L’Open Society di Soros: la formazione di un Lebensraum ideologico per l’Impero
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Inchiesta, maggio 2016 - Come la nebulosa "filantropica" di George Soros ha plasmato la Lettonia, al servizio della politica estera degli Stati Uniti e del Nuovo Ordine Mondiale (nella foto, George Soros)
New Eastern Outlook, 11 aprile 2016 (trad. ossin)
L’Open Society di Soros: la formazione di un Lebensraum ideologico per l’Impero
Phil Butler
WikiLeaks ci ha informato che i Panama Papers (le presunte “rivelazioni” sui conti esteri di Putin, ndt) non sono state lo scoop di un gruppo di giornalisti occidentali, ma ci hanno lavorato anche il governo degli Stati Uniti e ONG della nebulosa Soros. La cosa è oramai dimostrata. Nel corso degli ultimi decenni, si è messa in campo una ampia rete, non solo per controllare l’informazione, ma anche per influenzare la funzione legislativa dei paesi in cui questa rete opera. Il testo che segue è la prima prova a carico contro il Nuovo Ordine Mondiale che si vuole realizzare. Offre un nuovo punto di vista sugli Stati baltici, e analizza la vera natura infiammabile di questo Nuovo Ordine.
Le rivelazioni contenute nei Panama Papers costituiscono solo una nuova fase della campagna di disinformazione cui siamo sottoposti da decenni. Attualmente il mondo dell’informazione è stato rivoluzionato da un gruppo di giornalisti e di lacchè del capitale, che hanno per missione di manipolare la verità. Oggi il mio racconto ha per oggetto uno solo dei tentacoli della piovra, uno solo dei sicari al servizio del Nuovo Ordine Mondiale, George Soros.
La sua Fondation DOTS, precedentemente nota col nome di Fondation Soros-Lettonie, dimostra quanto sia vero quello che ho detto. Ma prima di occuparci più analiticamente di questa ONG, i miei lettori dovranno prima familiarizzarsi con George Soros il finanziere, Geroge Soros, il filantropo impostore.
L’impostore di alto bordo: George Soros
Nato a Budapest nel 1930, il vero nome di George Soros è Gyorgy Schwartz, uno pseudonimo adottato quando emigrò a Londra dopo la seconda Guerra Mondiale. Con un patrimonio attuale stimato in 26 miliardi di dollari, la sua storia non è affatto ordinaria, c’è tutto il materiale che ci vuole per creare il personaggio del cattivo in un film hollywoodiano.
Collaboratore dei nazisti a Budapest nel 1944 e 1945, l’adolescente Gyogy denunciava i suoi correligionari ebrei, dando una mano ad espropriare e a catalogare i loro beni, mentre gli sbirri di Hitler deportavano quasi mezzo milione di ebrei ungheresi verso i campi di sterminio.
Soros si laureò alla London School of Economics negli anni 1950. Entrò nella carriera bancaria, dapprima nella banca commerciale londinese Singer&Friedlander, prima di emigrare negli Stati Uniti per lavorare per F.M. Mayer a New York. La sua ascesa tra le fila degli speculatori di borsa è diventata poi una leggenda. Si racconta che la sua vendita allo scoperto sulla lira sterlina contro la Banca di Inghilterra durante il Black Wednesday (nel 1992), gli fece guadagnare il suo primo miliardo di sterline. Ma non è sul suo patrimonio che conviene attardarsi per comprendere il ruolo che gioca nel caos attuale, ma piuttosto sulla sua filosofia e le sue strategie.
Soros, qualunque cosa d’altro si possa dire di lui, è un distruttore sfrenato che è sempre stato ambiguo e che tende a rovesciare nel suo contrario qualsiasi concetto cui faccia riferimento. Ciò risulta evidente quando si analizzino i suoi “prestiti intellettuali” a Karl Popper, che per primo ha teorizzato, negli anni 1940, il concetto di ciò che si definisce una “società aperta” (open society). Non abbiamo qui il tempo per una dissertazione di teoria politica, ma occorre ricordare che Popper ha avuto una grandissima influenza nel plasmare l’ambiguità che caratterizza Soros. Io parlo di ambiguità, perché l’inizio della carriera del miliardario a Budapest, fatta di arte di arrangiarsi e tradimento, ha forgiato i tratti di una personalità che non sarebbe dispiaciuta a Machiavelli. E’ questa ambiguità che rende Soros così pericoloso, giacché è questa che gli consente, a lui e a tanti altri, di manipolare il pubblico, di presentarsi come un filantropo, pur restando essenzialmente un avido miliardario.
“Non c’è niente di più difficile, più incerto e più pericoloso del voler varare nuove leggi”- Machiavelli
Tutto quanto occorre sapere per comprendere personaggi come Soros è quanto segue: ogni volta che accade qualcosa di dannoso per una società, ciò avviene a beneficio del cartello Soros e simili. Soros non dà, prende e basta. Anche se lo fa camuffandosi con la scusa di fare affari. Soros ama presentarsi come uno spirito brillante, come Karl Popper, ma poi tradisce i suoi ideali ogni volta sia possibile manipolare a suo vantaggio i principi della società aperta. Ma basta con George Soros, che altro non fa se non mentire a se stesso e tradire qualsiasi principio assomigli da vicino o da lontano ad un ordine sociale, che non sia quello dell’elitismo. Soros mente a se stesso quotidianamente.
Il Lebensraum alla statunitense
“Noi non vogliamo essere un movimento composto da qualche intellettuale, ma piuttosto un movimento che possa piacere alle masse. La propaganda deve essere popolare, non intellettualmente seducente. Non è della propaganda lo scoprire verità intellettuali” – Joseph Goebbels, ministro della propaganda del III Reich
La Fondazione DOTS, in precedenza Fondazione Soros-Lettonia, è stata creata nel 1992, immediatamente dopo il crollo dell’Unione Sovietica. E’ a partire da questo momento che Soros ha cominciato a finanziare l’educazione superiore, e poi quella secondaria. Poi, a partire dal 1994, Soros ha cominciato a incoraggiare gli studenti lettoni a studiare all’estero, poi a distribuire loro delle “borse di incoraggiamento”. A partire dal 1995, ha cominciato a finanziare la ristrutturazione del sistema giudiziario lettone con la creazione del “Centro di formazione giudiziaria lettone”. Si tratta di un punto nodale della sua strategia: legare l’associazione degli avvocati statunitensi al processo di transizione verso lo stato di diritto di uno Stato senza esperienza. Contemporaneamente, Soros ha finanziato una ONG che dispensava gratuitamente ai funzionari lezioni di lingue straniere. Influenzati nel modo di pensare, nelle leggi, nel linguaggio, tutto ciò ha molto condizionato l’amministrazione, sempre però dietro il paravento dell’iniziativa filantropica.
Nel 1996, la pubblicazione del saggio “Uomo e Società” ha rappresentato una svolta per l’instaurazione del Nuovo Ordine di George Soros in Lettonia. Ventisei grandi classici filosofi mondiali sono stati tradotti in lettone, consentendo a Soros di mettere un piede nell’editoria lettone. Poi, nel 1998, ha creato il “Centro Soros per l’arte contemporanea”, oltre alla Facoltà di studi superiori di diritto a Riga. Tra il 1990 e il 2002 le iniziative di Soros hanno permeato di sé ogni aspetto della società civile lettone, dal diritto all’etica, agli handicappati e alle arti. Il piccolo Stato baltico è diventato una specie di caso di scuola in materia di conversione, una sorta di cavia da laboratorio per gli esperimenti di Soros di nuovordine-mondialismo.
Poi, nel 2003, la Fondazione Soros ha co-istituito il Centro di amministrazione PROVIDUS (una specie di scuola nazionale di amministrazione lettone). Questa iniziativa, come molti altri progetti marcati Soros, viene attualmente sostenuta dalla Commissione Europea, ma anche dal ministero dell’educazione e delle scienze lettone. Esso ci rivela il metodo Soros per realizzare un profondo processo di trasformazione in uno Stato, dove centinaia di ONG, di società private e di agenzie governative possono ormai abboffarsi.
La procedura si è poi perfezionata, i successi di questi esperimenti di manipolazione trasformatrice delle società civili sono stati clonati, e anche questo ci consente di capire in modo chiaro come Soros e le élite del Nuovo Ordine Mondiale lavorano.
Simili meccanismi di controllo sovversivo sono stati installati al cuore delle società occidentali, particolarmente quelle dei paesi dell’Europa dell’est, dove l’URSS è stata presentata come il nemico delle libertà. Tuttavia sono piuttosto le connivenze tra Unione Europea, Soros e i fautori del Nuovo Ordine Mondiale, che considero maggiormente degne di interesse.
Un rapporto indipendente che io ho redatto ha rivelato un finanziamento svizzero-rumeno di questi Panama Papers; e oggi scopro un collegamento svizzero-lettone ad una iniziativa di Soros. Vi è infatti un “Programma di cooperazione Lettonia-Svizzera”, che finanzia PROVIDUS ed è ricalcato sul modello del “Programma di cooperazione Svizzero-Rumeno” che finanzia una organizzazione chiamata “Progetto di censimento del crimine organizzato e della corruzione”, di fatto un satellite del “Centro per l’onestà dei funzionari”, e del consorzio internazionale dei giornalisti di investigazione (ICIJ), quello che ha fatto le rivelazioni dei Panama Papers.
Infilarci ora in questo dedalo di collusioni, non farebbe che allontanarci dalla prova irrefutabile che questo rapporto costituisce. Preferisco intrattenervi sui più importanti progetti di Soros in Lettonia e dimostrare come la sua strategia coincida, o almeno assecondi, gli obiettivi politici di Washington verso la Russia e le ex Repubbliche sovietiche.
Nel 2005, la Fondazione Soros ha lanciato un programma chiamato “Per una Europa più ampia” (Wider Europe), che vedeva nella Bielorussia, Ucraina, Moldavia e la Georgia i partner di una Unione Europea allargata. Nello stesso tempo, nel corso degli anni 2000, la Fondazione Soros-Lettonia ha ampliato l’arco delle sue attività a tutti gli aspetti della vita del paese. Sono stati messi in campo finanziamenti e traffici di influenza fino a più reconditi livelli, fino a coprire anche le zone rurali. Uno sforzo di penetrazione nel paese è stato compiuto nei campi giuridico, politico e fino al processo elettorale.
E’ a questo punto, verso la fine del 2002, che gli agenti di infiltrazione di Soros hanno cominciato a infilarsi nei settori degli affari, della giustizia e dell’amministrazione. Poi, nel 2011, le ONG di Soros hanno avviato una iniziativa dal titolo “Anche io posso diventare Primo Ministro”, seguita da un’altra chiamata “Re:Baltica”, una organizzazione senza fini di lucro che sforna sedicenti giornalisti investigativi al servizio dell’interesse pubblico. Una sola occhiata all’organigramma di Re:Baltica rivela la presenza di personaggi-chiave della nebulosa dei think tanks finanziati da Soros, come Vita Terauda, che ricopre anche l’incarico di direttore esecutivo di PASOS (Associazione per le politiche pubbliche a favore di una società aperta).
La strategia di questa rete di Soros è di copiare il suo modello di penetrazione della società civile lettone anche negli altri paesi europei. Ciò avrà certamente delle profonde ripercussioni. La propaganda e l’influenza sorosiana non ha nulla da imparare dai maestri della propaganda di Hitler, nel modo in cui questi è riuscito a convertire alle proprie idee le masse e gli intellettuali.
Il crogiolo lettone
Pochi osservatori occidentali capiscono il ruolo che la Lettonia ha giocato nei conflitti tra l’Occidente e quel che può chiamarsi l’influenza “slava”. Senza voler fare lezioni di Storia, gli ideali di gente come “i teorici dell’anima baltica” e del criminale di guerra nazista Alfred Rosenberg, risalgono a molto tempo fa. Ciò basta a comprendere come i Lettoni, così come gli altri popoli delle nazioni baltiche, siano da sempre divisi da profonde fratture ideologiche e politiche.
Ciò è accaduto specialmente prima e durante la Seconda Guerra mondiale, quando metà della Lettonia parteggiava per la Germania nazista, mentre l’altra metà si batteva al fianco dei Sovietici. Perfino i paragrafi segreti del tristemente celebre Patto Molotov-Ribbentrop rivelano che la Germania e l’Unione Sovietica si erano spartiti nazioni come la Lettonia, e che questo patto di non aggressione è servito da modello per accordi conclusi più recentemente tra Occidente ed Europa dell’Est. Si può quindi concludere senza esagerazione che Soros non avrebbe potuto scegliere un paese più adatto come bersaglio da destabilizzare, secondo i suoi metodi ispirati dalla politica tedesca del “Lebensraum”. Parlerò della situazione degli altri Stati baltici, dell’Ucraina e della Georgia, in prossimi articoli.
Come comincerete a intravvedere, i decenni di politica estera USA in queste contrade sono intimamente legate allo sviluppo di società ed imprese private come Soros. Come ho già detto, l’ampiezza di questa influenza è difficilmente immaginabile. Dalla Macedonia alla Moldavia e alla Repubblica Ceca, si calcolano circa 32 centri indipendenti di politiche pubbliche in 21 paesi dell’Europa centrale e orientale, oltre che in Asia centrale; le sovvenzioni di Soros in questi paesi sono diventate metastasi di un processo cancerogeno, appoggiato da tutta la classe politica, dai sindaci agli avvocati, passando dagli interi Parlamenti.
Il Nuovo Ordine mondiale non è un capriccio improvviso sul quale i teorici del complotto amano divagare; si tratta di una realtà che ha soppiantato la democrazia. Soros e i suoi accoliti hanno sradicato la capacità del pubblico ad analizzare la realtà, e l’hanno rimpiazzata con un’altra “verità”.
Per illustrare come le reti di Soros siano diventate ampiamente e totalmente interconnesse, basta osservare le piccole strategie di competizione, dette “La Brigata”, create dalla Fondazione Soros nel 2012. Se la Facoltà di studi superiori di diritto di Riga è in grado di infettare e influenzare una vasta rete di scuole e di università in Europa, si può capire quel che sovvenzioni e borse di studio destinate a strutture più piccole possono “convertire” a livello locale e individuale.
La competizione “La Brigata” è oramai chiusa, ma si tratta di una sola tra una moltitudine di iniziative di disseminazione, che trasformano una modesta dotazione finanziaria in un efficace strumento di proselitismo per gli ideali di Soros e del Nuovo Ordine Mondiale. Ciò che, all’inizio, era solo una innocente iniziativa di politica pubblica e di strategia da parte di George Soros in Lettonia, si è poi infiltrata fino alla trama della società civile di tutto intero il paese.
Gli oracoli della cerchia ristretta di Soros sono al corrente degli obiettivi ultimi del Nuovo Ordine che contribuiscono a creare, ma gli innocenti studenti e cittadini che sono agli estremi dei tentacoli di questa piovra, sono solo pedine da sacrificare. Gli organizzatori della defunta iniziativa “La Brigata” sono trasmigrati tutti in altre iniziative dirette a indottrinare ancor più i giovani Lettoni. Questo profilo Facebook mostra come la propaganda venga finemente distillata attraverso link con programmi di finanziamento partecipativo sui quali si è tentati di cliccare, e infiocchettati qui e là con simboli rivoluzionari subliminali. In questo modo, la Fondazione DOTS è la strategia di politica estera di Soros che ha completato la sua prima rivoluzione: i finanziamenti iniziali hanno fatto germinare i primi semi del cambiamento, da cui è nata una nuova società che ignora la natura delle sue origini.
La Lettonia è così irrimediabilmente influenzata, non solo dalle ideologie di George Soros, ma anche da quelle di chi è più potente di lui. Non si sa ancora niente dei tentativi di influenza di Washington e Londra su di un popolo ed una nazione sovrana. Ma non c’è da ingannarsi: Geroge Soros non è un mago che manipola il Nuovo Ordine Mondiale dietro le quinte, ma ne è solo uno dei ferventi sostenitori.
E’ l’agguerrito becchino dell’idea brillante della “società aperta” di Karl Popper; Soros non fa che utilizzare le idee di Popper a proprio vantaggio. Nel suo saggio “La società aperta e i suoi nemici”, il filosofo descrive proprio le persone come Soros, che raccomandano l’uso della protesta sociale come strumento di cambiamento delle società. Secondo Popper, uno come Soros è convinto di essere al livello dei grandi filosofi come Platone. Soros e i suoi accoliti, dovunque siano, sono meno interessati alla nascita di un mondo nuovo, che al rafforzamento del vecchio, quello fondato sull’elitismo. Hanno utilizzato per questo sia, da un lato, il tribalismo tipico della natura umana, sia la promozione di una vera democrazia liberale, dall’altro.
E’ in questo modo che i cittadini della Lettonia sono rimasti sedotti, costretti e alla fine arruolati al servizio dei baroni industriali. Le Fondazioni Open Society, create da George Soros, si richiamano al titolo e al pensiero del libro di Popper. In realtà il Nuovo Ordine mondiale ci rende ciechi con dei giochi di prestigio, sottraendo all’umanità il proprio diritto all’autodeterminazione. In questo crogiolo di potere, luoghi come la Lettonia diventano il Lebensraum ideologico necessario per la sopravvivenza di queste idee tiranniche.