La storia della conquista degli Stati Uniti da parte dei neocon (4/4)
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The saker, 10 maggio 2017
La storia della conquista degli Stati Uniti da parte dei neocon (4/4)
Paul Fitzgerald e Elizabeth Gould
Parte 4 – Lo stadio finale della presa delle élite machiavelliche sull’America
Copertina dell’edizione del 1550 de “Il Principe e La vita di Castruccio Castracani da Lucca” di Machiavelli. Da Wikimedia.
La recente dichiarazione della Casa Bianca di Trump, a proposito del fatto che Damasco e Mosca avrebbero costruito una “narrazione falsa” per ingannare il mondo sull’attacco del 4 aprile col gas sarin a Khan Shaykun in Siria, è un pericoloso passo in avanti nella guerra di propaganda sulle “fake news” lanciata negli ultimi giorni dell’amministrazione Obama. È un passo le cui profonde radici nella Quarta Internazionale Comunista di Trotskij vanno comprese prima di decidere se la democrazia statunitense possa essere recuperata.
Intorbidendo le acque della responsabilità, in modi che non si vedevano dai tempi in cui il senatore McCarthy era impegnato a tempo pieno nella campagna sulla “paura rossa” degli anni ’50, il “Countering Disinformation and Propaganda Act” [legge sul contrasto della disinformazione e della propaganda] è entrato in vigore senza clamore nel dicembre 2016 grazie ad Obama. Esso ha ufficialmente creato un apparato burocratico di censura governativa, paragonabile solo all’immaginario Ministero della Verità di “1984” di George Orwell. Sotto il nome di “Global Engagement Center”, questo nuovo apparato burocratico ha lo scopo ufficiale di “riconoscere, comprendere, divulgare e combattere la propaganda e la disinformazione mirate a danneggiare gli interessi della sicurezza nazionale statunitense, vengano esse da Stati stranieri o da privati”. Il vero obiettivo di questo incubo orwelliano è di distorcere qualsiasi cosa si contrapponga alla narrativa guerrafondaia dei neocon di Washington, e di intimidire, perseguitare e imprigionare chiunque ci provi. Come è stato dimostrato dal lancio di missili Tomahawk su una base aerea governativa siriana da parte del presidente Trump, questa è la ricetta per una guerra mondiale e, piaccia o meno, la guerra è già cominciata.
Quest’ultimo attacco alla presunta falsa narrativa russa ci riporta indietro al 1953 e agli inizi della guerra di valori tra Est e Ovest. Le sue radici risalgono al Congresso per la Libertà Culturale, al ruolo di James Burnham, dalla Quarta Internazionale trotskista al neoconservatorismo di destra e all’ascesa dei neocon machiavellici come forza politica. Come ha sottolineato Burnham nel suo La lotta per il mondo, la Terza Guerra Mondiale era già cominciata con la rivolta comunista dei pescatori greci nel 1944. Secondo il pensiero manicheo di Burnham, l’Occidente era sotto assedio. La politica di contenimento della Guerra Fredda di George Kennan non era diversa dalla politica di riconciliazione di Neville Chamberlain. La distensione con l’Unione Sovietica equivaleva alla resa. La pace era solo un travestimento della guerra, e quella guerra sarebbe stata combattuta con politica, complotti, terrorismo e guerriglia psicologica. L’influenza sovietica doveva essere combattuta ovunque possibile. Ciò significava sovvertire l’Unione Sovietica e i suoi alleati e, laddove necessario, rovesciare anche le stesse democrazie occidentali.
L’ironia degli odierni sforzi tardivi di Washington per monopolizzare la “verità” e attaccare le narrazioni alternative non è solo sfacciato disprezzo per la libera espressione. La vera ironia è che l’intero “Manifesto della Libertà” portato avanti da USA e Gran Bretagna sin dalla Seconda Guerra Mondiale non è mai stato davvero libero, ma era un risultato del programma di guerra psicologica verso, indistintamente, nemici ed alleati da parte della Commissione Strategica Psicologica della CIA.
La CIA avrebbe considerato l’inizio del programma, con la conferenza di Berlino del 1950, come una fase strategica della Guerra Fredda, non solo per rafforzare il controllo della CIA sulla sinistra non comunista e i “liberi” pensatori occidentali, ma anche per permettere alla stessa di privare segretamente Europei e Statunitensi della propria cultura politica, senza che se ne potessero rendere conto.
Come scrisse lo storico Christopher Lasch nel 1969, a proposito della cooptazione della sinistra statunitense da parte della CIA:
lo stato moderno è un motore di propaganda che alternativamente produce crisi per poi dichiararsi l’unico strumento in grado di risolverle. Questa propaganda, per avere successo, richiede la cooperazione di scrittori, insegnanti e artisti, non come propagandisti a contratto o come funzionari statali, ma come ‘liberi’ pensatori capaci di vigilare nel proprio campo e di garantire standard accettabili di responsabilità all’interno delle varie professioni intellettuali.
Per attirare questi “liberi” pensatori verso idee contrarie ai propri interessi, importantissimo fu il programma dottrinale della CIA per la trasformazione culturale dell’Occidente, contenuto nel documento PSB D-33/2. Esso prevede un “movimento intellettuale a lungo termine con l’obiettivo di spezzare le linee di pensiero dottrinale mondiali” e per “indebolire il fascino intellettuale della neutralità e predisporre i suoi aderenti allo spirito occidentale” e “predisporre le élite locali alla filosofia portata avanti dagli ideatori del movimento”, mentre servirsi delle élite locali “aiuterebbe a dissimulare l’origine statunitense del programma, così che possa apparire un’idea locale”.
Anche se si definiva in contrasto col totalitarismo comunista, un critico interno del programma, l’ufficiale del PSB Charles Burton Marshall, vedeva il PSB D-33/2 spaventosamente totalitario, perché interponeva “un ampio sistema dottrinale” che “accetta l’uniformità come un sostituto per la diversità”, che abbracciava “tutti i campi del pensiero umano – tutti i campi degli interessi intellettuali, dall’antropologia e le creazioni artistiche alla sociologia e la metodologia scientifica”; in conclusione, “Questo è quanto di più totalitario esista”.
L’elitarismo machiavellico di Burnham si annida in ogni ombra del documento. Come raccontato in The Cultural Cold War, di Frances Stonor Saunders:
Marshall si incaricò anche dell’affidamento del PSB su ’teorie sociali non razionali’ che enfatizzavano il ruolo di una élite in un modo che ricordava Pareto, Sorel, Mussolini e così via’. Non erano questi i modelli utilizzati da James Burnham nel suo libro sui machiavellici? Forse c’era una copia di questo libro utilmente a portata di mano quando il PSB D-33/2 veniva stilato. Più probabilmente, lo stesso James Burnham era utilmente a portata di mano.
Burnham è stato più che a portata di mano quando si trattò di impiantare segretamente una filosofia fascista di elitarismo estremo nell’ortodossia della Guerra Fredda dell’America. Con The Machiavellians, Burnham aveva stilato il manuale che aveva fuso la vecchia sinistra trotskista con una élite di destra Anglo/Americana. La prole politica di quella volatile unione sarebbe stata chiamata Neoconservatorismo, la cui missione palese sarebbe stata quella di fare indietreggiare l’influenza russa/sovietica in tutto il mondo. La sua missione segreta sarebbe stata quello di riaffermare un dominio culturale britannico sull’Impero Anglo/Americano emergente e mantenerlo attraverso la propaganda.
A lavorare duramente su questo compito dal 1946 c’era il segreto Information Research Department del Ministero degli Esteri del Commonwealth e dell’Inghilterra, noto come IRD.
Raramente si parlava di esso nel contesto delle operazioni segrete finanziate dalla CIA, l’IRD servì come unità segreta di propaganda anti-Comunista dal 1946 fino al 1977. Secondo Paul Lashmar e James Oliver, autori di Britain’s Secret Propaganda War,
La grande impresa IRD aveva un unico obiettivo: diffondere la sua propaganda incessante (cioè una miscela di menzogne e fatti distorti) tra i giornalisti di alto livello che lavoravano per importanti agenzie e riviste, tra le quali la Reuters e la BBC, e per ogni altro canale disponibile. All’estero, ha lavorato per screditare i partiti comunisti dell’Europa Occidentale che avrebbero potuto acquisire potere con mezzi del tutto democratici e in patria, per screditare la sinistra britannica.
L’IRD doveva diventare una macchina di disinformazione che si auto-avvera per l’estrema destra dell’élite dello spionaggio internazionale, offrendo al tempo stesso informazioni fabbricate e distorte per le agenzie di stampa “indipendenti” e utilizzando poi la storia ritoccata come “prova” della validità della storia falsa. Una simile impresa di facciata creata col denaro della CIA era il Forum World Features, gestito dall’accolito di Burnham Brian Rossiter Crozier. Descritto dal biografo di Burnham Daniel Kelly come un “analista politico britannico” in realtà il leggendario Brian Crozier è stato per oltre cinquanta anni uno dei migliori propagandisti e agenti segreti della Gran Bretagna.
Se qualcuno oggi è scioccato dalla corsa xenofoba al giudizio, di parte e unilaterale, relativa all’influenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016, questi non hanno bisogno di guardare oltre l’armadio di Brian Crozier per trovare i progetti. Come ci è stato detto a titolo definitivo da un ufficiale militare americano durante la prima guerra in Afghanistan nel 1982, gli Stati Uniti non avevano bisogno di “prove che i Sovietici avessero usato gas velenosi” e non hanno bisogno di prove contro la Russia oggi. Crozier potrebbe essere meglio descritto come uno che crede ai sogni ad occhi aperti, un pericoloso imperialista che agisce al di fuori dei suoi sogni ad occhi aperti. Dall’inizio della Guerra Fredda fino alla sua morte nel 2012, Crozier e il suo protettore Robert Moss hanno fatto propaganda per conto dei dittatori militari Francisco Franco e Augusto Pinochet, creato organizzazioni di spionaggio private per destabilizzare i governi in Medio Oriente, in Asia, in America Latina e in Africa e hanno lavorato per delegittimare i politici in Europa e in Gran Bretagna cosiderati non sufficientemente anticomunisti. Il compito del suo Istituto per lo Studio dei Conflitti (ISC), fondato nel 1970, era quello di denunciare la presunta campagna di sovversione del KGB in tutto il mondo e di divulgare storie per far passare chiunque mettesse in dubbio la sua esistenza come una vittima, un traditore o una spia comunista. Crozier considerava The Machiavellians come un’importante influenza formativa nel suo sviluppo intellettuale, e scrisse nel 1976 “anzi è stato soprattutto questo libro che mi ha insegnato per primo come [sottolineatura aggiunta da Crozier] pensare alla politica”. La chiave per il pensiero di Crozier era la distinzione di Burnham tra il significato “formale” del discorso politico e quello “vero”, un concetto che è stato naturalmente colto solo dalle élite. In un articolo del 1976 Crozier si meravigliò di come la comprensione di Burnham della politica aveva attraversato 600 anni e come l’uso del “formale” per nascondere “il vero” non era diverso oggi rispetto a quando veniva usato dalla “mente medievale, presumibilmente illuminata” di Dante Alighieri. “Il punto è valido oggi come lo era nei tempi antichi e nel Medioevo fiorentino o nel 1943. La stragrande maggioranza degli scrittori politici e degli oratori usano ancora il metodo di Dante. A seconda del grado di occultamento richiesto (sia dalle circostanze che dal carattere della persona), la scissione tra significato formale e reale è più o meno assoluta”.
Ma Crozier fu più che un pensatore strategico, lui fu un agente politico sotto copertura di alto livello, che mise a frutto il talentuoso insegnamento di Burnham e della sua Quarta Internazionale per minare la distensione e preparare la scena per la caduta dell’Unione Sovietica.
Nel febbraio del 1977, in una riunione alla City di una banca londinese, lui brevettò perfino una organizzazione privata di spionaggio operativo conosciuta come Sesta Internazionale (6I) per riprendere da dove Burnham aveva lasciato: politicizzare e, ovviamente, privatizzare molti degli sporchi trucchi che la CIA e le altre agenzie di spionaggio non si potevano più permettere di usare col rischio di essere scoperte. Come spiegò nelle sue memorie, Free Agent, il nome 6I fu scelto “Perché la Quarta Internazionale, quella di Trotskij, si divise e da allora, almeno sulla carta, ce ne furono cinque, di Internazionali. Nel gioco con i numeri, noi avremmo costituito la Sesta Internazionale, cioè ‘6I’ ”.
La collaborazione di Crozier con numerosi “funzionari del Congresso, abili diligenti” come quella con “lo straordinario Generale Vernon (detto Dick) Walters, recentemente ritiratosi dalla carica di Vice Direttore della CIA,…” cementò l’ascesa dei Neoconservatori. Quando Carter cedette al Team B e al piano del suo Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Zbigniew Brzezinski, per adescare i Sovietici e trascinarli nel loro Vietnam in Afganistan, non fece altro che compiere la missione di Burnham e servì il mondo ai Machiavellici senza che ci fosse qualcuno più saggio. Come scrisse George Orwell nel suo Second Thoughts on James Burnham “Quel che a Burnham interessa mostrare soprattutto [nei The Machiavellians] è che una società democratica non è mai esistita e, fin che giunge il nostro sguardo, mai esisterà. La società è per sua natura oligarchica e il potere dell’oligarchia poggia sempre sulla forza e sulla frode. Il potere può, a volte, esser conquistato e mantenuto senza violenza, ma mai senza la frode”.
Oggi, l’utilizzo di Burnham del trattato politico dantesco De Monarchia può essere meglio sostituito dalla Divina Commedia di Dante, una commedia degli errori paranoica in cui le porte dell’inferno si aprono ad ognuno e a tutti, incluse le élite, senza riguardi per il loro status. O, come dicono all’Inferno, Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate. Abbandonate ogni speranza tutti voi che entrate qui.