Dall’arma nucleare allo Champ, la tecnologia al servizio del terrore e della distruzione
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Dall’arma nucleare allo Champ, la tecnologia al servizio del terrore e della distruzione
Djerrad Amar
In questo mondo dominato dalla cupidigia, dall’egoismo e dalla corsa sfrenata alle ricchezze, la scienza e la tecnologia sono state traviate per servire le minoranze detentrici del Grande Capitale che inventano armi funeste e poter così minacciare, distruggere e uccidere per meglio consolidare il proprio dominio e accaparrarsi le altrui ricchezze. Sono giunti perfino a negare ad altri popoli il diritto di acquisire queste scienze e queste tecnologie.
Si apprende che l’esercito USA ha recentemente testato una nuova arma battezzata “CHAMP” (Counter electronics High Powered Microwave Advanced Missile Project). Si tratta di un missile che emette delle scariche di micro-onde capaci di rendere inoperanti i sistemi elettronici della località colpita. Può anche neutralizzare tutte le istallazioni che funzionano con sistemi elettronici. Insomma, ai nostri giorni, tutte le fabbriche, tutte le reti di distribuzione di acqua ed elettricità, tutte le amministrazioni, le televisioni, gli ospedali ecc. Una “grande” invenzione del secolo, che consente, con l’elettronica, di distruggere o di neutralizzare tutto ciò che funziona con sistemi elettronici. Keith Coleman, il responsabile del programma CHAMP, precisa, certamente con fierezza, che questa “tecnologia segna una nuova era nella guerra moderna”, ritenendo che, “in un futuro prossimo, questa tecnologia potrà essere utilizzata per rendere i sistemi elettronici e le banche dati del nemico inutili, prima ancora dell’arrivo delle truppe o dell’aviazione”. Ancora e sempre per la guerra e le distruzioni. E’ la loro unica morale! Siamo dunque arrivati ai limiti della scienza per avviare la fase dell’autodistruzione?
In fondo tutto ciò è veramente utile? Non è forse stupido e insensato investire somme colossali per delle armi distruttive, con il pretesto di difendersi, sapendo che anche il “nemico” finirà per acquisire questa tecnologia? In poco tempo! E poi? Questa ossessione di essere sempre più potenti, sempre più efficienti non rischia di diventare un handicap, perché fonte e causa di più ostilità, più incertezze, più tensioni, più conflitti, più nemici e più spese? Il problema è che, ogni nuova arma una parte metta a punto, questa provoca nuove iniziative anche da parte degli altri. Di qui ha origine una competizione infermale per il possesso, in qualità e quantità, del maggior numero di armi. Un’arma ha efficacia dissuasiva ed è strumento di pressione o di supremazia quando si riesca a mantenerne il monopolio il più a lungo possibile, tuttavia essa finisce sempre, soprattutto in tempi come questi in cui non esiste quasi più alcun segreto, per diventare un fattore di insicurezza collettiva per la sua inevitabile diffusione. Un piccolo esempio economico: una persona diventa ricca se gli viene dato un milione di dollari, ma se si dà a tutti un milione di dollari si crea un problema: l’inflazione. E’ il caso di tutte le armi dette “dissuasive” create fino ad oggi! Che fare? Bisogna inventarne altre ancora più assurde?
Fare assassinare gli scienziati degli altri, che sembra la modalità operativa attuale? Il mondo è entrato in una fase storica della sua evoluzione in cui nessuno può detenere né il monopolio né la tutela su qualsivoglia cosa!
Giacché ad ogni azione corrisponde una reazione, le cose non sono semplici, il mondo non è immobile, l’essere umano non è né amorfo né stupido.
Si crede sempre di essere più forti inventando delle tecniche, procedure ed armi più efficaci dell’avversario, nell’intento di dominarlo, ma si dimentica sempre la risposta dell’avversario, che riesce sempre, soprattutto nella nostra epoca, a realizzare anche lui rapidissimamente le stesse novità. Si tratta di cose scientifiche accessibili. Quando una idea viene realizzata, è facilissimo riprodurla. Alla fine si tratta di invenzioni costose che saranno, in poco tempo, alla portata di tutti; e dunque inutili, perché non consentiranno di raggiungere gli obiettivi desiderati. Peggio, colui che li riprodurrà potrà giovarsi di una innovazione, di un prodotto sofisticato, in meno tempo e con mezzi più modesti dell’inventore originario! Insomma, credendo di inventare qualcosa che servirà ad aggredire o dominare altri, non si fa altro, in realtà, che lanciare un boomerang! Tutte le armi inventate nel mondo, fin dall’antichità, hanno finito per diventare alla portata di tutti, presto o tardi. Ai tempi nostri prestissimo, talvolta contemporaneamente all’avvio della sperimentazione da parte dell’inventore. L’ultima dimostrazione di ciò è il drone “segreto” USA, il RQ 170 di recente tecnologia, dirottato dall’Iran e… certamente riprodotto. “A brigante, brigante e mezzo”, si dice. Si trova infatti sempre qualcuno più abile, per quanto abili si sia!
Gli Occidentali, in particolare gli Statunitensi, spendono sempre di più negli armamenti, giustificando ciò con ragioni di sicurezza. Questo principio di sicurezza che guida e orienta i loro programmi militari, con i nomi, tra gli altri, di “scudo anti-missile” e di “satelliti spia”, denuncia in realtà un timore abissale per le possibili reazioni di coloro che essi continuano a minacciare o aggredire. Non vi è “trattato”, “convenzione” o altro che sia in grado di rassicurare, attenuare le tensioni e le inquietudini, a causa delle tentazioni e dei voraci appetiti dei trust.
Eppure la sicurezza viene assicurata dalla buona volontà e dalle buone azioni, non dalle provocazioni, dalle ostilità, o dalle guerre per satelliti interposti.
Saggezza vorrebbe che le centinaia di miliardi spesi venissero utilizzati per il bene dell’umanità e non per la sua distruzione! “La vera forza comincia dalla saggezza” (Jean Van Hamme)