata, furono i media e il denaro ebraici di New York.
Nel 1965, Graham intensificò la sua campagna per sostenere il progetto di King, cancellando persino un tour in Europa per potersi occuparsi dell'Alabama. Lì, implorò i suoi seguaci bianchi di accettare il Civil Rights Act e di integrarsi razzialmente di buon grado. Ciò raramente si è tradotto in un'azione formale da parte dei fan di Graham a sostegno del movimento per i diritti civili, ma ha indebolito drasticamente la loro volontà di reagire.
Il cane da attacco di Israele
Tra la metà e la fine degli anni '60, Billy Graham era divenuto un nome familiare, avendo usato la sua fama e il suo sostegno d'élite per assumere il controllo della Southern Baptist Convention e per le frequenti partecipazioni a programmi televisivi come The Woody Allen Show. Portava avanti la sua brevettata crociata per diffondere il dogma giudaico-cristiano in tutto il mondo, di solito con un ampio sostegno finanziario e mediatico da parte della CIA, dello Stato israeliano e della comunità ebraica organizzata negli USA. Ogni continente ora aveva missionari evangelici che, non solo cercavano di convertire i nativi, ma che venivano utilizzati anche dai servizi segreti USA e israeliani come spie e agenti sovversivi, soprattutto in tutta l’America Latina e nel Medio Oriente.
Sul fronte interno, il reclutamento nella nuova Chiesa-fandom ispirata dal marketing era in forte espansione. Dal 1965 al 1975, gli evangelici furono sempre presenti in televisione e alla radio, permettendo al movimento di guadagnare ondate di seguaci e diventare la più grande formazione protestante del paese.
Con lo scoppio delle guerre arabo-israeliane negli anni '60 e '70, sia il governo israeliano che gli ebrei statunitensi si affidarono molto a Graham per promuovere la causa sionista tra i cristiani negli USA. All’epoca, i protestanti statunitensi erano fortemente polarizzati sulla questione, con un numero significativo di membri del clero che esprimeva solidarietà agli arabi – che contavano tra loro molti compagni cristiani – contro gli ebrei atei che li perseguitavano.
Importanti organizzazioni cristiane che avevano precedentemente collaborato con gli ebrei su altri progetti politici, come il Consiglio nazionale delle chiese, rifiutarono categoricamente di prendere posizione sulla guerra del '67. Un eminente coordinatore “interreligioso” dell’epoca, il rabbino Balfour Brickner, notò addirittura “lo spettacolo della quasi totale assenza di sostegno visibile per lo Stato di Israele nell’ora del bisogno”.
Fu allora che Billy Graham si impegnò a ribaltare la situazione. La risposta di Graham ai problemi etici che molti cristiani si ponevano nel sostenere le violente espulsioni degli arabi e l'espansionismo da parte di Israele fu quella di avvertire i suoi seguaci che la Bibbia proclamava gli ebrei popolo eletto da Dio, e quindi coloro che criticavano il progetto sionista erano destinati a friggere all'inferno.
Il film di Graham del 1970, His Land, un musical di propaganda sionista con la presenza della vedette pop britannica sul viale del tramonto Cliff Richards (la cui etichetta discografica era di proprietà di Leonard Goldenson) odissea religiosa attraverso Israele, fu un evento fondamentale nella lotta contro la riluttanza cristiana. Sia Graham che l'American Jewish Committee sponsorizzarono proiezioni del film nei luoghi di culto di tutti i 50 Stati come parte di una più ampia spinta multimediale che includeva il bestseller pro-Israele The Late Great Planet Earth del dispensazionalista sionista Hal Lindsey (collegato è il fatto che la società di consulenza di Lindsey era composta da ufficiali militari israeliani) per far cambiare idea al popolo statunitense su come il paese avrebbe dovuto abbordare la questione del Medio Oriente.
La tensione tra gli interlocutori ebrei di Graham e la stessa teologia da lui predicata si manifestò durante la campagna Key del '73. I sostenitori di Graham erano fortemente motivati dalla prospettiva di salvare i non cristiani con la parola di Gesù Cristo, in particolare gli ebrei che credevano di dover convertire per accelerare il ritorno di Cristo. Ciò inquietava gli amici ebrei di Graham, e lo indusse, in piena contraddizione coi suoi stessi insegnamenti, ad emanare un decreto davanti a un pubblico esasperato e sgomento secondo cui ora era loro severamente vietato tentare di evangelizzare qualsiasi ebreo. Chiaramente la salvezza delle anime individuali non era l'unica preoccupazione di Graham.
Graham ha continuato a svolgere il ruolo di pastore dei cristiani per conto della comunità ebraica fino alla sua morte nel 2018. Per tutta la vita, è stato ripagato con denaro, premi, protezione dalla cattiva stampa, considerazione da parte dei presidenti, sia democratici che repubblicani, e persino una stella di cattivo gusto sulla Hollywood Walk of Fame. Graham avrebbe continuato a generare innumerevoli imitatori in cerca di fama e denaro, come Jerry Falwell, Pat Robertson e il pastore John Hagee.
Cosa ha motivato una delle figure cristiane più filoebraiche e filosioniste che siano mai vissute?
Abbiamo prove che mettono in dubbio la sincerità delle sue prese di posizione pubbliche, grazie ai nastri di Nixon del 1972.
Registrata al culmine dell'attivismo filo-ebraico e filo-israeliano di Billy Graham, la conversazione privata nell'ufficio ovale tra il leader cristiano più potente degli USA e il presidente degli Stati Uniti rivela due uomini apparentemente impotenti, amareggiati e con la faccia di Giano.
Nella conversazione registrata di nascosto, Nixon e Graham giudicano entrambi la comunità ebraica statunitense come una forza corrosiva e pericolosa: "Questa stretta mortale deve essere spezzata altrimenti il paese andrà in malora". Graham insiste, definendo apertamente gli ebrei come “La sinagoga di Satana”.
In un segmento notevole, Graham dice addirittura a Nixon che vorrebbe poter combattere gli ebrei,
”Vado e resto amico del signor Rosenthal (AM Rosenthal) del New York Times e persone del genere, sai. E tutti... voglio dire, non tutti gli ebrei, ma molti ebrei sono miei grandi amici, mi circondano e sono amichevoli con me perché sanno che sono amico di Israele. Ma non sanno cosa penso veramente di quello che stanno facendo a questo paese. E non ho potere, né modo di gestirli, ma mi alzerei in piedi se si creassero circostanze favorevoli.
Dopo aver sentito questo sentimento, un Nixon in preda al panico risponde: "Non devi farglielo sapere!"
L’aspetto più confuso dei nastri Nixon-Graham è che solo un anno dopo, durante la guerra dello Yom Kippur, Richard Nixon provocò uno sballo dell’economia statunitense e fece crollare il consenso nei suoi confronti, decidendo unilateralmente di organizzare il più grande ponte aereo della storia degli Stati Uniti solo per salvare il territorio israeliano dalla sconfitta militare. Billy Graham? Nel corso di tutto il conflitto ha lavorato su ordine di Tel Aviv per riportare la calma tra i cristiani bianchi infuriati per il fatto che il sostegno del loro governo a Israele causava la mancanza di benzina alle stazioni di servizio.
Non abbiamo elementi per capire se Graham, dicendo quello che ha detto, stesse raccogliendo informazioni sul suo vecchio amico Dick per conto dell'ebraismo organizzato, o se stesse davvero confidandogli le sue vere profonde convinzioni.
In ogni caso, si può tranquillamente concludere che il padre fondatore del cristianesimo evangelico fosse un sociopatico cinico e ad alta funzionalità, proprio come i leader cristiani sionisti che hanno seguito le sue orme.
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura. |