Netanyahu ribadisce il dovere biblico del genocidio dei Palestinesi
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La guerra in Medio oriente, 22 maggio 2024 - L'invettiva di Netanyahu contro la CPI cita un versetto biblico che invita ad annientare completamente il proprio nemico (uomini, donne, bambini, e perfino animali). Non ci vuole molto per capire cosa questo significhi nella guerra genocida di Israele contro Gaza (nella foto, Netanyahu lancia la sua invettiva contro la CPI)
Mondoweiss, 21 marzo 2024 (trad.ossin)
Netanyahu ribadisce il dovere biblico del genocidio dei Palestinesi
Jonathan Ofir
L'invettiva di Netanyahu contro la Corte penale internazionale cita un versetto biblico che mette in guardia contro i pericoli derivanti dal non annientare completamente il proprio nemico (uomini, donne, bambini e perfino animali). Non ci vuole molto per capire cosa questo significhi nella guerra genocida di Israele contro Gaza
Le notizie sulle richieste del Procuratore della CPI contro i massimi leader israeliani sono ovunque. Karim Khan vuole emettere mandati di arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant (oltre a tre massimi leader di Hamas) perché sospettati di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, ma la notizia bomba più grande dell'intera vicenda è che l'impunità dei leader israeliani sembra essere in via di erosione.
Netanyahu, ovviamente, è furioso. È il paragone morale con Hamas che sembra averlo fatto infuriare di più, e in effetti non è il solo: i leader liberal israeliani che hanno criticato ferocemente Netanyahu per la sua condotta durante la guerra di Gaza ora si sono schierati in sua difesa, compreso il leader dell’opposizione Yair Lapid, il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz e l’ex primo ministro Ehud Olmert.
Ma per Netanyahu, le notizie della CPI sono state un’occasione per fare ancora una volta allusioni alla guerra biblica di sterminio contro “Amalek”. Si tratta dello stesso riferimento biblico invocato da Netanyahu in una dichiarazione del 28 ottobre all’inizio dell’invasione di terra israeliana a Gaza. “Ricorda cosa ti ha fatto Amalek”, ha detto, citando il versetto biblico in cui Dio comandò agli Israeliti di spazzare via la nazione nemica degli Amaleciti, compresi i loro bambini e gli animali. Il Sud Africa ha presentato la dichiarazione di Netanyahu alla Corte Internazionale di Giustizia come prova dell'intento genocida di Israele a Gaza.
Questa volta, Netanyahu sta usando lo stesso riferimento per mobilitare la nazione contro i suoi nemici – che a quanto pare ora comprendono anche la Corte penale internazionale – usando un linguaggio in codice nella versione ebraica della sua invettiva contro la Corte. Evidentemente Netanyahu pensa che riferimenti mascherati ad Amalek abbiano maggiori possibilità di passare inosservati.
BREAKING: Bibi addresses the ICC: “The absurd and false order of the prosecutor in The Hague is not only directed against the Prime Minister of Israel and the Minister of Defense - it is directed against the entire State of Israel.
— Raylan Givens (@JewishWarrior13) May 20, 2024
It is directed against the IDF soldiers, who… pic.twitter.com/uV90tCEu8J
Anche la versione del discorso che ha pronunciato in inglese (testo qui) è stata sconvolgente, laddove ha definito la richiesta rivolta alla CPI una “diffamazione di sangue”, ed ha paragonato il procuratore capo della CPI a un giudice nazista. Ma la versione in inglese si ferma qui, con un’invocazione dell’Olocausto del quale ha detto: “mai più è adesso”.
La versione ebraica era diversa. Terminava con una frase ebraica – “Netzah Israel lo yeshaker” – che significa “l’Eterno d’Israele non mentirà”. Questa è stata la frase che ha scagliato contro le “bugie dell’Aia”, come le ha definite. Il significato di questa frase non sarà evidente al grande pubblico, poiché attinge a significati reconditi tratti dalla storia e dalla mitologia sia biblica che sionista.
La frase stessa viene da Samuele I, 15:29. Il contesto qui è tutto.
Il re Saul fu criticato dal profeta Samuele per non aver sradicato completamente gli Amalechiti: Saul aveva risparmiato il loro re Agag e “il meglio delle pecore e dei bovini”, che gli Israeliti “non erano disposti a distruggere completamente”. Secondo la Bibbia, questo livello di annientamento non fu sufficiente e dimostrò la debolezza del re Saul. Ecco perché il profeta Samuele ammonì il re biblico:
- “Il Signore ti ha unto re d’Israele. E ti ha mandato in missione, dicendo: 'Vai e distruggi completamente quel popolo malvagio, gli Amalechiti; farai loro la guerra finché non li avrai annientati». Perché non hai obbedito al Signore? Perché ti sei avventato sul saccheggio e hai fatto ciò che è male agli occhi del Signore?».
Saul cercava di difendere le sue azioni, ma Samuele si mostrò intransigente:
- «Tu hai respinto la parola del Signore e il Signore ti ha respinto come re d'Israele!»
Saul cercò il perdono, ma Samuele ripeté ostinatamente il medesimo messaggio:
- «Oggi il Signore ti ha strappato il regno d'Israele e lo ha dato ad uno migliore di te. Colui che è l'Eterno d'Israele non mentirà né cambierà idea; poiché non è un essere umano che possa cambiare idea”.
Questa è stata la frase usata da Netanyahu alla fine del suo discorso in ebraico in reazione alla richiesta depositata alla CPI. In altre parole, ha inteso dire che non commetterà lo stesso errore commesso dal re Saul, quando non sradicò completamente Amalek. Andrà fino in fondo a Gaza. Continuerà a Rafah. Egli “spazzerà via il seme di Amalek”, come cantavano i soldati israeliani registrati in dicembre.
Ma l’importanza di questo versetto non risiede solo nel suo significato biblico: esso ha acquisito rilevanza contemporanea nella storia sionista, indicando una sfida contro i poteri costituiti. Gli israeliani lo sanno dalle lezioni di storia sionista.
'Netzhah Israel lo yeshaker' forma l'acronimo "NILI". Il NILI era un gruppo di spionaggio clandestino sionista che operò durante la prima guerra mondiale tra il 1915 e il 1917. Era un gruppo di intelligence che lavorava per gli inglesi contro gli ottomani, che all'epoca governavano ancora la Palestina. L'alleanza del movimento sionista con gli inglesi in quel momento storico critico portò alla famigerata Dichiarazione Balfour del 1917, che prometteva ai sionisti una “casa nazionale” in Palestina.
L'invocazione di Netanyahu “l'Eterno di Israele non mentirà” non è solo un riferimento biblico ai pericoli che si correrebbero se non si va fino in fondo nell’annientamento di Amalek (che, in questo caso, sono i Palestinesi rimasti a Rafah e nel resto di Gaza) – è anche un riferimento storico alla sfida da parte del movimento sionista a chi detiene il Potere, quando è sfavorevole alla causa sionista, facendo intendere che possa essere sostituito in un modo o nell’altro (proprio come gli ottomani furono sostituiti dagli inglesi, con l'assistenza di NILI).
Netanyahu è un maestro nella sopravvivenza politica, ed è anche un maestro nella manipolazione retorica. Sa come parlare al suo pubblico, come dissimulare i suoi codici e come premere pulsanti emotivi – in particolare per i suoi sostenitori nazionalisti religiosi, ma anche per molti altri sionisti. Soprattutto, ha un acuto senso del tempismo ed è abile nello sfruttare il disprezzo internazionale per ottenere il sostegno locale.
Ora sembra che stia facendo proprio questo, godendo del sostegno di quelli che sono stati i suoi critici e rivali politici. Niente unisce una nazione come la guerra, e oggi quella guerra sembra essere contro la CPI.
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