Perché Washington e Bruxelles non ne vogliono sapere di una Ucraina neutrale?
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Investig'Action, 19 febbraio 2014 (trad. ossin)
Perché Washington e Bruxelles non ne vogliono
sapere di una Ucraina neutrale?
Nicolas Bardos-Feltoronyi
Nel 2013 la Casa Bianca ha stanziato 100 milioni di dollari per sostenere il processo democratico in Ucraina. Proprio all'inizio delle manifestazioni, l'incontro tra l'ambasciatore statunitense, Nuland, e i leader dei partiti di opposizione è parsa come un rendere conto da parte degli esecutori delle manifestazioni al principale mecenate dei fatti di Kiev. E' da supporre che vi sia stato accordo - a giudicare dai sorrisi sereni dei leader dell'opposizione e dal commento della stessa Nuland, che ha definito il colloquio con l'opposizione "fruttuoso". Come evitare la manipolazione sull'Ucraina?
Per capire gli avvenimenti attuali in Ucraina, occorre partire da qualche nozione di base: l'indipendenza, la neutralità, il capitalismo e la corruzione in Ucraina.
Dopo secoli di dominazione, prima polacca, poi russa, l'Ucraina ottenne una autonomia limitata all'interno dell'Unione Sovietica e infine l'indipendenza, dopo la dissoluzione di quest'ultima nel 1991. Ieri come oggi, gli Ucraini di ogni tendenza sono prima di tutto Ucraini che tengono enormemente all'indipendenza del loro paese: a ovest come a est. Integrarsi nuovamente in una ricostituita Unione Sovietica è fuori questione. Le pressioni esercitate periodicamente da Mosca, soprattutto in materia di prezzo del gas naturale, non li sfiorano nemmeno.
Entrare nell'Unione Europea farebbe loro piacere, ma nutrono molti dubbi per ragioni di saggezza popolare (1) e di interessi economici (2). Certamente vi è un Occidente mitico che sembra loro un paradiso (3), verso il quale emigrano in modo massiccio. Ma è anche vero che Mosca e Kiev hanno dei sistemi economici molto complementari in ambito industriale. Ne consegue che, come è scritto nella Costituzione, l'Ucraina è tecnicamente un paese neutrale che vuole restare tale, incastrato tra Mosca e Bruxelles (Washington). Così le definizioni filo-europee e filo-russe dei manifestanti mi sembrano fuori luogo.
D'altra parte, fin dall'indipendenza, nel paese si è insediato un capitalismo selvaggio che persiste. I governi che si sono succeduti hanno applicato le ricette del FMI: liberalizzare, privatizzare, rendere flessibile il lavoro e avere meno governo possibile (salvo che per mantenere l'ordine). Si è costituito qualche gigantesco gruppo finanziario privato, mentre esplodevano disoccupazione e ineguaglianze. Al di là di una élite urbana poco numerosa, la maggioranza della popolazione vive nella miseria.
Peraltro, per quanto capitalisti, questi gruppi finanziari restano principalmente ucraini.
Infine il neo-capitalismo ha disorganizzato lo Stato e il paese. Ha prodotto un vasto sistema di corruzione pubblico e soprattutto privato. Lo Stato si confonde in parte coi grandi gruppi finanziari. Ed è così che le difficoltà economiche si legano all'opposizione al governo, per spiegare le manifestazioni attuali e passate.
Analizziamo su queste basi i recenti avvenimenti in modo un po' più approfondito: esaminiamo per cominciare la natura delle manifestazioni, poi i mediocri negoziati con la UE, per terminare con i comportamenti del governo e del presidente ucraino e le prospettive del paese.
La natura delle manifestazioni (4)
Non essendo affatto inconsapevoli, gli Ucraini sanno che la UE non è una panacea. Basta loro osservare cosa succede tra i loro vicini occidentali:
• Negli ultimi venti anni, la decisione politica dei paesi dell'Europa centrale e orientale (PECO) di entrare nell'UE si è dimostrata economicamente disastrosa. Preparandola e poi aderendo alla UE, questi paesi hanno perduto quasi la metà della loro produzione industriale e una parte considerevole della loro produzione agricola.;
• Questi paesi hanno subito una riduzione del potenziale umano della popolazione, con un peggioramento sensibile delle condizioni di lavoro, una fuga massiccia di cervelli e una non meno importante emigrazione dei giovani;
• Hanno perso il controllo del loro sistema bancario e delle principali imprese, che sono state assorbite dalle multinazionali soprattutto europee. Alcuni di questi paesi essendo in forte debito verso le banche, la loro dipendenza è diventata negli ultimi anni quasi assoluta.
Associandosi all'UE, l'Ucraina non aveva alcuna ragione di sperare in una sorte migliore. Né qualche compensazione poteva sperarsi nelle modeste proposte di bilancio della UE. Solo una piccola parte della popolazione ucraina non vuole prendere in considerazione questo aspetto della questione e manifesta con il visibile sostegno di politici e diplomatici ovest-europei e statunitensi.
Chi sono i manifestanti? Oltre ai cani sciolti, sono individuabili quattro gruppi significativi:
• Il movimento di Timochenko, che è stata leader di uno di quei governi corrotti di cui si è parlato sopra;
• Il movimento dell'ex pugile Klitchka, che sembra un "cavaliere bianco";
• Il partito Svoboda di destra nazionalista, fascistizzante e anti-semita, soprattutto presente nell'Ucraina occidentale, pubblicamente sostenuto da Le Pen, Vlaams Belang, Jobbik;
• Il partito comunista, assolutamente modesto;
Manifestano poi altri gruppuscoli di vario genere e soprattutto un gruppo di estrema destra e nazista, composto - tra altri - da "casseur" di manifestazioni.
Nell'ambito delle manifestazioni che durano da più di due mesi, occorre distinguere due fasi: una prima, quando le manifestazioni esprimevano il malcontento rispetto al rifiuto da parte del governo di firmare l'accordo di associazione con la UE - queste sono durate un paio di settimane; poi una seconda fase durante la quale - e dura ancora - si è affermata una opposizione di carattere generale contro il governo. Al momento le manifestazioni non hanno mobilitato se non, al massimo, l'1% della popolazione. Col passare del tempo, le posizioni degli oppositori si sono differenziate. Alcuni pronti a negoziare col governo, altri più radicali vogliono farlo a condizione che il presidente si dimetta.
Si è notato che un gran numero di manifestanti sono giunti a Kiev a bordo di centinaia di autobus provenienti per lo più dall'Ucraina occidentale. Portavano soprattutto all'inizio dei caschi di colore arancione. Che io sappia, né gli autobus, né i caschi cadono dal cielo, nemmeno in Ucraina. E' proprio per questo che si è pensato ad un "aiuto" straniero nei confronti dei movimenti di protesta (5). Nel 2013 la Casa Bianca aveva stanziato 100 milioni di dollari per sostenere il processo democratico in Ucraina. . Proprio all'inizio delle manifestazioni, l'incontro tra l'ambasciatore statunitense, Nuland, e i leader dei partiti di opposizione è parsa come un rendere conto da parte degli esecutori delle manifestazioni stesse al principale mecenate dei fatti di Kiev. E' da supporre che vi sia stato accorso - a giudicare dai sorrisi sereni dei leader dell'opposizione e il commento della stessa Nuland, che ha definito il colloquio con l'opposizione "fruttuoso".
La strategia non militare degli Stati Uniti d'America, vale a dire la distribuzione di mezzi finanziari per il tramite di loro ambasciatori, fondazioni e ONG, che consente di sovvenzionare in tutto il mondo migliaia di associazioni e decine di migliaia o più di politici, di "militanti della società civile" e di giornalisti nella divulgazione dei temi e delle immagini della propaganda statunitense, funziona ovviamente anche in Ucraina. Un argomento che disturba, ovviamente, e del quale i media francofoni preferiscono generalmente non parlare. Il vantaggio di molte di queste fondazioni statunitensi, per chi volesse informarsi, è che talvolta esse sono trasparenti.
Del resto, davanti a 200.000 manifestanti anti-governativi (stime occidentali probabilmente falsate) il senatore USA John McCain ha dichiarato il 15 dicembre 2013: "Il mondo libero è con voi. L'America è con voi, io sono con voi" (6). Lui e un altro senatore statunitense hanno incontrato diversi rappresentanti dell'opposizione come l'ex campione di boxe Vitaly Klitchko, l'ex ministro dell'economia Arseny Yatsenyouk e il nazionalista di destra anti-semita Oleh Tyahnybog, leader di Svoboda.
Contemporaneamente, il governo degli Stati Uniti d'America segue la linea dell'ingerenza: "Non entro nei dettagli, ma noi auspichiamo alcune opzioni politiche - ovviamente nessuna decisione è stata presa - e le sanzioni fanno parte di queste opzioni", ha dichiarato la portavoce della diplomazia statunitense Jennifer Psaki. Lo stesso giorno, il segretario statunitense alla Difesa, Chuck Hagel ha messo in guardia il suo omologo ucraino Pavolo Lebedev contro qualsiasi ipotesi di inviare i soldati contro i manifestanti: "Ha sottolineato i danni che potrebbero derivare da qualsiasi intervento dell'esercito per reprimere le manifestazioni" (7)
E' lecito domandarsi quale sarebbe la reazione degli "Occidentali" o dei nostri "Atlantisti" se i deputati russi andassero a manifestare nelle piazze di Kiev o di Bruxelles contro il governo del paese, se le ONG russe vicine al governo sostenessero manifestazioni a Vienna (capitale di un paese neutrale come l'Ucraina) o se i ministeri degli affari esteri e della difesa a Mosca violassero o minacciassero il presidente o i ministri statunitensi.
Le illusioni di Bruxelles (Washington) o un pessimo negoziato?
Fondamentalmente, con la sua politica di "vicinato", l'Unione Europea ha in realtà tentato di "strappare" l'Ucraina alla Russia. Non ha preso sul serio la volontà degli Ucraini di non volersi allineare all'uno piuttosto che all'altro. Non deve affatto stupire che il tentativo sia fallito. La stessa volontà di indipendenza si esprime quando Mosca pressa Kiev per ottenerne l'adesione all'Unione Doganale creata dalla Russia e da altre ex-repubbliche sovietiche.
Ora, Bruxelles ha dichiarato, a torto, incompatibile questa adesione con l'accordo di associazione negoziato. Questo tipo di negoziati serve appunto a "cercare le compatibilità” se si vuole l'adesione e aiutare l'Ucraina. Inoltre l'UE include 5 o 6 paesi neutrali. Sarebbe stato interessante associarli ai negoziati per sottolineare che l'UE ammette al suo interno dei paesi neutrali. Un po' imprudentemente i diplomatici europei avrebbero lasciato intendere ai loro interlocutori ucraini che l'associazione è la strada che porta ad una integrazione pura e semplice alla UE. D'altro lato l'UE nega assai maldestramente il diritto di entrare senza visto, nemmeno a termine o in forma di promessa vaga, agli Ucraini che tanto desiderano ciò.
L'UE non ha in fondo mai accettato la politica di neutralità dell'Ucraina e questo, forse, su pressione degli Stati Uniti. Dal canto suo, Washington tenta costantemente di intaccare la posizione della Russia e, nel caso in esame, attraverso l'Ucraina. Il segretario generale della NATO si permette di fare la predica alla Russia a proposito dell'Ucraina. Mosca ovviamente non lascia fare e procede alle consuete manovre diplomatiche delle Grandi Potenze usando alternativamente il bastone e la carota. La NATO è stata già fermata nella sua espansione a est nel 2008 quando, col sostegno di certi ambienti di Washington, la Georgia si è scontrata con la Russia ed ha pietosamente fallito.
Bisogna ben dire che, sospendendo l'accordo di associazione con la UE, l'Ucraina è sfuggita per il rotto della cuffia alla imposizione di forti sacrifici alla propria agricoltura e manifattura da parte delle multinazionali finanziarie e agroalimentari europee e statunitensi, che ne avrebbero approfittato anche per assumere il controllo di milioni di ettari del terreno più fertile del mondo. Del resto l'UE ha mostrato di dimenticare che l'Ucraina è militarmente neutrale per disposizione costituzionale e dunque non ne trae alcuna conseguenza circa i futuri approcci (8). E' un peccato sia per il popolo ucraino che per i democratici della UE.
L'atteggiamento del governo ucraino e le prospettive per il paese
Non resta oramai all'Ucraina che di attendere migliori condizioni per firmare un accordo di associazione con la UE. Il presidente ucraino ha definito cinque condizioni. In particolare:
• La ripresa della cooperazione col Fondo Monetario Internazionale (FMI);
• La revisione delle relazioni commerciali Ucraina-UE;
• La partecipazione della UE nella modernizzazione del sistema di trasporto del gas;
• Il consenso alla cooperazione economica dell'Ucraina con la Russia e i paesi dell'Unione doganale.
L'argomento principale di Kiev contro l'accordo commerciale è che costerebbe troppo caro. E ciò soprattutto perché impedirebbe l'accesso dell'Ucraina ai tradizionali mercati russi. La UE si è detta non in grado di finanziare la perdita di guadagno né di sopprimere il visto di ingresso per gli Ucraini. Peraltro l'Ucraina ha chiaramente fatto comprendere di voler restare impegnata ad una integrazione europea e ad aderire ai suoi ideali. L'UE ha precisato che avrebbe lasciato le sue porte aperte. Nell'attesa, il governo prosegue i suoi sforzi per rendere il paese meno dipendente dalla Russia.
Durante le manifestazioni, il presidente Yanoukovitch ha effettuato una visita in Cina nel dicembre 2013. La Cina aiuterà l'Ucraina a produrre gas sintetico di origine fossile. Investirà circa 6,4 miliardi di euro, dopo un prestito di 8 miliardi di euro.
Questo investimento mira ad aiutare l'economia ucraina e, nel corso dell'anno, i due paesi hanno anche firmato un accordo agricolo, nell'ambito del quale la Cina assume un importante impegno in favore del settore agricolo ucraino per i prossimi 50 anni. La Cina prenderà in affitto vaste terre agricole e ne migliorerà le infrastrutture. Alla fine la Russia e l'Ucraina coltiveranno insieme quasi tre milioni di ettari di terre - una superfice vasta quanto il Belgio.
D'altro canto l'Ucraina ha firmato un accordo per la fornitura di gas alla Slovacchia nel gennaio 2014. L'accordo prevede un rovesciamento del senso di circolazione del gas tra i due paesi. Kiev potrà acquistare gas naturale dalla UE e importarne ogni anno almeno 10 miliardi di metri cubi attraverso la Slovacchia. Ma l'Ucraina acquista gas dalla UE a circa 400 dollari per 1000 metri cubi, mentre nel primo trimestre del 2013 la Russia glielo ha venduto al prezzo di 268,5 dollari per 1000 metri cubi. Ciò non impedisce che il paese si approvvigioni ugualmente di gas dalla tedesca RWE, importandolo attraverso la Polonia e l'Ungheria. L'anno scorso l'Ucraina ha importato non più di due miliardi di metri cubi di gas dalla UE, mentre ne ha acquistato dalla Russia circa 28 miliardi di metri cubi.
Washington e Bruxelles dovranno ben guardarsi dal sostenere l'estrema destra che annuncia "la guerra civile" e la messa al bando internazionale del presidente (9). Non c'è dubbio che parte della responsabilità incombe sui dirigenti europei e statunitensi che sono venuti a Kiev per gettare olio sul fuoco, lasciando credere agli oppositori la possibilità di una vittoria facile. E' semplicemente stupido che "i quattro paesi di Visegrad" (la Polonia, la repubblica Ceca, l'Ungheria e la Slovacchia) decidano di creare un gruppo militare comune, dopo gli avvenimenti in Ucraina. Anche la nostra stampa potrebbe essere più prudente. E invece un rispettabile (sic!) giornale francese ha titolato: "Ucraina, verso un protettorato russo?"
Per il resto il governo continua a negoziare coi rappresentanti democratici dell'opposizione (al 1 febbraio 2014). Le dimissioni del governo e la cancellazione delle misura repressive sono state già stabilite. Nonostante ciò gruppi di oppositori "prendono il potere" in alcune città e province occidentali, si susseguono voci di colpi di Stato, l'esercito sembra spazientirsi. Tutto ciò è senza dubbio inquietante. La caduta del presidente mi sembra poco probabile ma sempre possibile. E' auspicabile? L'esecutivo ucraino è stato eletto con metodo democratico e, considerata la mediocrità del sistema giuridico ucraino, mi sembrerebbe dannoso indebolirlo ancor più. Per contro la pressione della piazza potrà bene influenzare le decisioni nel campo economico, per ridurre la corruzione e per annullare le misure antisociali.
Note:
[1] Somiglianza di lingua, cultura e religione, e prossimità familiare: matrimoni misti da secoli
[2] L’Ucraina ha un commercio estero più sviluppato verso la Russia che verso l'Unione Europea
[3] Tentate di spiegare a Kiev che la disoccupazione è diffusa in Belgio quanto in Ucraina
[4]Leggere soprattutto: CHAUVIER, Jean-Marie, EuroMaïdan ou la « bataille d’Ukraine », in : POLITIQUE. Revue de débats, n° 83, Gennaio-febbraio 2014. Anche: SAMARY, Catherine, La société ukrainienne entre ses dirigeants et à sa Troika, in : Les Possibles, di prossima pubblicazione, e le altre opere citate nella nota n. 8
[5] MILNE, Seumas, In Ukraine, fascists, oligarchs and western expansion are at the heart of the crisis, in : The Guardian, 29 gennaio 2014
[6] Questo mi ricorda le stesse parole pronunciate da Washington durante la rivolta ungherese del 1956 che ho vissuto a Budapest. Queste parole all'epoca non hanno prodotto alcun risultato tangibile, ma tanta delusione
[7] Leggere: Ukraine. Les Etats-Unis menacent et McCain rencontre l'extrême-droite, in : AtlasAlternatif, 16 dicembre 2013
[8] FOUCHER, Michel, L’Ukraine doit être un Etat neutre entre l’UE et la Russie, Le Monde, 20.12.2013. ; GUJER, Eric, Die EU und die Zukunft der Ukraine. Europas Krämerseelen, in : Neue Zürcher Zeitung, 25.1.2014 ; MÜLLER-HÄRLIN, Berhard, Die Ukraine umarmen, in : Neue Zürcher Zeitung, 12.11.2013.
[9] In Europa occidentale, abbiamo poche lezioni da impartire all'Ucraina. Le recenti repressioni a Parigi come a Francoforte sono state assai brutali e si è ricorso agli stessi "strumenti" repressivi