Gli esperti israeliani di genocidio tornano in forza in America Latina
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Intervento, 19 gennaio 2020 - Col rovesciamento dei governi progressisti in America Latina e la loro sostituzione con regimi neo-fascisti, i consiglieri israeliani della “contro-insurrezione”, meglio conosciuti come «mercanti di morte», sono tornati fastosamente in America Latina (nella foto, l'ex presidente genocida guatemalteco, Efrain Rios Montt)
Strategic Culture, 17 dicembre 2019 (trad.ossin)
Gli esperti israeliani di genocidio tornano in forza in America Latina
Wayne Madsen
Col rovesciamento dei governi progressisti in America Latina e la loro sostituzione con regimi neo-fascisti, i consiglieri israeliani della “contro-insurrezione”, meglio conosciuti come «mercanti di morte», sono tornati fastosamente in America Latina. I regimi fascisti in Brasile, in Bolivia, in Colombia, in Perù, in Equador, in Honduras, in Paraguay, in Guatemala e in Cile, interessati a scacciare le popolazioni autoctone dai loro territori, hanno richiamato gli Israeliani per ottenere consigli su come espellere i popoli autoctoni, in modo sistematico, come Israele ha fatto coi Palestinesi di Cisgiordania e di Gerusalemme Est.
Quando la marea socialista inondò tutta l’America Latina, i governi progressisti, amici del popolo palestinese, evitarono di intessere strette relazioni con Israele. Alcuni leader progressisti come Hugo Chavez in Venezuela, Evo Morales in Bolivia e Daniel Ortega in Nicaragua hanno rotto le relazioni diplomatiche con Israele, a causa dell’orribile trattamento dei Palestinesi di Gaza. Adesso che Morales è stato destituito da un colpo di Stato Militare di destra, e che il successore di Chavez, Nicolas Maduro è sempre in bilico a causa delle sanzioni paralizzanti imposte dagli Stati Uniti, i mercanti israeliani della contro-insurrezione sono riapparsi nelle capitali latino-americane, dove la destra, e perfino i governi, sono influenzati dai neonazisti. Fedele a una logica quasi talmudica, il governo israeliano ritiene che, per combattere i governi filo-palestinesi che intrattengono relazioni amichevoli con l’Iran, sia accettabile trattare col presidente brasiliano Jair Bolsonaro che, in passato, ha espresso ammirazione per Adolf Hitler e Benito Mussolini.
Israele ha in America latina una nota tradizione di sostegno alle dittature genocide. Con l’arrivo della «primavera socialista» in America Latina, i mercanti di morte israeliani hanno in genere adottato un profilo più basso, o cercato nuove opportunità in Africa, nei Balcani o nell’Asia del sud. Quando, con Morales in Bolivia, è caduto l’ultimo leader della «primavera socialista» nel «cono sud» dell’America, i mercanti di morte israeliani della contro-insurrezione hanno visto aprirsi un nuovo mercato, quando il ministro dell’interno della giunta boliviana, Arturo Murillo, ha accolto con favore l’aiuto israeliano nel rafforzamento degli squadroni della morte appena costituiti, il «Gruppo antiterrorista» (GAT), impegnato, a suo dire, contro il «terrorismo». Nel suo modo di esprimersi tipicamente fascista, i «terroristi» in questo caso sono i Boliviani fedeli al presidente rovesciato Morales che, dopo un breve esilio in Messico, ha ottenuto adesso l’asilo politico in Argentina, e anche i compatrioti autoctoni di Morales: gli Aymara (l’etnia di Morales) e i Quechua, i Chiquitano, i Guaraní e i Mojeño.
La ragione per la quale il ministro dell’interno Murillo ha scelto gli Israeliani come consiglieri per la sicurezza è stata esposta in una intervista a Reuters. Ha detto: «Sono abituati a trattare coi terroristi. Sanno cosa fare». Murillo si riferiva ovviamente alla brutale repressione del popolo palestinese da parte di Israele, un record di trattamenti inumani, che le agenzie militari e di intelligence israeliane sono riuscite a tradurre in pacchetti, con materiali e consiglieri, da vendere come merce di esportazione.
Il programma di Murillo di creare in Bolivia uno Stato poliziesco, in stile israeliano, è stato con chiarezza espresso nell’avvertimento rivolto a un gruppo di militanti argentini per i diritti umani, giunti in Bolivia per constatare, di prima mano, le violazioni dei diritti umani perpetrate contro i militanti del Movimento verso il Socialismo (MAS), il partito di Morales, e contro i popoli autoctoni. Murillo ha messo in guardia gli Argentini e altri stranieri dichiarando: «Noi raccomandiamo agli stranieri che arrivano di stare attenti. Vi teniamo sotto sorveglianza. Vi pediniamo, Non ci sarà alcuna tolleranza verso il terrorismo, la sedizione o i movimenti armati. Tolleranza zero». L’avvertimento è praticamente una copia conforme di quello fatto da Israele ai militanti umanitari internazionali che hanno tentato di portare soccorso alla popolazione di Gaza.
Gli Israeliani sono potuti giungere rapidamente in Bolivia per offrire i loro servigi, provenendo dal vicino Brasile. Il presidente brasiliano Bolsonaro e il suo ministro degli Affari esteri, Ernesto Araújo, sono dei cristiani fondamentalisti, fanatici partigiani di Israele. Entrambi disprezzano i musulmani, ivi compresi i Palestinesi che, per loro, non sono un popolo che abbia diritto ad una nazionalità. Il passato di Araujo dovrebbe essere un anatema per gli Israeliani. E tuttavia, da quando il governo di Benjamin Netanyahu ha deciso di creare una alleanza faustiana con tutti i nemici dei Palestinesi e dei musulmani, anche se sono neonazisti e suprematisti bianchi, Israele ha fatto causa comune con individui come Bolsonaro e Araújo e li aiuta nel loro genocidio degli Indios dell’Amazzonia.
Israele non ha alcun problema a intrattenere strette relazioni con Araújo, anche se suo padre, Henrique Fonseca de Araújo, è stato procuratore generale del Brasile tra il 1975 e il 1979 sotto la dittatura del generale Ernesto Geisel, figlio di immigrati tedeschi. Di comune accodo, il procuratore generale Araújo e Geisel negarono l’estradizione in Germania di Gustav Franz Wagner, comandante aggiunto del tristemente celebre campo di concentramento nazista di Sobibor, in Polonia. L’unica ragion d’essere di Sobibor era di sterminare gli Ebrei. Conosciuto come «La Bestia», Wagner è responsabile della morte di 200 000 detenuti ebrei. Dopo la guerra, Wagner scappò dall’Italia dirigendosi in Siria e, alla fine, con un passaporto brasiliano rilasciatogli a nome di tale Gunther Mandel, fuggì in Brasile. Il diniego del procuratore generale Araújo di estradare Wagner in Germania, dove rischiava la pena di morte, non ha protetto a lungo «la Bestia». Nel 1980, Wagner è stato trovato morto in circostanze misteriose a Sao Paulo. Un coltello infilato nel petto.
Israele intrattiene strette relazioni in tema di sicurezza anche col presidente paraguaiano Mario Abdo Benitez. Questi ha fatto felici gli Israeliani, all’inizio dell’anno, annunciando che il Paraguay considera Hamas e Hezbollah libanese come gruppi terroristi. Nel maggio 2018, il Paraguay aveva già fatto felice Israele quando il predecessore di Benitez, Horacio Cartes, aveva annunciato che il Paraguay avrebbe spostato la sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Le relazioni si sono deteriorate quando Benitez ha cambiato d’avviso e ha annunciato, nel settembre 2018, che avrebbe riportato l’ambasciata a Tel Aviv. L’annuncio è coinciso con l’apertura di una ambasciata palestinese a Asunción. Israele si è infuriata e ha chiuso la sua ambasciata a Asunción in segno di protesta. Da quando Benitez ha dichiarato che Hamas e Hezbollah sono organizzazioni terroriste, le relazioni tra Israele e Paraguay sono migliorate. Israele non si preoccupa troppo delle origini familiari di Benitez, proprio come ignora quelle del ministro degli affari esteri Araújo.
Benitez è figlio di Mario Abdo Benítez Sr., segretario privato del dittatore militare del Paraguay, il generale Alfredo Stroessner. Figlio di un immigrato bavarese, Stroessner accolse in Paraguay due rifugiati nazisti: il dott. Josef Mengele, il tristemente celebre «angelo della morte», che realizzò esperimenti mostruosi sui detenuti del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, nella Polonia occupata dai nazisti, ed Edward Roschmann, l’altrettanto tristemente celebre «macellaio di Riga». Roschmann, che è responsabile dell’eliminazione di massa di Ebrei lettoni a Riga, entrò in Paraguay proveniente dall’Argentina con documenti falsi a nome di Federico Wegener. Mengele ottenne la cittadinanza, grazie a Stroessner, col nome di José Mengele.
Uno degli esempi più vergognosi dell’aiuto israeliano a commettere un genocidio è stato negli anni 1980 in Guatemala. Laggiù, dei consiglieri israeliani, dotati di strumenti di sorveglianza avanzati, aiutarono il dittatore Efrain Rios Montt, membro di una setta fondamentalista cristiana della California, chiamata «Chiesa della Parola», a realizzare l’eliminazione di interi villaggi di indios Maya. Un milione di Indios Maya sono stati coinvolti in questo ispirato, con la collaborazione di Israele. Non solo gli Israeliani hanno aiutato Montt ad assassinare decine di migliaia di Maya, ma lo hanno anche aiutato ad impossessarsi del potere con un colpo di Stato militare nel 1982. Una simile assistenza israeliana vi è stata anche in occasione del colpo di Stato militare in Venezuela nel 2002, in Honduras nel 2009 e in Paraguay nel 2012. Nel 1983, il «CBS Evening News with Dan Rather» ha scritto che Israele «aveva insegnato ai Guatemaltechi come costruire una base aerea. Hanno utilizzato le reti di intelligence che avevano testato in Cisgiordania e a Gaza». Un tribunale guatemalteco ha poi giudicato e condannato Montt per genocidio e crimini contro l’umanità. Nessuno, però, dei collaboratori israeliani di Montt è stato punito. Uno dei consiglieri israeliani per la sicurezza in Guatemala, il tenente colonnello Amatzia Shuali, avrebbe dichiarato: «Me ne fotto di quello che i Gentili fanno con le armi. L’importante è che gli Ebrei ne traggano vantaggio».
Alla maniera dei nazisti, i militari di Montt uccisero tutti gli abitanti del villaggio Maya di Dos Erres e poi appiccarono il fuoco. Fucili Galil fabbricati in Israele sono stati trovati sul luogo del crimine di guerra. Oggi, alcuni dei nipoti delle vittime della guerra di Montt sono ancora esposti alla tecnologia di sorveglianza israeliana, venduta agli Stati Uniti, quando tentato di chiedere asilo alla frontiera degli Stati Uniti.
Potrebbe diventare più difficile per gli studiosi e accademici statunitensi studiare, scrivere o discutere del sostegno israeliano ai regimi genocidi in America Latina. L’11 dicembre di quest’anno, Donald Trump ha firmato un decreto che vieta il riconoscimento di fondi federali ai college e alle università statunitensi che autorizzino qualsiasi critica a Israele e alle sue politiche. Queste attività dei Campus vengono oramai etichettate dalla Casa Bianca come «antisemite».
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