La Storia della conquista degli Stati Uniti da parte dei neocon 3/4
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The saker, 10 maggio 2017
La storia della conquista degli Stati Uniti da parte dei neocon (3/4)
Paul Fitzgerald e Elizabeth Gould
Parte 3 – Come la CIA ha creato una falsa realtà occidentale per la ‘Guerra Non Convenzionale’
“Gli spiriti diabolici della Stampa Moderna” – Puck, un settimanale statunitense del 1888. Da Wikimedia.
La strana ideologia, psicologicamente conflittuale e politicamente divisiva, chiamata Neoconservatorismo può vantare molti padrini. Vengono in mente Irving Kristol, padre di William Kristol, Albert Wohlstetter, Daniel Bell, Norman Podhoretz e Sidney Hook, e ce ne sono molti altri. Ma sia nella teoria che nella pratica, il ruolo di padre-fondatore dell’agenda neoconservatrice di guerra infinita che governa il pensiero dell’ apparato della Difesa degli Stati Uniti e della politica estera, può essere oggi meglio riconosciuto a James Burnham.
I suoi scritti negli anni ’30 hanno fornito una raffinata cornice di intellettuale oxfordiano al Partito Socialista dei Lavoratori e, come più stretto consigliere del rivoluzionario comunista Leon Trotskij e della sua Quarta Internazionale, ha avuto modo di imparare in prima persona le tattiche e le strategie di infiltrazione e sovversione politica. Burnham si svelò nel suo ruolo di “intellettuale troskista” giocando sporchi trucchi contro i suoi avversari politici nei movimenti marxisti concorrenti, trasformando la loro lealtà e sfruttando il loro miglior talento.
Burnham rinnegò la propria fedeltà a Trotskij e al marxismo in tutte le sue forme nel 1940, ma ne mantenne le tattiche e le strategie di infiltrazione e sovversione utilizzando contro gli stessi marxisti i loro metodi di materialismo dialettico. Il suo libro del 1941 La Rivoluzione Manageriale gli portò fama e fortuna e lo lanciò come un astuto, anche se non proprio accurato, profeta politico che raccontava l’ascesa di una nuova classe di élite tecnocratica. Il suo libro successivo, The Machiavellians [I Machiavellici] confermò la sua transizione dall’idealismo marxista a un realismo molto cinico e spesso crudele, con la sua fede nell’inevitabile fallimento della democrazia e l’ascesa dell’oligarchia. Nel 1943 stese tutte le sue convinzioni in un memorandum per l’Ufficio statunitense per i servizi strategici (OSS), organizzazione nella cui linea di pensiero il suo anti-stalinismo troskista fece strada. E nel suo libro del 1945, La Lotta per il Mondo, Burnham egli ampliò la sua dialettica conflittuale nei confronti dell’Unione Sovietica, fino a vagheggiare una permanente linea politica apocalittica di guerra senza fine. Entro il 1947 si completò la trasformazione di James Burnham da radicale comunista a conservatore statunitense sostenitore del Nuovo Ordine Mondiale. Il suo libro La Lotta per il Mondo aveva fatto fare una Svolta Francese alla rivoluzione comunista permanente di Trotskij, trasformandola in un piano di battaglia permanente per un impero statunitense globale. Quello che ci voleva per completare la dialettica di Burnham era un nemico eterno, e ciò richiedeva una sofisticata campagna psicologica volta a mantenere vivo per generazioni l’odio nei confronti della Russia.
L’ascesa dei Machiavellici
Nel 1939 Sidney Hook, un collega di Burnham alla New York University e come lui filosofo marxista, aveva contribuito alla fondazione di un Comitato per la Libertà Culturale antistalinista come parte di una campagna contro Mosca. Anche Hook abbandonò il marxismo e, come Burnham, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, in qualche modo si ritrovò nel caldo abbraccio dell’ala di destra della comunità dello spionaggio americano. Hook era considerato un traditore dal Partito Comunista e un “rettile controrivoluzionario” per le sue attività e, fin dal 1942 era diventato un informatore dell’FBI a danno dei suoi stessi compagni.
Vendere alle impoverite e spossessate élite europee le virtù della cultura statunitense era essenziale per la costruzione dell’impero USA dopo la guerra, e i primi scritti di Burnham fornirono l’ispirazione da cui sarebbe stata costruita una nuova controcultura di “Libertà”. Da veterani della guerra intestina troskista, sia Burnham che Hook avevano praticato le arti dell’infiltrazione e della sovversione e, come nel piano descritto in TheMachiavellians: Defenders of Freedom, fecero in modo di mettere in cattiva luce qualunque cosa i Sovietici facessero o dicessero.
Come spiega Burnham in TheMachiavellians, la sua versione di Libertà voleva dire tutto tranne che libertà intellettuale, o quelle libertà definite dalla Costituzione degli USA. Quello che intendeva realmente era conformismo e sottomissione. La libertà di Burnham vale solo per quegli intellettuali (I Machiavellici) che vorranno dire al popolo la dura verità riguardo alle necessarie politiche impopolari che si troverà ad affrontare. Queste erano proprio quelle necessità che avrebbero promosso l’ascesa nel mondo nuovo della classe manageriale, la quale avrebbe fatto in modo di negare agli Statunitensi quella democrazia che pensavano di possedere già. Come osservò Orwell nel suo Second Thoughts del 1946 riguardo alle convinzioni machiavelliche espresse da Burnham, “Il potere a volte può essere conquistato o mantenuto senza la violenza, ma mai senza l’inganno, perché ciò è necessario per usare le masse…”.
Nel 1949 la CIA già si impegnava attivamente nel defraudare le masse sostenendo segretamente la cosiddetta sinistra non comunista e comportandosi come se questa fosse un prodotto spontaneo di una società libera. Creando una sinistra al servizio del proprio impero in espansione, la CIA stava applicando la propria versione di Svolta Francese, reclutando i migliori e più brillanti, e la creazione del National Security State nel 1947 istituzionalizzò tutto questo. Assistita dal britannico Information Research Department, l’IRD, la CIA reclutò ex agenti di disinformazione sovietici addestrati prima della guerra, che avevano gestito gruppi non comunisti per conto di Mosca e li mise all’opera. Come scrive Frances Stoner Saunders nel suo libro The Cultural Cold War, “questi ex propagandisti dei Sovietici vennero riciclati, si sbiancarono le tracce di Comunismo, vennero quindi adottati dagli strateghi governativi che vedevano nella loro conversione un’occasione irresistibile di sabotare la macchina di propaganda sovietica che essi stessi avevano un tempo oliato”.
Per sua stessa ammissione, la strategia della CIA di promuovere la sinistra non comunista sarebbe diventata il fondamento teorico delle operazioni politiche dell’Agenzia contro il Comunismo per i successivi due decenni. Ma la guerra culturale senza esclusione di colpi contro il Comunismo Sovietico iniziò sul serio nel marzo 1949 quando un gruppo di 800 figure letterarie e artistiche di spicco si riunirono al Waldorf Astoria Hotel di New York per una conferenza “Culturale e Scientifica” sponsorizzata dai Sovietici per chiedere la pace. Sia Sydney Hook che James Burnham erano già attivamente coinvolti nell’inserimento di elementi loro fedeli nell’Ufficio di Informazione dei Partiti Comunisti di Mosca (Cominform) che doveva influenzare l’opinione occidentale. Ma la conferenza al Waldorf diede loro l’opportunità, per la quale stavano pregando, di utilizzare gli sporchi trucchi.
Dei manifestanti organizzati da una coalizione di destra di gruppi Cattolici e la Legione Americana molestavano gli ospiti quando arrivavano. Delle suore Cattoliche si inginocchiavano in preghiera per le anime degli atei Comunisti presenti. Riuniti al piano di sopra in una suite nuziale al decimo piano, una banda di ex Trotskisti ed ex Comunisti guidati da Hook intercettava la posta del convegno, manipolava i comunicati ufficiali e pubblicava opuscoli che sfidavano i relatori ad ammettere il loro passato Comunista.
Alla fine l’intera conferenza divenne un folle teatro dell’assurdo e Burnham e Hook l’avrebbero usata per convincere Frank Wisner dell’Ufficio di Coordinamento Politico della CIA a iniziare lo spettacolo.
Il Congresso per la Libertà Culturale: di riffa o di raffa
Attingendo al potenziale non sfruttato della Quarta Internazionale, la festa che ne uscì fu quella che si tenne il 26 giugno 1950 al Titania Palace nella Berlino occupata. Chiamato come il concetto del 1939 di Hook per un comitato culturale, i quattordici punti del “Manifesto per la Libertà” del Congresso per la Libertà doveva identificare l’Occidente con la libertà. E dal momento che tutto ciò che riguardava l’Occidente era libero, libero, libero allora non c’era bisogno di dire che ciò che riguardava l’Unione Sovietica non lo era.
Organizzata da Burnham e Hook, la delegazione americana era costituita dal gotha degli intellettuali americani del dopo guerra. I biglietti per Berlino sono stati pagati dall’ Ufficio di Coordinamento delle Politiche di Wisner attraverso organizzazioni di facciata, così come il Dipartimento di Stato, che ha contribuito a organizzare il viaggio, le spese e la pubblicità. Secondo lo storico della CIA Michael Warner, lo sponsor della conferenza ha ritenuto, con un rappresentante del Dipartimento della Difesa, quei soldi ben spesi definendola “una guerra non convenzionale al suo meglio.”
Burnham fungeva da collegamento cruciale tra l’ufficio di Wisner e l’intellighenzia che si spostava con facilità dall’estrema sinistra all’estrema destra. Burnham scoprì che il Congresso era un luogo per inveire non solo contro il Comunismo, ma anche contro la sinistra non comunista e lasciò molti a chiedersi se le sue idee non fossero pericolose per la democrazia liberale quanto per il comunismo. Secondo Frances Stoner Saunders, i membri della delegazione britannica trovarono la retorica proveniente dal Congresso un segnale profondamente preoccupante delle cose a venire:
Hugh Trevor-Roper rimase atterrito dal tono provocatorio…“Ci fu un discorso di Franz Borkenau molto violento e anzi quasi isterico. Parlò in tedesco e mi dispiace dire che mentre ascoltavo e sentivo le voci abbaianti d’approvazione dell’enorme pubblico, ho percepito, beh, che quelle erano le stesse persone che sette anni fa stavano probabilmente abbaiando allo stesso modo a simili denunce del comunismo tedesche provenienti dal Dr. Goebbels nel Palazzo dello Sport. E ho pensato, beh, con che tipo di persone ci stiamo riunendo? Questo è stato lo shock più grande per me. C’è stato un momento durante il Congresso, in cui ho sentito che eravamo invitati a evocare Belzebù al fine di sconfiggere Stalin”.
Il Congresso per la Libertà Culturale non aveva bisogno di Belzebù, lo aveva già sotto forma di Burnham, Hook e Wisner e nel 1952 la festa era solo all’inizio. Burnham fece gli straordinari perché Wisner legittimasse il Congresso come piattaforma per i Machiavellici a fianco di ex comunisti e perfino nazisti, tra cui il Generale delle SS Reinhard Gehlen e la sua unità di intelligence dell’esercito tedesco che era stata incorporata, per intero, nella CIA dopo la guerra. E. Howard Hunt, “idraulico” dello scandalo Watergate e famoso come sporco imbroglione della CIA, ricordò Burnham nelle sue memorie, “Burnham è stato consulente dell’OPC praticamente su qualsiasi argomento di interesse per la nostra organizzazione… Aveva estesi contatti in Europa e, in virtù della sua provenienza trotskista, era un’autorità in materia di partiti comunisti nazionali ed esteri e organizzazioni di facciata”.
Nel 1953 venne nuovamente chiesto a Burnham da Wisner di andare oltre il comunismo per contribuire a rovesciare il democraticamente eletto Mohammad Mossadeq a Teheran, a quanto pare perché Wisner pensava che il suo piano avesse bisogno di “un tocco di Machiavelli”. Ma il più grande contributo di Burnham come machiavellico doveva ancora arrivare. Il suo libro The Machiavellians: Defenders of Freedom sarebbe diventato il manuale della CIA per rimpiazzare la cultura occidentale con una dottrina alternativa di conflitto senza fine in un mondo di oligarchi e, alla fine, aprire le porte di un inferno da cui non ci sarebbe stato ritorno.