Wikileaks: a chi giova?
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Le Grand soir – 1 dicembre 2010
Wikileaks: a chi giova?
di Pierre Piccinin (Professore di Storia e Scienze Politiche- Ecole européenne de Bruxelles I)
Le “rivelazioni” del sito Wikileaks, che ha appena pubblicato diverse decine di migliaia di corrispondenze diplomatiche USA, sono ahimè molto deludenti, almeno fino ad oggi, e sgradevolmente banali
Niente, per esempio sul ruolo svolto dagli USA per tentare di destabilizzare il governo iraniano e di quello giocato nella “rivoluzione verde” seguita alle elezioni del 2009; niente sul virus informatico “stuxnet” che starebbe per paralizzare l’esercito iraniano e i suoi centri di ricerca nucleare; niente sulla Siria; niente sui negoziati israelo-palestinesi, da poco ripresi, e che sono al centro della politica USA in Medio oriente; ed assolutamente niente su Israele.
Inoltre non abbiamo alcuna informazione sull’origine di questi documenti e circa la loro autenticità (che comunque i principali interessati non smentiscono…). Complessivamente, non c’è niente di veramente nuovo, niente di sensazionale, in ciò che fino ad oggi è stato pubblicato.
In effetti queste corrispondenze contengono prima di tutto delle espressioni sgradevoli di qualche diplomatico di secondo rango a proposito di qualche capo di Stato, ma non è il caso di farne una tragedia (niente di strano, insomma, in questo tipo di messaggi informali, come sanno bene tutte le cancellerie del mondo): a Mohammad Gheddafi piacciono le belle ragazze; Hamid Karzai è corrotto fino al midollo; Vladimir Putin ama il culturismo; Silvio Berlusconi è troppo vecchio e stanco; Angela Merkel è un osso duro; e Nicolas Sarkozy sarebbe un tipo autoritario… Ultime notizie! Il Presidente francese viene anche definito il “re nudo”; ma questo nessuno lo capisce. E Washington spia l’ONU. Incredibile!
Per il resto la notizia più importante è che la maggior parte dei capi di Stato arabi (il presidente egiziano Hosni Moubarak, il re di Giordania, i dittatori del Golfo Persico, ecc., tutti tradizionali alleati degli Stati Uniti) si sono dimostrati feroci oppositori del governo di Mohammad Ahmadinejad e desiderano un intervento USA. Davvero?! Lo sappiamo dal 1980 e dalla guerra Iran-Iraq, durante la quale tutti questi Stati hanno apertamente sostenuto e finanziato Saddam Hussein contro la Repubblica islamica degli ayatollah…
Insomma non abbiamo saputo niente di nuovo.
Nonostante ciò, la divulgazione di queste corrispondenze non è priva di interesse. Non è curioso, infatti, che le uniche informazioni “pertinenti” concernano quasi esclusivamente il Medio oriente e soprattutto l’Iran? E non sarebbe il caso di domandarsi, in fin dei conti, se queste “fughe” non possano essere state organizzate e utilizzate, almeno parzialmente, dalla stessa Casa Bianca?
Diffondere infatti in questo modo simili dichiarazioni consente di rafforzare la pressione sull’Iran e di ufficializzare ancor più il suo isolamento in seno al mondo arabo-mussulmano, ponendo gli Stati arabi ostili a Teheran di fronte alle loro responsabilità. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahou, si è d’altronde rallegrato del fatto che, oramai, Israele e i paesi arabi siano ufficialmente d’accordo sul pericolo iraniano e sui modi per contrastarlo.
Anche l’altra grande “notizia”, la questione dell’acquisto da parte dell’Iran dalla Corea del Nord di missili capaci di colpire l’Europa, arriva al momento giusto per la politica estera degli USA, non solo nei confronti dell’Iran, ma proprio quando la NATO si appresta a varare il suo famoso scudo antimissile. Ed ecco come prendere due piccioni con una fava.
Così tutte le più importanti “rivelazioni” portano all’Iran, considerata come “una minaccia per il mondo” (soprattutto per l’Europa, molti dei cui governi sono poco inclini ad un nuovo intervento muscolare in Medio Oriente e devono essere convinti dell’esistenza di un pericolo), come lo era stato l’Iraq di Saddam Hussein, prima che si scoprisse, con la guerra illegale del 2003, che in realtà il paese era senza difesa.
A ben pensare, questa vicenda assomiglia molto a un bel colpo di propaganda che potrebbe essere diretto a giustificare un’aggressione contro l’Iran ed a creare consenso intorno a questa prospettiva. In politica, le vecchie e sperimentate ricette spesso si dimostrano sempre efficaci. Come farebbe Sherlock Holmes, cerchiamo dunque di capire a chi giova….
La maggior parte delle cronache parlano di un “11 settembre della diplomazia”. Sembra in ogni caso sopravvalutato ed eccessivo. E prevedono che la diplomazia USA non sarà più la stessa per il futuro. Niente di meno sicuro…