Colloqui segreti di Pierre Moscovici con Tony Blair e George Soros
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Inchiesta, 11 maggio 2019 - Per quanto la Commissione proclami la propria «trasparenza senza precedenti», sente tuttavia il bisogno di censurare i suoi documenti «per proteggere il proprio processo decisionale»...
EUobserver, 24 aprile 2019 (trad.ossin)
Colloqui segreti di Pierre Moscovici con Tony Blair e George Soros
Peter Teffer
La Commissione europea mantiene segreti i dettagli dei colloqui tenuti dal commissario europeo Pierre Moscovici con l’ex Primo Ministro britannico Tony Blair e il miliardario ungherese George Soros, a proposito della possibilità di un secondo referendum sul Brexit
Rispondendo a una richiesta di accesso agli atti, la Commissione ha dichiarato a EUobserver che la necessità di proteggere il processo decisionale della UE prevale sull’interesse pubblico a conoscere quanto è stato discusso nel gennaio scorso a Davos.
Il sig. Moscovici, responsabile degli affari economici e finanziari della UE, ha incontrato diversi uomini politici e imprenditori a margine del Forum economico mondiale, l’annuale appuntamento che si tiene nelle Alpi svizzere.
La Commissione ha pubblicato una sintesi via email di quanto era stato discusso col commissario europeo francese, nel corso di quello che l’autore della mail descrive come una «lettura rapida di un giorno e mezzo di speed-dating a Davos».
Si dice, per esempio, che il settore finanziario considera «l’Italia e Brexit» come «i principali rischi per l’Europa».
Ma la email contiene anche numerosi omissis.
Sei righe sono state omissate dopo la frase «Soros e Blair: discussioni coi due principali fautori di un ‘voto popolare’».
Blair, che è stato Primo Ministro di centro sinistra del Regno Unito dal 1997 al 2007, si oppone all’uscita del Regno Unito dalla UE e si è pronunciato in favore di un secondo referendum – definito dai suoi sostenitori «voto del popolo».
Soros, un “filantropo” ebreo di origine ungherese, è spesso al centro di teorie complottiste – talvolta promosse dal primo ministro ungherese, Viktor Orban.
In occasione di una delle conferenze stampa quotidiane della Commissione europea di gennaio, un giornalista ungherese di un’emittente televisiva filo governativa ha posto delle domande sul contenuto della riunione.
Un portavoce della commissione ha risposto che non avrebbe commentato «i numerosi contatti che vi erano stati a Davos» ma ha affermato che la commissione Juncker si è caratterizzata per una «trasparenza senza precedenti», rendendo costantemente noto quando i commissari si incontrano coi lobbysti.
«Tutto si fa alla luce del sole, perché chiunque possa sapere e formarsi un’opinione», disse all’epoca.
Ma in realtà, gli incontri tra Moscovici, Blair e Soros non compaiono sulla pagina web del commissario, a distanza di tre mesi dal loro svolgimento.
Diverse parti dei documenti sono state omissate per diverse ragioni legate alle deroghe previste dal regolamento dell’UE per l’accesso agli atti.
La email omissata è stata pubblicata il 25 marzo ed è stata seguita da una lettera di spiegazioni della Commissione europea, pubblicata il 15 aprile.
In essa, la Commissione spiega la necessità di omissare alcune parti non divulgabili del documento.
Specificamente, c’erano ragioni di tutela della privacy e la necessità di tutelare il «processo decisionale dell’istituzione».
«Abbiamo attentamente esaminato il testo e non abbiamo ravvisato un interesse pubblico superiore alla divulgazione del documento», ha dichiarato la commissione.
EUobserver ha impugnato questa decisione. L’esito è atteso giovedì (25 aprile).
Timmermans-Blair
Nel frattempo la Commissione ha anche risposto a una diversa richiesta di accesso agli atti relativi ad alcuni incontri tenuti dal vice presidente aggiunto della Commissione, Frans Timmermans.
Il politico olandese – che aspira a succede a Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione europea – ha reso noto un proprio incontro del 6 novembre 2018 con l’Istituto Tony Blair per il cambiamento globale.
Però, secondo la commissione, non esistono documenti relativi a questa riunione: nessun processo verbale o presentazione, nemmeno email spedite prima per organizzarla.
La Commissione ha scritto: «Siamo spiacenti di dovervi informare che la Commissione europea non dispone di alcun documento corrispondente alla descrizione contenuta nella vostra richiesta».
Apple
La richiesta di accesso agli atti ha anche rivelato che non esiste alcun processo verbale della riunione tra Timmermans e Tim Cook, AD di Apple.
Gli unici documenti pubblicati sono delle email tra Apple e la commissione.
Nel settembre 2018, l’impresa tecnologica statunitense ha informato la commissione della visita di Cook in Europa e ha chiesto un incontro, che venne fissato per il 25 ottobre.
Nello stesso mese, Timmermans ha anche ricevuto un invito dell’ambasciatore statunitense presso la UE, per partecipare ad un pranzo «in onore» di Cook.
Il Gabinetto ha però declinato tale ultimo invito – per quanto Timmermans abbia partecipato alla riunione del 25 ottobre con Cook.
L’assenza di processi verbali di queste riunioni tra lobbysti e i commissari europei è emersa in varie occasioni di richieste di accesso agli atti.
Il mese scorso, Timmermans ha perso l’occasione di correggere questa situazione.
Un portavoce della sua campagna elettorale ha dichiarato che «nessuno ha fatto più di Frans Timmermans per promuovere la trasparenza» e che, prima di parlare di «ulteriori estensioni possibili», altre istituzioni europee dovrebbero migliorare la loro trasparenza.