La decisiva alleanza euroasiatica è più vicina di quanto pensiate
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Analisi, 28 agosto 2020 - Quello che vi accingete a leggere è frutto di una serie di discussioni private e multilaterali tra analisti dell'intelligence e può utilmente disegnare i contorni del quadro generale (nella foto, il presidente Putin e la cancelliera Merkel)
Asia Times, 26 agosto 2020 (trad.ossin)
La decisiva alleanza euroasiatica è più vicina di quanto pensiate
Pepe Escobar
Abbiamo visto come la Cina stia pianificando meticolosamente tutte le sue mosse geopolitiche e geoeconomiche cruciali fino al 2030 e oltre
Quello che vi accingete a leggere è frutto di una serie di discussioni private e multilaterali tra analisti dell'intelligence e può utilmente disegnare i contorni del quadro generale
In Cina, è chiaro che la strada da percorrere sia quella di stimolare la domanda interna e orientare la politica monetaria verso la creazione di credito per consolidare la costruzione di industrie nazionali di livello mondiale.
Parallelamente, è in corso a Mosca un serio dibattito sull’idea che la Russia dovrebbe procedere sulla stessa strada. Come afferma un analista: “la Russia non dovrebbe importare altro che le tecnologie di cui ha bisogno fino a quando non sarà in grado di crearle da sé ed esportare solo il petrolio e il gas necessari per pagare le importazioni che dovrebbero essere rigorosamente limitate. La Cina ha ancora bisogno di risorse naturali, il che rende la Russia e la Cina alleate uniche. Una nazione dovrebbe essere il più autosufficiente possibile ".
Questo modo di ragionare sembra esattamente rispecchiare la strategia del PCC, come delineata dal presidente Xi nel corso del Comitato Centrale del 31 luglio.
E contraddice anche le idee di una forte ala neoliberista del PCC (collaborazionisti?), che auspicherebbe la trasformazione del partito in una socialdemocrazia in stile occidentale, per di più sottomessa agli interessi del capitale occidentale.
Mettere a confronto la velocità economica della Cina ora con gli Stati Uniti è come confrontare una Maserati Gran Turismo Sport (dotata di motore V8 Ferrari) con una Toyota Camry. La Cina, in proporzione, possiede un serbatoio più ampio di giovani generazioni molto istruite; un'accelerata migrazione rurale-urbana; maggiore riduzione della povertà; più risparmio; un senso culturale di gratificazione differita; più - confuciana - disciplina sociale; e infinitamente più rispetto per la mente razionalmente istruita. La progressiva crescita del consumo interno sarà più che sufficiente a mantenere il necessario slancio di sviluppo sostenibile in corso.
Il fattore ipersonico
Nel frattempo, sul fronte geopolitico, a Mosca - dal Cremlino al Ministero degli Esteri – si condivide l’idea che l'amministrazione Trump non sia "capace di accordi", un eufemismo diplomatico per dire che si tratta di un’accozzaglia di mentitori di fatto; e inoltre non sia nemmeno "capace giuridicamente", altro eufemismo applicato, ad esempio, alle pressioni per uno snapback (il meccanismo attraverso il quale i firmatari dell’accordo sul nucleare iraniano possono ripristinare le sanzioni contro l’Iran, ndt) esercitate nonostante Trump avesse già abbandonato il JCPOA.
Il presidente Putin ha già detto nel recente passato che negoziare con il Team Trump è come giocare a scacchi con un piccione: l'uccello demente cammina sulla scacchiera, caga indiscriminatamente, fa cadere pezzi, dichiara vittoria, poi fugge.
Al contrario, una seria attività di lobby ai massimi livelli del governo russo è impegnata nel consolidamento di una decisiva alleanza eurasiatica, che unisca Germania, Russia e Cina.
Ma essa sarà concretamente possibile solo con una Germania post-Merkel. Secondo un analista statunitense, "l'unica cosa che trattiene la Germania è che possono aspettarsi di perdere le loro esportazioni di auto verso gli Stati Uniti e altro ancora, ma dico loro che può accadere subito a causa del tasso di cambio dollaro-euro, con l'euro che diventa più costoso. "
Sul fronte nucleare, e andando ben oltre l'attuale dramma bielorusso - poiché non ci sarà un’altra Maidan a Minsk - Mosca ha chiarito, con nettezza e senza mezzi termini, che qualsiasi attacco missilistico della NATO sarà interpretato come un attacco nucleare.
Il sistema missilistico difensivo russo - inclusi gli S-500 già testati e, presto, gli S-600 già progettati – sembra sia efficace al 99%. Ciò significa che qualche colpo sparato contro la Russia potrebbe anche andare a segno. Ed è per questo che la Russia ha costruito una vasta rete di rifugi nucleari nelle grandi città per proteggere almeno 40 milioni di persone.
Gli analisti russi ritengono che la Cina si muova nella stessa direzione. Pechino vorrà sviluppare - se non lo ha già fatto - uno scudo difensivo, e manterrà comunque la capacità di contrattaccare in caso di attacco statunitense con missili nucleari.
I migliori analisti russi, come Andrei Martyanov, sanno che le tre armi migliori di una presunta prossima guerra saranno missili e sottomarini offensivi e difensivi, combinati con capacità di guerra cibernetica.
L'arma chiave oggi - e i cinesi lo capiscono molto chiaramente - sono i sottomarini nucleari. I russi stanno osservando come la Cina stia costruendo la sua flotta di sottomarini – dotati di missili ipersonici - più velocemente degli Stati Uniti. Le flotte di superficie sono obsolete. Un branco di lupi di sottomarini cinesi può facilmente mettere fuori combattimento una task force di portaerei. Quelle 11 task force di portaerei statunitensi sono infatti inutili.
Quindi, nell'orribile eventualità che i mari diventino inutilizzabili in caso di guerra, con Stati Uniti, Russia e Cina che bloccano tutto il traffico commerciale, questa è la ragione strategica chiave che spinge la Cina ad ottenere la maggior parte delle sue risorse naturali via terra dalla Russia.
Anche se gli oleodotti vengono bombardati, essi possono essere riparati in pochissimo tempo. Da qui l'importanza suprema per la Cina di Power of Siberia, così come la vertiginosa serie di progetti Gazprom.
Il fattore Hormuz
Un segreto gelosamente custodito a Mosca è che, subito dopo le sanzioni tedesche imposte per l'Ucraina, un importante operatore energetico globale ha fatto un’offerta alla Russia di dirottare verso la Cina non meno di 7 milioni di barili al giorno di petrolio più gas naturale. Qualunque cosa accada, la splendida proposta è ancora sul tavolo di Shmal Gannadiy, uno dei massimi consiglieri petroliferi / gas del presidente Putin.
Nel caso in cui ciò accadesse, la Russia garantirebbe alla Cina tutte le risorse naturali di cui ha bisogno. In una tale ipotesi, il ragionamento russo sarebbe quello di aggirare le sanzioni tedesche spostando le sue esportazioni di petrolio verso la Cina che, che dal punto di vista russo, è più avanzata nella tecnologia di consumo della Germania.
Ovviamente tutto è cambiato da quando è diventato imminente il completamento di Nord Stream 2, nonostante il Team Trump non abbia fatto prigionieri e sanzionato tutti.
Discussioni riservate hanno reso molto chiaro agli industriali tedeschi che, se la Germania perdesse la sua fonte russa di petrolio e gas naturale, insieme allo Stretto di Hormuz chiuso dall'Iran in caso di un attacco statunitense, l'economia tedesca potrebbe semplicemente crollare.
Ci sono state serie discussioni di intelligence sul piano internazionale sulla possibilità di una sorpresa di ottobre sponsorizzata dagli Stati Uniti per un attacco sotto falsa bandiera da attribuire falsamente all’Iran. La “massima pressione” del team Trump contro l'Iran non ha assolutamente nulla a che fare con il JCPOA. Ciò che conta è che, anche indirettamente, il partenariato strategico Russia-Cina ha reso molto chiaro che Teheran sarà protetta come risorsa strategica e come nodo chiave dell'integrazione dell'Eurasia.
Le valutazioni di intelligence incrociata si concentrano su uno scenario che ipotizza un - abbastanza improbabile - crollo del governo a Teheran. La prima cosa che Washington farebbe in questo caso è premere l'interruttore del sistema di compensazione SWIFT. L'obiettivo sarebbe schiacciare l'economia russa. Ecco perché Russia e Cina stanno attivamente accrescendo la fusione dei sistemi di pagamento Mir russo e cinese CHIPS, oltre a bypassare il dollaro USA nel commercio bilaterale.
A Pechino, già si è valutato che, se un simile scenario mai si verificasse, la Cina potrebbe perdere i suoi due alleati chiave in una sola mossa, e quindi dover affrontare Washington da sola, quando non è ancora in grado di assicurarsi la fornitura di tutte le necessarie risorse naturali. Sarebbe una vera minaccia esistenziale. E questo spiega la logica alla base della crescente interconnessione della partnership strategica Russia-Cina più l'accordo Cina-Iran da 400 miliardi di dollari, della durata di 25 anni.
Bismarck è tornato
Un altro possibile accordo segreto già discusso ai massimi livelli dell'intelligence è la possibilità di stipulare un Trattato di riassicurazione bismarckiana tra Germania e Russia. L'inevitabile conseguenza sarebbe un'alleanza de facto Berlino-Mosca-Pechino che comprenda la Belt and Road Initiative (BRI), insieme alla creazione di una nuova - digitale? - valuta eurasiatica per l'intera alleanza eurasiatica, inclusi attori importanti ma periferici come Francia e Italia.
Bene, Pechino-Mosca è già attiva. Berlino-Pechino è un work in progress. L'anello mancante è Berlino-Mosca.
Ciò rappresenterebbe non solo l'incubo finale per le élite anglo-americane formatesi alle teorie di Mackinder (Sir Halford John Mackinder, un geografo politico britannico, ndt), ma in realtà il passaggio definitivo della torcia geopolitica dagli imperi marittimi al cuore eurasiatico.
Non è più una finzione. È sul tavolo.
Adesso viaggiamo un po' nel tempo e torniamo all'anno 1348.
I mongoli dell'Orda d'Oro sono in Crimea, assediando Kaffa, un porto commerciale sul Mar Nero controllato dai genovesi.
All'improvviso, nell'esercito mongolo scoppia una epidemia di peste bubbonica.
Iniziano a catapultare cadaveri contaminati oltre le mura della città della Crimea.
Immaginate quindi cosa è successo quando le navi hanno ripreso a navigare da Kaffa a Genova.
Hanno trasportato la peste in Italia.
Nel 1360, la peste nera era letteralmente ovunque: da Lisbona a Novgorod, dalla Sicilia alla Norvegia. Fino al 60% della popolazione europea potrebbe essere stata uccisa, oltre 100 milioni di persone.
Si può sostenere che il Rinascimento, a causa della peste, fu ritardato di un intero secolo.
Il Covid-19 è ovviamente tutt'altro che una piaga medievale. Ma è giusto chiedere.
Quale rinascimento potrebbe ritardare?
Ebbene, potrebbe davvero far avanzare il Rinascimento dell'Eurasia. Sta accadendo proprio mentre l'Hegemon, l'ex "fine della storia", sta implodendo internamente, "distratto per distrazione dalla distrazione", per citare TS Eliot. Dietro la nebbia, nei migliori pascoli ombreggiati, le mosse vitali per riorganizzare la massa continentale eurasiatica sono già in atto.
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