Rapporto ufficiale del governo cinese sulla situazione dei diritti umani negli Stati Uniti – Parte prima
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Xinhua, 9 marzo 2017 (trad. ossin)
Rapporto ufficiale del governo cinese sulla situazione dei diritti umani negli Stati Uniti – Parte prima
Ufficio informazioni del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese
Un favore restituito e ben documentato, che puntualizza cose di cui non sentirete mai parlare nella stampa occidentale
Il 3 marzo, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha pubblicato i suoi rapporti nazionali in materia di diritti dell’uomo, arrogandosi nuovamente il ruolo di «giudice dei diritti dell’uomo». Brandendo «il bastone dei diritti dell’uomo», punta il dito e giudica la situazione dei diritti umani in molti paesi, senza preoccuparsi dei propri problemi in relazione a gravi violazioni dei diritti umani domestici. Non si può dunque evitare di porsi delle domande a proposito dell’attuale situazione dei diritti umani negli Stati Uniti del 2016. Alcuni fatti specifici dimostrano che, l’anno scorso, la situazione negli Stati Uniti ha continuato a peggiorare quanto a taluni aspetti dei diritti umani della persona. Con un numero incessante di sparatorie la cui eco giunge fino alle orecchie della Statua della Libertà, l’aggravarsi della discriminazione razziale e la farsa del processo elettorale dominato da politici al soldo del capitale, questi autoproclamati difensori dei diritti dell’uomo hanno messo in gioco il loro proprio «mito» dei diritti umani e devono adesso rispondere dei loro atti in questo campo.
– La frequenza dei crimini legati all’uso delle armi da fuoco ha comportato pesanti perdite umane e il tasso di incarcerazione resta elevato. Vi sarebbero stati in totale 58.125 episodi di violenza armata, tra cui 385 sparatorie di massa, negli Stati Uniti nell’anno 2016, che hanno provocato 15.039 morti e 30.589 feriti. Gli Stati Uniti hanno il secondo tasso di incarcerazione penitenziaria più alto del mondo, con 693 detenuti ogni 100.000 abitanti (www.statista.com, Aprile 2016). Nel 2016, 70 milioni di Statunitensi sono passati per il carcere – è quasi un adulto su tre. (harvardlawreview.org, 5 gennaio 2017) [2 milioni vi sono ancora per wikipedia, NdT]
– I mezzi di sussistenza delle classi medie e povere sono fonte di inquietudine a causa dell’allargamento a forbice dei redditi. Nel 2016, la percentuale di adulti statunitensi con un impiego a tempo pieno ha toccato il livello più basso dal 1983. Nel corso degli ultimi tre decenni, quasi il 70% del reddito è stato appannaggio del 10% dei più ricchi. La classe media statunitense ha cominciato a ridursi. Inoltre uno statunitense su sette vive in condizione di povertà, vale a dire che 45 milioni di persone hanno difficoltà a vivere. La speranza di vita media è passata da 78,9 anni a 78,8 anni, ed è la prima volta da 20 anni che gli Stati Uniti registrano un abbassamento della speranza di vita globale.
– Il razzismo persiste e le relazioni razziali sono peggiorate. Nel 2016, il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite per le persone di origine africana ha segnalato al Consiglio per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite che il problema razziale era serio negli Stati Uniti. La storia coloniale, la schiavitù, la subalternità razziale e la segregazione, il terrorismo razziale e le diseguaglianze razziali negli Stati Uniti continuano a porre seri problemi. Gli assassinii commessi da poliziotti ricordano il terrore razzista dell’epoca dei linciaggi. Gli Stati Uniti si trovano di fronte ad una «crisi dei diritti dell’uomo» (www.un.org, 18 agosto 2016).
– La protezione dei diritti delle donne, dei bambini e delle persone anziane non è migliorata e i diritti dei gruppi vulnerabili sono gravemente violati. Le donne hanno salari più bassi dei colleghi maschi. Le impiegate municipali della città di New York percepiscono il 18% di salario in meno rispetto agli uomini (www.nydailynews.com, 11 aprile 2016). Le donne rappresentano circa il 60% dei lavoratori californiani che guadagnano un salario minimo o meno (www.sandiegouniontribune.com, 10 aprile 2016). Sono frequenti le molestie e le aggressioni sessuali. Circa una donna su quattro ha dichiarato di essere stata molestata nel luogo di lavoro (www.usatoday.com, 7 luglio 2016). In totale, il 20% delle ragazze che hanno frequentato il college per quattro anni ha dichiarato di avere subito aggressioni sessuali (www.washingtonpost.com, 5 marzo 2016). Il tasso di povertà tra i bambini resta elevato e circa 6,8 milioni di persone di età tra i 10 e i 17 anni soffrono di insicurezza alimentare (www.urban.org, 11 settembre 2016). Di tempo in tempo si registrano casi di maltrattamento nei confronti di persone anziane, e circa 5 milioni di esse sono vittime di abusi ogni anno (www.csmonitor.com, 15 giugno 2016).
– Gli Stati Uniti hanno, ripetutamente, violato i diritti umani in altri paesi e hanno consapevolmente ammazzato vittime innocenti. Dall’8 agosto 2014 al 19 dicembre 2016, gli Stati Uniti hanno lanciato 7.258 attacchi aerei sull’Iraq e 5.828 in Siria, provocando 733 incidenti con un numero di morti civili stimato tra i 4.588 e i 6.127 (airwars.org, 19 dicembre 2016). Dal 2009, il numero di civili uccisi da droni statunitensi è stato di oltre 800 persone in Pakistan, in Yemen e in Somalia. (www.theguardian.com, 1° luglio 2016) La questione della detenzione illegale e della tortura di prigionieri in altri paesi è rimasta irrisolta.
– Gli Stati Uniti rifiutano di approvare le convenzioni internazionali relative ai diritti dell’uomo e non hanno accettato il progetto di risoluzione delle Nazioni Unite relativo ai diritti dell’uomo. Non hanno mai ratificato le principali convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo, per esempio il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, la Convezione per l’eliminazione di ogni discriminazione nei confronti delle donne; la Convenzione sui diritti dei bambini e quella sui diritti delle persone con handicap. Nel corso della 71° Assemblea Generale dell’ONU, gli Stati Uniti hanno votato contro i progetti di risoluzione relativi ai diritti umani, in particolare quelli concernenti «il diritto allo sviluppo», «i diritti dell’uomo e le misure coercitive unilaterali», «la promozione di un ordine internazionale democratico ed equo» e «la dichiarazione sul diritto alla pace» (www.un.org, 19 dicembre 2016).
I. Gravi violazioni del diritto alla vita e alla sicurezza personale
Nel 2016, il governo degli Stati Uniti non ha esercitato alcun controllo effettivo sulle armi da fuoco, le forze di polizia hanno abusato dei loro poteri e il crimine non è stato efficacemente combattuto. Di conseguenza i diritti civili, in particolare il diritto alla vita, sono stati seriamente minacciati e i diritti delle persone sono state continuamente violati.
La frequenza dei crimini legati alle armi da fuoco è elevata. Secondo i dati pubblicati dal FBI, il 26 settembre 2016, armi da fuoco sono state utilizzate nel 71,5% degli omicidi, nel 40,8% dei reati contro il patrimonio e nel 24,2% delle aggressioni aggravate, nel 2015 (ucr.fbi.gov, 26 settembre 2016). Secondo un sondaggio pubblicato da Arm Gun Violence Archive, vi sono stati 58.125 casi di violenza armata, tra cui 385 sparatorie di massa, negli Stati Uniti nel 2016, che hanno provocato 15.039 morti e 30.589 feriti (www.gunviolencearchive.org, 31 dicembre 2016). Il 12 giugno 2016, un uomo armato ha sparato a bruciapelo in un night club sovraffollato di Orlando, uccidendo 50 persone e ferendone altre 53, una delle sparatorie più sanguinose della storia del paese (www.washingtonpost.com, 12 giugno 2016).
Le tasso di criminalità è cresciuto a dismisura. Secondo un rapporto intitolato “La criminalità negli Stati Uniti”, pubblicato dallo FBI nel 2016, vi sono stati 1.197.704 crimini violenti commessi nel paese nel 2015, con una crescita del 3,9% rispetto all’anno precedente. La percentuale stimata di crimini violenti è di 372,6 ogni 100.000 abitanti, vale a dire un aumento del 3,1% rispetto al 2014. Nel totale dei crimini violenti del 2015, il 63,8% è stato costituito da aggressioni violente, il 27,3% da reati contro il patrimonio, il 7,5% da stupri e l’1,3% da omicidi. Su scala nazionale si calcolano in 7.993.631 i crimini contro il patrimonio, le vittime di tali crimini hanno subito perdite economiche stimate in circa 14,3 miliardi di dollari USA (ucr.fbi.gov). Nel 2015, in tutto il paese si sono registrati circa 15.696 casi di omicidi non involontari, secondo i dati pubblicati da Statista (www.statista.com). Il Daily Mail del Regno Unito ha scritto, il 26 luglio 2016, che gli omicidi in 51 grandi città statunitensi, nel primo semestre, sono saliti del 15% rispetto all’anno precedente e che la percentuale di omicidi a Chicago è cresciuta del 48% su base annua (www.dailymail.com .co.uk, 26 luglio 2016). Josh Earnest, all’epoca addetto stampa della Casa Bianca, ha sottolineato che costituiva un vero problema che alcune città «subissero un’ondata inquietante di crimini violenti» (www.washingtonpost.com, 14 maggio 2016). Anche il presidente USA ha ammesso che «la criminalità è fuori controllo e cresce rapidamente» (www.dailymail.co.uk, 26 luglio 2016). Sono aumentati anche i crimini motivati dall’odio. Secondo Hate Crime Statistics 2015, pubblicato dallo FBI, le strutture giudiziarie hanno presentato 5.850 casi di crimini e 6.885 infrazioni connesse, motivati da pregiudizi relativi alla razza, all’origine etnica, all’ascendenza, alla religione, all’orientamento sessuale, all’handicap, al genere e all’identità di genere (www.fbi.gov, 14 novembre 2016).
La polizia ha abusato dei suoi poteri. Secondo i dati pubblicati dallo FBI, nel 2015 a livello nazionale vi sono stati circa 10.797.088 arresti. Le percentuale di arresti stimata negli Stati Uniti nel 2015 è stata di 3.363 arresti ogni 100.000 abitanti (ucr.fbi.gov). Da parte della polizia degli Stati Uniti, l’abuso di armi da fuoco durante gli arresti è preoccupante. I media hanno calcolato 1.348 decessi in occasione di arresti, tra il 1° giugno 2015 e il 31 marzo 2016, pari ad una media di 135 persone ammazzate ogni mese (www.bjs.gov, 22 dicembre 2016). In totale, 963 persone sono state uccise dalla polizia nel 2016 (github.com/washingtonpost/data-police-shootings). Secondo un rapporto del Washington Post datato 8 luglio 2016, dei 509 ammazzati da poliziotti statunitensi nell’anno in corso, almeno 124 soffrivano di turbe mentali (www.statista.com, 8 luglio 2016). I poliziotti che ammazzano civili sono raramente processati. Circa 1.000 civili vengono uccisi ogni anno dalla polizia, ma solo 77 agenti sono stati giudicati colpevoli di omicidio involontario o preterintenzionale, tra il 2005 e il 2016 (www.washingtonpost.com, 19 ottobre 2016).
La percentuale di incarcerazione resta elevata. Secondo i dati pubblicati da uno studio statunitense di ricerche di mercato ad aprile 2016, gli Stati Uniti sono secondi nel mondo quanto a percentuale di detenuti, con 693 prigionieri ogni 100.000 abitanti. Circa 2,2 milioni di persone sono state incarcerate negli Stati Uniti nel 2014. (www.statista.com, aprile 2016) Vi sono 70 milioni di Statunitensi che sono stati già incarcerati – vale a dire quasi 1 adulto su 3 (harvardlawreview.org , 5 gennaio 2017). Costruite per alloggiare circa 13.000 persone, le prigioni dell’Alabama ospitano attualmente 28.000 prigionieri, vale a dire più del doppio della capacità. La salute dei detenuti non può essere quindi salvaguardata e le malattie infettive, come tubercolosi e dermatiti, si trasmettono facilmente (Apr.org, 16 dicembre 2016). Il 28 novembre 2016, il sito Web del Washington Post informava che due poliziotti erano stati arrestati per avere picchiato un detenuto con deficit mentale e per avere falsificato la cartella clinica per coprire l’abuso (www.washingtonpost.com, novembre 28, 2016). Secondo un articolo del sito internet del Washington Post del 19 dicembre 2016, alcune guardie carcerarie della contea di Sherriff, Los Angeles, hanno picchiato e maltrattato dei prigionieri. L’ex capo ha cercato di insabbiare una inchiesta federale su questi e altri abusi perpetrati nelle carceri della contea di Los Angeles. L’inchiesta ha portato alla condanna di 20 membri del dipartimento (www.washingtonpost.com, 19 dicembre 2016). Il Washington Post ha scritto sul suo sito internet che, il 2 dicembre, una guardia del complesso penitenziario di Rikers Island, nella città di New York, ha «selvaggiamente» preso a calci un detenuto malato fino a farlo morire (www.washingtonpost.com, 2 dicembre 2016). I decessi nelle prigioni sono continuati ad aumentare. Secondo i dati pubblicati dal Bureau of Justice Statistics a dicembre 2016, tra il 2001 e il 2014, vi sono stati 50.785 decessi di detenuti negli Stati Uniti. Nel solo 2014, vi sono stati 3.927 decessi nelle prigioni statali e federali. Si tratta del più gran numero di decessi di detenuti, da quando il Programma di dichiarazione dei decessi in prigione (DCRP) ha cominciato a raccogliere dati nel 2001. Il suicidio è la causa principale di decessi nelle prigioni locali. Vi sono stati 372 suicidi nel 2014, il 13% in più rispetto al 2013. Il numero di suicidi nelle prigioni di Stato è aumentato del 30% tra il 2013 e il 2014 (www.bjs.gov, dicembre 2016).
II. I diritti politici compromessi
Nel 2016, la politica dei soldi e il potere in cambio di soldi hanno controllato una elezione presidenziale piena di menzogne e farsa. Non sono stati garantiti in alcun modo i diritti politici dei cittadini, e il pubblico ha reagito con boicottaggi e manifestazioni, per denunciare la natura ipocrita della democrazia statunitense.
La partecipazione elettorale e le percentuali di consenso crollano a livelli sempre più bassi. Solo il 55% dei cittadini in età di voto è andato alle urne nell’elezione del 2016, che ha registrato il tasso di partecipazione più basso degli ultimi 20 anni (edition.cnn.com, 30 novembre 2016). Un numero crescente di Statunitensi è rimasto deluso o si è arrabbiato a causa delle elezioni. Ricerche svolte prima delle elezioni dimostrano che molti elettori che intendevano votare erano arrabbiati. Coloro che stavolta non hanno votato sono andati al di là di alienazione o antipatia – hanno provato totale avversione per la politica (www.huffingtonpost.com, 6 dicembre 2016).
E’ stata l’elezione più costosa che si sia mai vista. I candidati a posti elettivi federali hanno speso più che mai – circa 6,8 miliardi di dollari USA. E’ più di quanto si spende per i cereali (6 miliardi di dollari USA). I candidati alla Camera dei Rappresentanti e al Senato e i gruppi indipendenti che li sostenevano hanno dovuto sborsare 410 milioni di dollari USA in più rispetto alle elezioni presidenziali del 2012 (www.cbsnews.com, 8 novembre 2016). Secondo il sito internet del Washington Post, la campagna elettorale di Clinton aveva raccolto 1,4 miliardi di dollari USA a fine novembre 2016, mentre Trump aveva raccolto 932 milioni di dollari USA (www.washingtonpost.com, 9 dicembre 2016). CNN ha detto che il 2016 è stato «l’anno in cui il denaro non ha portato la vittoria», e «l’età dell’oro per essere l’uomo delle masse popolari» (us.cnn.com, 12 novembre 2016). L’influenza del denaro sulla politica ha scatenato manifestazioni nazionali, nel corso delle quali molti manifestati sono stati arrestati dalla polizia.
I media non sono stati obiettivi e imparziali. I media degli Stati Uniti hanno pubblicato un gran numero di articoli e commenti distorti, dimostrando pienamente la loro incapacità di mantenersi obiettivi o imparziali. I media hanno con tutta chiarezza coperto le elezioni con spirito partigiano. Tra i 100 quotidiani più importanti, 57 hanno appoggiato il candidato democratico, e solo 2 i Repubblicani, secondo le rilevazioni effettuate dall’Università di California, Santa Barbara. Un sondaggio effettuato dall’Università Quinnipiac, il 19 ottobre 2016, ha pure evidenziato che la parzialità dei media nella copertura dell’elezione presidenziale è stata avvertita dal 55% dei potenziali elettori, più precisamente dal 90% dei Repubblicani e il 61% degli elettori indipendenti (Poll.quedu, 19 ottobre 2016).
III. Le pessime condizioni di vita degli Statunitensi con redditi bassi o medi
Nel 2016, la polarizzazione sociale negli Stati Uniti si è aggravata, dal momento che la percentuale di adulti che lavorano a tempo pieno è sceso al livello più basso dopo il 1983 (www.gallup.com, 20 settembre 2016), la forbice reddituale aumenta, la classe media comincia a diminuire (bigstory.ap.org, 12 maggio 2016) e le condizioni di vita dei poveri peggiorano.
La forbice reddituale è continuata a allargarsi. Il 17 maggio 2016, il sito internet del Guardian scriveva che, nel 2015, i 500 più importanti manager degli Stati Uniti hanno guadagnato 340 volte il salario medio dei lavoratori. Al netto della indicizzazione dell’inflazione, i salari dei lavoratori ordinari sono fermi da 50 anni (Www.theguardian.com, 17 maggio 2016). Businessinsider.com ha rivelato che, mentre i salari dei manager delle 350 maggiori imprese statunitensi sono aumentati di circa il 940% tra il 1978 e il 2015 tenuto conto dell’inflazione, la remunerazione del lavoratore medio è cresciuta solo del 10% (Www.businessinsider.com, 15 agosto 2016). Il sito internet del Wall Street Journal riferisce che, negli ultimi 30 anni, quasi il 70% dei redditi sono andati al 10% degli Statunitensi più ricchi, fenomeno che è stato sarcasticamente definito il più sbalorditivo «successo economico» degli ultimi anni da The Time (www.newser.com, 8 dicembre 2016).
La classe media si restringe. Il Wall Street Journal scriveva che il 92% delle persone nate nel 1940 guadagnava a 30 anni più dei loro genitori quando avevano la stessa età. Però, per le persone nate nel 1980, questa percentuale è crollata al 51% (www.newser.com, 8 dicembre 2016). Secondo la società di consulenza Gallup, la percentuale di Statunitensi che pensano di appartenere alla classe media o media superiore è calata di 10 punti, passando dal 61% tra il 2000 e il 2008 al 51% del 2016. Questa caduta significa che 25 milioni di persone negli Stati Uniti vedono la loro situazione peggiorare in termini economici. (Www.gallup.com, 20 settembre 2016) Secondo un rapporto pubblicato da Pew Research Center, l’11 maggio 2016, la classe media statunitense non compone più la maggioranza della popolazione in quasi il 25% delle grandi città (bigstory.ap.org, 12 Maggio 2016). Dal 2000 al 2014, la percentuale di adulti che vive in famiglie di classe media è calato di 4 punti su scala nazionale ed è diminuita di 6 o più punti in 53 regioni metropolitane (www.pewsocialtrends.org, 11 maggio 2016). Un sondaggio di Pew ha rivelato che il 62% dei 1.500 adulti intervistati ha dichiarato che il governo non si preoccupa a sufficienza della classe media (www.pewsocialtrends.org, 4 febbraio 2016).
Le condizioni di vita della popolazione povera o a basso reddito si sono deteriorate. Uno Statunitense su sette, almeno 45 milioni di persone, vive in povertà (www.dailymail.co.uk, 10 settembre 2016). Una inchiesta Pew ha mostrato che il 49% degli Statunitensi dice di non riuscire a sbarcare il lunario; il 42% riesce a barcamenarsi tra entrate e uscite (www.pewsocialtrends.org, 4 febbraio 2016). Alla fine del 2015, il numero di senza tetto era di circa 500.000 persone (www.theatlantic.com, 11 febbraio 2016). Questo numero è cresciuto nelle grandi città. Si calcolano più di 60.000 senza tetto nel Wisconsin (www.usatoday.com, le 16 ottobre 2016). Migliaia di persone a basso reddito nei settori della ristorazione rapida, l’assistenza a domicilio e gli aeroporti hanno ripetutamente scioperato per ottenere un salario minimo di 15 dollari l’ora (www.theguardian.com, 21 novembre 2016).
La speranza di vita è diminuita. La speranza di vita negli Stati Uniti è diminuita nel 2015 per la prima volta in più di due decenni, secondo i dati pubblicati dal Centro nazionale di statistiche della sanità, l’8 dicembre 2016. La speranza di vita degli uomini è passata dai 76,5 anni del 2014 ai 76,3 del 2015, mentre quella delle donne è passata dagli 81,3 agli 81,2. La speranza di vita globale è passata dai 78,9 ai 78,8 anni (www.bbc.co.uk, 8 dicembre 2016). Contemporaneamente, il tasso di suicidio è aumentato. I centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno segnalato che vi sono stati 41.149 casi di suicidio negli Stati Uniti nel 2013, vale a dire circa il 41% più del 1999. Il suicidio era la decima causa di morte negli Stati Uniti nel 2013, il doppio dell’omicidio (www.bls.gov, dicembre 2016). Nel 2015, la percentuale di suicidio negli Stati Uniti ha toccato il livello più alto in quasi tre decenni (www.bbc.co.uk, 22 aprile 2016).
Le condizioni di salute sono peggiorate. Per i residenti degli Stati Uniti, lo stato di salute auto-dichiarato è peggiorato, in tutte le fasce d’età tra i 25 e i 59 anni, dopo il 1990, secondo un rapporto Gallup. La fetta di popolazione attiva che soffre di un handicap che impedisce di lavorare è passata dal 4,4% del1980 al 6,8% del 2015. Questa situazione si spiega coi costi esorbitanti e con l’inefficienza del sistema sanitario (www.gallup.com, 15 dicembre 2016). Il sistema distorto e complesso di pagamento dei farmaci prescritti ha consentito ai quadri delle compagnie farmaceutiche di imporre prezzi esorbitanti per medicine generiche che esistono da anni, e alcune aziende hanno anche usato coupon gratuiti per i clienti, per aumentare di dieci volte il prezzo delle medicine, come riferisce il Chicago Tribune del 6 dicembre 2016 (www.chicagotribune.com, le 6 dicembre 2016).
Il sistema di sicurezza sociale è gravemente viziato. Il Des Moines Register ha segnalato che ci sono 1.136.849 richieste di prestazioni di invalidità federali in lista di attesa, il che significa che esse possono attendere fino a 26 mesi per ottenere una audizione finalizzata alla prestazione (www.desmoinesregister.com, 2016). Le statistiche pubblicate da singlemotherguide.com mostrano che solo il 22,4% delle madri non sposate, licenziate o alla ricerca di un lavoro, ricevano sussidi di disoccupazione (singlemotherguide.com, 17 settembre 2016). CNN ha segnalato che 16 sistemi penitenziari statali non dispongono di procedure formali per iscrivere i prigionieri al Medicaid quando vengono scarcerati. Nove Stati dispongono di procedure solo per alcune strutture o per gruppi limitati di prigionieri. Questi 25 Stati (in tutto) liberano circa 375.000 detenuti ogni anno. Il rapporto della CNN dice anche che i due terzi dei 9.000 prigionieri malati cronici liberati ogni anno dalle prigioni di Filadelfia non sono iscritti ad un sistema sanitario quando escono (edition.cnn.com, 12 dicembre 2016).