Cooperazione Tunisia - Unione Europea
- Dettagli
- Visite: 7376
L’Unione Europea criticata per lo “statuto privilegiato” accordato alla Tunisia
Una ONG tunisina dei diritti umani ha criticato l’Unione Europea per avere accordato uno “statuto privilegiato” di cooperazione alla Tunisia, nel corso di un incontro, sabato a Rabat, sui diritti umani nel Maghreb.
“Lo statuto privilegiato che l’UE ha accordato alla Tunisia è un premio alla tortura, alle violazioni gravi dei diritti umani nel paese”, ha dichiarato Sihem Benzedrine, portavoce del Consiglio nazionale delle libertà in Tunisia (CNLT), una organizzazione creata nel 1998 ma non autorizzata in Tunisia.
Il Marocco ha ottenuto l’11 dicembre uno statuto di partenariato privilegiato” nella cooperazione economica, politica e di sicurezza con l’UE.
Anche il Marocco ha ottenuto in ottobre lo “statuto privilegiato” di cooperazione con l’UE, una posizione richiesta fin dal 2004 e che comporta stretti rapporti di cooperazione politica ed economica.
“I nostri cinque paesi hanno degli accordi di associazione con l’UE che è complice di quello che succede qui”, ha aggiunto Benzedrine a proposito dei membri dell’Unione del Maghreb arabo (UMA), che raggruppa l’Algeria, il Marocco, la Mauritania, la Libia e la Tunisia.
“Mi domando se i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani siano ancora sostenuti dai paesi nei quali essa è nata”, si è chiesta Benzedrine. I partner del Maghreb sono i “primi a sostenere coloro che violano questi principi”, ha aggiunto.
Souheir Belhassen, presidente della Ligue Internazionale des droits de l’homme (Fidh), ha giudicato “mitigata” la situazione dei diritti dell’uomo in Maghreb. “Per non dire che è negativo, diciamo che il bilancio in Maghreb è mitigato. I progressi sono timidi e gli ostacoli sono la norma nella maggior parte dei paesi della regione”, ha sottolineato.
Hussein Zahouan, rappresentante della Ligue algérienne de défense des droits humains (LADDH), ha denunciato persecuzioni contro la sua organizzazione. “Per il momento non ci sono difensori dei diritti umani in prigione, ma vi sono delle persecuzioni e soprattutto un piano di destabilizzazione della nostra associazione da parte di alcuni giornali”, ha dichiarato all’agenzia France Press.
“Sarebbe stato impossibile tenere questo incontro in Tunisia”, ha sottolineato Kamal Jendoubi, un tunisino che rappresenta il “Réseau Euromed des droits humains”, con sede in Francia. “Nel mondo arabo, a parte il Marocco ed il Libano, i governi hanno mezzi legali per mettere la museruola ai difensori dei diritti umani”.
(AFP – 20.12.2008)