Colpo di Stato all'italiana
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Intervento, 5 febbraio 2019 - Gli Italiani sembrano aver fatto in assoluta discrezione, ma comunque prendendosi la briga di farlo sapere, un vero e proprio “colpo di Stato”, al cuore di quella fortezza di burocrazia e di conformismo che è l’Unione Europea (nella foto, il leader 5stelle, Alessandro Di Battista)
Dedefensa, 5 febbraio 2019 (trad.ossin)
Colpo di Stato all'italiana
Dedefensa
Gli Italiani sembrano aver fatto in assoluta discrezione, ma comunque prendendosi la briga di farlo sapere, un vero e proprio “colpo di Stato”, al cuore di quella fortezza di burocrazia e di conformismo verso un’ideologia radicalizzata che è l’Unione Europea. Mi riferisco al fatto di avere bloccato, nell’ambito della crisi venezuelana, e attraverso un veto annunciato durante una riunione dei ministri degli affari esteri, l’ ”unanime” riconoscimento da parte della UE del “presidente ad interim” Juan Guaido al posto del presidente Maduro
Diverse indicazioni sulla specifica posizione italiana in questa vicenda sono state fornite ieri 4 febbraio all’agenzia Reuters. Ma le più importanti sono venute da RT.com, attraverso le confidenze ricevute da uno dei due partiti della coalizione populista, il M5S (Movimento 5 stelle), che ci ha tenuto a essere riconosciuto come la fonte delle informazioni fornite alla rete russa. Ecco cosa scrive RT.com :
«Roma ha impedito una dichiarazione dell’Unione Europea (UE), che doveva preannunciare il riconoscimento di Juan Guaido come presidente ad interim del Venezuela, se il presidente Nicolas Maduro non avesse indetto elezioni presidenziali anticipate? E’ quanto una fonte del Movimento 5 stelle, partito guidato da Luigi Di Maio, uno dei due vicepresidenti del consiglio e ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociale, ha fatto sapere a RT.»
«Secondo la stessa fonte, l’Italia avrebbe annunciato il suo veto durante una riunione informale dei ministri degli affari esteri della UE, tenutasi il 31 gennaio in Romania. La dichiarazione della UE, che avrebbe dovuto essere pronunciata dal capo della diplomazia europea Federica Mogherini, avrebbe annunciato il riconoscimento di Juan Guaido come presidente ad interim qualora non venissero indette elezioni presidenziali anticipate.
«Oggi 4 febbraio, fonti diplomatiche hanno affermato all’agenzia di stampa Reuters che l’Italia si era opposta ad una dichiarazione comune dell’Unione Europea diretta a riconoscere Juan Guaido come “presidente ad interim”.
«Il Parlamento europeo è stato il primo organo europeo a riconoscere l’oppositore “quale unico presidente ad interim legittimo del paese fin quando nuove elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili possano essere convocate per ristabilire la democrazia”.
«Il Parlamento aveva invitato anche la UE a seguirne l’esempio, ma tale invito non ha avuto seguito per discordie interne. Oggi 4 febbraio, diversi paesi europei, tra cui il Regno Unito, la Francia, la Germania, la Spagna, o ancora l’Austria, hanno alla fine riconosciuto – separatamente - Juan Guaido quale presidente ad interim (o presidente “in carica” nel caso della Francia) del Venezuela».
Come si vede, è una vicenda che scuote il mondo transatlantico, con il solito e non sorprendente allineamento dei più importanti paesi europei dietro gli USA, ma anche la gradevole sorpresa di un atteggiamento indipendente assunto dal governo italiano. I fatti venezuelani vanno dunque molto al di là del quadro regionale, e provocano un’onda d’urto in tutti i campi delle relazioni internazionali, a seguito dell’immediata iniziativa USA, che Wayne Madsen definisce (vedi qui sotto) “il vaso di Pandora di Pompeo”.
Nessuno ovviamente dei grandi moralisti della UE si attarda sull’aspetto totalmente illegale, illegittimo, sviante ecc, di questo “riconoscimento” di un “presidente ad interim” fatto sotto gli occhi di tutti, in una atmosfera di cinismo consumato del genere di cui il segretario di Stato Pompeo sembra avere il segreto. Ci si immagina quali potranno essere le conseguenze di una simile pseudo-giurisprudenza, la crescita esponenziale del disordine che questo fatto provocherà, se si dovesse considerarla come una specie di nuova “legalità internazionale”.
Wayne Madsen quindi ci tenta… Madsen è un dissidente antiSystema ma piuttosto di sinistra, e un avversario senza concessioni di Trump, nonostante gli aspetti talvolta/spesso antiSystema dell’agire di questi. Immagina quelli che potrebbero diventare gli affari internazionali a partire dalla rocambolesca, dall’abracadabresca “giurisprudenza Maduro-Guaido”, – che peraltro vede la luce nove mesi dopo la rielezione di Maduro, come se il tanto sensibile mondo del Diritto internazionale avesse potuto vivere nell’innocenza e nell’incoscienza con questo cancro della spaventosa e scandalosa elezione di Maduro conficcato nel suo fianco assolutamente virtuoso… (Domanda di Lavrov : «E’ incredibile che l’Unione Europea si allinei di nuovo con gli Stati Uniti e cominci a lanciare ultimatum, insistendo che l’elezione del presidente Maduro per un secondo mandato non sia stata legittima [...] Ma se l’elezione non è stata legittima, perché sono rimasti zitti da maggio 2018?»)
Ecco un estratto del testo di Wayne Madsen : «Pompeo ha davvero aperto il “vaso di Pandora” con la sua iniziativa che ha avviato il défilé di riconoscimenti internazionali di Guaido come nuovo presidente (ad interim) del Venezuela, in un atto di completa usurpazione antidemocratica del potere. Che si tratti del vaso di Pandora di Pompeo o della “dottrina Trump”, quelli che si affrettano ad appoggiare Guaido potrebbero ben vedere la situazione ritorcersi contro di loro. Bolsonaro, che è stato eletto presidente del Brasile solo perché l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, molto più popolare, è ancora in prigione all’esito di un processo politico basato su accuse fabbricate di sana pianta; molti paesi potrebbero alla fine giungere alla conclusione che Lula, per quanto in prigione, sia il presidente legittimo del Brasile, e riconoscerlo come tale al posto di Bolsonaro.
«Lo stesso vale per il colombiano Duque, che ha vinto le elezioni nel 2018 aiutato dalle intimidazioni degli elettori da parte dei cartelli della droga e di potenti oligarchie. Il candidato di sinistra sconfitto, Gustavo Petro, potrebbe essere riconosciuto come presidente della Colombia da altre nazioni. Il presidente peruviano, Martin Vizcarra, è diventato presidente solo per le dimissioni di quello di cui era vicepresidente, Pedro Pablo Kuczynski, causate dalla scandalo di corruzione Odebrecht che ha scosso tutta l’America Latina. Anche Vizcarra potrebbe facilmente vedersi contestato come presidente del Perù, lui che era personalmente coinvolto in questo scandalo Odebrecht. Nazioni di tutto il mondo, disgustate che un simile criminale sia istallato nel palazzo presidenziale a Lima, potrebbero riconoscere il vicepresidente di Vizcarra, Mercedes Araoz.
«Quanto al presidente dell’Argentina, Mauricio Macri, che appoggia Guaido, la sua vittoria del 2015 contro Daniel Scioli è stata macchiata da gravi accuse di frodi e potrebbe essere contestata dalle nazioni progressiste, che preferirebbero Scioli alla presidenza dell’Argentina. E così di seguito per molti leader che hanno riconosciuto Guaido come presidente del Venezuela. Può darsi perfino che un gruppo di nazioni potrebbe annunciare che d’ora in poi avrà rapporti solo col capo dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn, considerando lui come Primo ministro britannico.
«E un gruppo di paesi potrebbe sempre proclamare che ritiene Donald Trump eletto illegalmente alla presidenza degli Stati Uniti e annunciare che riconosce Hillary Clinton quale presidente ad interim degli Stati Uniti. In effetti l’apertura del vaso di Pandora da parte di Pompeo lascia intravvedere prospettive interessanti».
Forza, Italia !
Dubitiamo che vi sia molto da dire nel quadro generale delle relazioni internazionali a proposito di questa vicenda venezuelana, ma non dubitiamo per contro che tutto questo ci suggerisce una sola osservazione, un’unica constatazione, una conclusione sempiterna che può sintetizzarsi con una sola parola, ripetuta e ripetuta per descrivere lo stato di queste relazioni: disordine, disordine, disordine …
Tuttavia e per contro, il fatto che ci appare più interessante – tanto la constatazione del disordine, per quanto rocalmbolesco e abbracadabresco, non riesce davvero a commuoverci né a ispirarci commenti di grande interesse – è certamente il caso specifico di questo atteggiamento dell’Italia nelle deliberazioni della UE. Si tratta qui di un fatto importante, e soprattutto nuovo.
L’affaire venezuelano, da quando gli USA hanno “riconosciuto” un nuovo presidente al posto del presidente legale, è diventato un affare di cuore e anima per la UE, qualcosa di primaria importanza. Essa si è infilata nella fratellanza delle grandi dinamiche transatlantiche, dalla parte dei non detti imperativi, che caratterizza quello che più appare straordinario dell’appiattimento della UE sugli USA. E’ il campo del servilismo come ragion d’essere della UE, piuttosto che “servilismo volontario”, dato che la volontà è una merce sconosciuta nella UE … (Se occorre un aggettivo, proporrei il duo “servilismo arrogante e bisognoso”, - “servilismo arrogante” per Macron, “servilismo bisognoso” per Merkel).`
Ciò riguarda questi grandi affari senza testa né coda, mandati in onda a partire da narrative, essenzialmente se non esclusivamente made in USA, diventati “DC la folle”, e che la UE deve seguire cecamente, anche se sono contro i suoi interessi, e si direbbe perfino: soprattutto se sono contro i suoi interessi. Le sanzioni contro la Russia sono l’esempio migliore di questa specie di attività schizo-paranoica e maniaco-depressiva; ma qualsiasi cosa l’Ue debba fare, occorre l’unanimità. Ci sono a volte dei brontolii, ma tutti poi si allineano, tanto più che i due grandi leader Francia-Germania hanno appena dichiarato che essi difendono un’Europa indipendente e sovrana e che, per questo, bisogna assolutamente seguire, occhi chiusi e naso tappato, i passi degli USA, fossero pure gli USA dell’odiato Trump. La burocrazia UE fa il resto, col compito di mettere sbarramenti dovunque occorra.
E’ di questo genere che la vicenda venezuelana doveva essere e compiersi in pochi giorni, e dunque tutto doveva procedere sui binari come prevede il modello, con una decisione unanime della UE di rivestire il nuovo presidente legalmente non eletto, e dunque completamente illegittimo, di legittimità. Però non è andata così, e la sorpresa deve essere stata terrificante come un’esplosione nucleare! A dimostrazione di quanto questa trasgressione del sacralizzato e filo-statunitense costituisce una rivoluzione copernicana.
Gli Italiani si sarebbero dunque alzati e avrebbero detto: noi non ci stiamo e non vogliamo una decisione comune della UE che ci impegnerebbe, e faremo uso se necessario del nostro diritto di veto per impedire questa posizione comune. Deve essere stato un bel casino, perché c’era ogni ragione di credere che tutto sarebbe andato secondo previsioni, e invece non se ne è fatto niente e si è abbandonata l’idea di un riconoscimento di Guaido da parte della UE. Comunque il fatto che il M5S abbia fornito queste confidenze proprio a RT.com non è privo di significato. La cosa – così come la conosciamo – si può interpretare in due modi:
• Delle due componenti del governo populista, l’iniziativa del M5S sarebbe logica in quanto questo partito è di sinistra (la Lega è di destra), dunque più vicino a Maduro e al bolivarismo venezuelano.
• Le confidenze a RT.com, con la precisazione della fonte, sarebbe un atto di sfiducia verso la stampaSystema italiana ed europea e un riconoscimento del ruolo di RT vicino agli antiSystema, come l’unica rete a grande diffusione che non è sotto il controllo delle forze oligarchiche al servizio del Systema.
In fatto di giurisprudenza, quella che l’Italia avrebbe imposto al cuore delle regole non scritte più sacre della UE è di immensa importanza, certamente più importante dell’atto criminale degli Stati Uniti contro il Venezuela. E’ tale da aprire una breccia in una fortezza psicologica e burocratica fino ad ora considerata inespugnabile, sotto l’influenza considerata di ferro dei Franco-Tedeschi. Tutto questo è bruscamente stato scosso fino alle fondamenta, e si tratterebbe proprio di una specie di colpo di Stato – senza tamburi e fanfare, che nessuno sottolineerà tra quelli che se ne sono accorti – ma tuttavia molto più importante di tante affermazioni allarmanti cui la UE è abituata quando si parla di diritti dell’uomo e di tutto quel genere di cose.
Ovviamente non sorprende che questo sia stato fatto dal governo populista italiano, che l’UE e i suoi sostenitori maledicono ogni giorno. L’antagonismo tra l’Italia e la Francia, già ben nutrito, ne sarà ancora più esacerbato. Quel che si temeva di questo governo populista italiano, erano soprattutto le iniziative di politica interna del tipo di quelle che ha già assunto (soprattutto la messa insieme dei populismi). Per contro c’era poca attesa per le iniziative di questo governo in materia di politica estera della UE, caratterizzata da uno stretto allineamento col Systema, attraverso gli USA e i riflessi transatlantici.
Cattiva sorpresa per il Systema, caratteristica di un’epoca nuova.