Lo strano caso di Jared Kushner e della lobbie israeliana
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Middle East Eye, 1° dicembre 2017 (trad. ossin)
Lo strano caso di Jared Kushner e della lobbie israeliana
Richard Silverstein
Come una spia che tradisce il suo paese, Kushner ha agito contro gli interessi degli Stati Uniti. Sarebbe certamente un crimine passibile di destituzione se giungesse a coinvolgere anche il presidente Trump
Prima ancora di assumere le funzioni, Donald Trump aveva nominato Jared Kushner interlocutore per le relazioni degli USA con il Medio Oriente, incaricandolo specificamente di costruire un piano di pace israelo-palestinese che Trump, stravagante com'è, ha definito l’« accordo definitivo ».
Alcuni leader regionali e degli analisti che hanno dedicato gran parte della loro vita cercando di realizzare questa speranza sono rimasti stupefatti nel vedere gli Stati Uniti affidare a un giovane senza precedenti esperienze, a parte le trattative commerciali nel settore immobiliare, l’incarico di risolvere uno dei problemi più insolubili al mondo.
Kushner, la cui famiglia ha fatto importanti donazioni alle colonie israeliane, era già conosciuto per essere decisamente filo-israeliano; ha quindi deciso che i Sauditi erano la chiave per sbloccare la parte araba dell’equazione.
Di conseguenza, è andato tre volte nel regno saudita l’anno scorso. Vi ha accompagnato il suocero nel suo primo viaggio all’estero da presidente, per rendere visita al re Salman e al principe ereditario Mohammed bin Salman.
L’obiettivo era adulare la famiglia reale saudita per ottenere che « conducesse » i Palestinesi e il resto del mondo arabo verso questo accordo di pace « definitivo ». Si è trattato in quella occasione di una svolta sbalorditiva nelle relazioni tra il regno e gli Stati Uniti; infatti, anche se i Sauditi sono in teoria alleati di Washington, i due paesi intrattengono relazioni conflittuali dall’11 settembre 2001.
Ciò è dovuto in parte al fatto che quindici dei diciannove pirati dell’aria erano sauditi e che ricchi mecenati sauditi avevano generosamente finanziato Osama bin Laden e al-Qaeda. La « svolta » di Trump e Kushner in favore dell’Arabia Saudita coincide con una similare adesione degli Israeliani alla causa di casa Saud, in ragione del fatto che i due Stati hanno un nemico comune: l’Iran.
In questo modo e non solo, Kushner lega strettamente la politica statunitense verso il Medio Oriente a Israele. Questo lascia certamente i Palestinesi, tra gli altri, alla porta.
Una violazione della legge Logan
Molti analisti che si occupano della regione si chiedono se sia saggio per gli Stati Uniti di scommettere tutto sui Sauditi, tenuto conto dell’impopolarità di cui gode questo regime autocratico sia nella regione che nel resto del mondo.
A fine novembre, il Wall Street Journal ha riferito un nuovo elemento emerso nell’inchiesta del consigliere speciale Robert Mueller : Jared Kushner ha violato la legge Logan, per avere esercitato pressioni su alcuni componenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU perché non approvassero una risoluzione di denuncia delle colonie israeliane?
Questa legge risale ai primi tempi della repubblica. Nel 1799, gli Stati Uniti ancora balbettavano ed erano estremamente sensibili all’ingerenza straniera nei loro affari. Le grandi potenze dell’epoca avevano una gran voglia di ingerirsi negli affari interni ed esterni degli Stati più deboli, se ciò era utile ai loro interessi.
Was wondering what Trump's been trying to distract from!
— Vincent Murphy (@MurphyVincent) 30 novembre 2017
Mueller’s Prosecutors Are Said to Have Interviewed Jared Kushner on Russia Meeting https://t.co/3Pcnf1ObMw
Per questa ragione, i legislatori vararono la legge Logan che vieta ai cittadini ordinari di diventare agenti di Stati stranieri, tentando di influenzare la politica estera statunitense.
La legge, così come è, è diventata una specie di arma a doppio taglio, nella misura in cui consente al partito politico al governo di prendere a bersaglio qualsiasi oppositore che eserciti il suo diritto di fare pressione in favore di una specifica politica a favore di Stati esteri.
Alla fine, praticamente tutti si sono resi conto che un’arma utilizzata contro un avversario poteva ritorcersi contro chi la usava quando avesse perso le sue funzioni. La legge è quindi caduta nel dimenticatoio. Un solo individuo è stato accusato di averla violata e non è mai stato inquisito.
Gli interessi statunitensi messi in pericolo
Nondimeno, il sospetto che Kushner abbia violato questa legge ha sollevato problemi interessanti. Per quanto molti responsabili politici statunitensi siano stati accusati di fare promozione per Israele e nonostante il controllo che la lobbie israeliana ha su un enorme numero di legislatori, e anche se molti Statunitensi sono stati riconosciuti colpevoli di spionaggio in favore di Israele, nessuno è mai stato riconosciuto colpevole di avere nuociuto agli interessi USA in favore di Israele.
In realtà il grido di battaglia della lobbie è che non vi siano differenze tra gli interessi israeliani e quelli statunitensi. In altri termini, quando si lavora in nome degli interessi israeliani, si beneficiano anche gli Stati Uniti. Ovviamente si tratta di un postulato assurdo. Trasforma i due paesi in fratelli siamesi maldestramente uniti.
E’ certamente quello che Kushner ha fatto nel caso di specie: Netanyahu, che ha preso l’iniziativa di chiedere l’intervento di Trump nell’affare allo studio dell’ONU, voleva che la risoluzione fosse respinta a ogni costo. La risoluzione era in un primo tempo stata proposta dall’Egitto.
Giacché Israele esercita una influenza enorme sul governo militare egiziano a livello della condivisione di informazioni sugli islamisti del Sinai, ma anche in ragione di attacchi israeliani nel Sinai che hanno ucciso dei militanti a nome dell’Egitto, il leader israeliano è riuscito a persuadere il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi a fare marcia indietro.
Ma questa strategia ha fallito, in quanto altri quattro Stati membri hanno fatto loro la proposta di risoluzione. Netanyahu ha quindi cercato di fare pressione sui Russi e i Cinesi, che si sono entrambi mostrati impassibili. Non avendo più altre carte da giocare, Netanyahu si è rivolto al braccio destro di Trump, Kushner.
Poi il gruppo di Trump ha cominciato a fare telefonate all’impazzata.
Un limite valicato
Era evidente che l’obiettivo di Netanyahu e tutta la compagnia, compreso Trump, era di stroncare la risoluzione, che godeva del sostegno tacito dell’amministrazione Obama.
Sebbene gli Stati Uniti si siano alla fine astenuti, l’amministrazione Obama non ha manifestamente fatto niente per fermare la risoluzione – il che vuol dire che l’ha tacitamente sostenuta. Nel passato, aveva sempre opposto il veto a proposte praticamente identiche avanzate nel Consiglio di Sicurezza.
L’astensione è stata quindi una iniziativa abbastanza audace da parte degli Stati Uniti. Di conseguenza, intervenendo per stroncare la risoluzione, Kushner ha valicato la linea tra il diritto di esprimersi liberamente sulla politica del governo, garantito dal Primo Emendamento, e il sovvertimento della politica estera ufficiale degli Stati Uniti. Si tratta qui di una questione giuridica ancora inesplorata.
L’inserimento della legge Logan in un elenco di accuse contro Kushner non solo sarebbe un fatto nuovo: sarebbe anche un monito per la lobbie israeliana che si è oltrepassata una linea rossa. E che una volta oltrepassata, la cosa diventa di natura criminale. Sarebbe un precedente. Un ammonimento scioccante capace di far vacillare la lobbie.
C’è però da dubitare che Mueller usi la legge Logan come un elemento chiave della sua strategia processuale. Quando si persegue un presidente degli Stati Uniti, si preferisce non affidarsi a teorie giuridiche non consolidate o esoteriche.
Tuttavia inserire la violazione della legge Logan sarebbe aggiungere una musica di atmosfera che dà il tono all’atto di accusa globale. In altri termini, qui si parla di crimini e di delitti gravi, e non di accuse ordinarie.
Come una spia che tradisce il suo paese, Kushner ha agito contro gli interessi degli Stati Uniti. Sarebbe certamente un crimine passibile di destituzione se giungesse a coinvolgere anche il presidente Trump.
Kushner ha infranto una regola cardinale della vita statunitense: ha dimostrato una doppia lealtà. E‘ una bufala che gli antisemiti avevano l’abitudine di lanciare contro gli ebrei. Ma oggi, tenuto conto del controllo che la lobbie israeliana riesce ad avere su certi aspetti della politica USA, la doppia lealtà è ancora una volta un’accusa lanciata (questa volta fondatamente) contro gli ebrei statunitensi che, come Kushner, piazzano gli interessi di Israele al di sopra di quelli del loro paese.
Un atto d’accusa pronunciato dal consigliere speciale Robert Mueller contro Kushner, motore del piano di pace di Trump in Medio Oriente, potrà nuocere considerevolmente a questo tentativo. Ciò potrebbe significare che un piano già inviso ai Palestinesi, che lo considerano radicalmente parziale e favorevole a Israele, potrebbe alla fine morire prima di nascere.